TEATRI E CINEMA A LA SPEZIA
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Che già tra il secolo XVI e il XVII si allestissero spettacoli teatrali in case private di notabili cittadini emerge dall'attività di alcuni letterati come Giovanni Battista Monti. Lì intorno al 1738 fu operante in città un vero e proprio teatro, allestito per iniziativa di Teramo Federici in un‘ala del suo palazzo sito in località Mazzetta e chiamato "Cascina Federici". Vi si rappresentò il dramma pastorale "Filli di Sciro" scritto da Guidobaldo Bonarelli ed eseguito per la prima volta a Ferrara nel 1607. Pochi anni dopo, nel 1742, vi fu rappresentato il "Sesostri, re d' Egitto" di Francesco Gasperini, e fra gli interpreti vi fu Anna Perucchi, una delle più celebri attrici del suo tempo. Si trattò, comunque, di un' attività teatrale occasionale e saltuaria, che si interruppe intorno al 1750. Il primo progetto di costruzione di un teatro risulta essere quello presentato nel 1764 su iniziativa degli amministratori della chiesa di S. Maria, ma il Governo della Repubblica lo bocciò. Primo teatro vero e proprio della città deve essere considerato quello di San Carlo. Fu ricavato dal riutilizzo della chiesa omonima, dopo che essa era stata soppressa e per qualche tempo trasformata in Scuola pubblica. Divenne dunque teatro verso il 1798. e vi lavorò la "Società dei Comici Dilettanti della Città" costituita nel 1810 da Giorgio Viani. Giovanni Capellini narra nei suoi "Ricordi" di avervi assistito ad una festa carnevalesca insieme con il babbo, da "ragazzetto". Nel 1840 fu chiuso, per essere riaperto nel 1908, e dal 1909 al 1915 vi si svolsero i saggi annuali degli allievi del musicista Carlo Mussinelli.
Nel 1927 divenne Cinema-teatro "Centrale", e nel dopoguerra cambiò nome in "Diana". ll 6 luglio 1840 venne posta la prima pietra del teatro Civico. Progettato da Ippolito Cremona in stile neoclassico e decorato negli interni, nelle scene e nei sipari da Francesco Gonin, costo 150 mila lire. Sul frontone e sulla gradinata vennero poste cinque statue di marmo bianco rappresentanti la musica, la tragedia, l’arte plastica, il golfo e la città della Spezia. Sopra il ridotto furono ricavati i locali del Casino Civico. Fu inaugurato il 18 luglio 1846 con la rappresentazione dell' "Ernani" di Giuseppe Verdi (composta due anni prima) e della "Gemma di Vergy" di Gaetano Donizetti, Nel 1888 vi ebbero inizio le conferenze pubbliche organizzate dalla Società d'Incoraggiamento. Dal 1892 al 1924 ospitò al primo piano i Consigli Comunali. Fu poi anche sede dell'Università Popolare, e il 15 dicembre 1919 vi fu inaugurata la Società dei Concerti. Dopo una prima ristrutturazione che nel 1889 ne appiattì la facciata, nel 1950 ne fu decisa la demolizione, e nel 1935 il teatro fu radicalmente modificato dall‘ing. Renato Marmori (in gran parte a sue spese) su disegno di Franco Oliva e con stucchi e statue decorative di Augusto Magli, fra cui lo "Zodiaco" sull'ampia cupola (le cinque statue del frontone e della gradinata trovarono posto nei Giardini pubblici). La nuova inaugurazione ebbe luogo il 4 Febbraio di quell'anno con la rappresentazione della "'Tosca" di Giacomo Puccini e il 4 ottobre successivo vi furono proclamati i vincitori del neonato Premio di pittura. Nel 1972 il teatro passò alla gestione pubblica e primo direttore artistico fu nominato Antonello Pischedda. Ulteriori restauri lo restituirono rinnovato alla città il 31 dicembre 1994.
Nel 1877 ebbe inizio la costruzione del teatro "Politeama Duca di Genova" ad opera dell'ingegnere sarzanese Domenico Canini, su progetto di Erminio Pontremoli. Sorgeva all'estremità orientale della via Chiodo e fu voluto anche per "far degno riscontro" all’ingresso dell’Arsenale che si trovava all’estremità opposta. Fu realizzato su terreno donato al Comune con atto notarile del 24 novembre 1877 da Agostino Chiappetti, che si assunse anche l' onere del finanziamento e della successiva gestione del teatro. Fu inaugurato il 31 luglio 1880 con la rappresentazione dell' "Aida" di Verdi (e in quell’occasione fu organizzata una linea speciale di Vaporetti); esso divenne per mezzo secolo il teatro delle grandi stagioni liriche cittadine, a scapito, in parte, del teatro Civico. Conteneva 42 palchi disposti intorno alla platea in tre ordini e con due gallerie, il tutto per una capienza di circa 2.000 posti. Nel 1898 fu completamente ristrutturato. Quando fu varato il Piano Regolatore del 1930 che prevedeva l‘apertura della piazza Verdi, ne fu decisa la demolizione, che avvenne fra agosto e novembre del 1933. Nell'ultima stagione aveva messo in scena "Gianni Schicchi" di Giacomo Puccini, "Andrea Chenier" di Umberto Giordano e "Cavalleria rusticana" di Pietro Mascagni. Per breve tempo si pensò di sostituirlo con un teatro detto "Massimo": ragioni di interessi economici locali e politico-ideologici portarono invece all’erezione su quell`area del monumentale palazzo delle Poste, celebrativo della cultura di regime. Subito dopo il Politeama, fu costruito in via di Monale angolo via Napoli un teatro in legno, il "Nazionale" che finì distrutto da un incendio. ln altro teatro cittadino che risulta in funzione nella seconda meta del XIX secolo era il teatro "delle Varietà". Dapprima arena scoperta, fu poi ricoperto con una tettoia di legno. Pare che si trovasse nell‘area destinata alla futura via Duca di Genova (poi fratelli Rosselli) e che sia stato demolito e poi rifatto, dapprima sull’area della Società "Unione Fraterna", in seguito in via Rattazzi. Vi fu rappresentata la "'Traviata" di Giuseppe Verdi, dopo il clamoroso insuccesso incontrato alla prima del 1853 al teatro "La Fenice" di Venezia: come è noto, quell’insuccesso fu da ascrivere soprattutto al messaggio sovversivo sotteso nell'aperta simpatia che vi era espressa verso la dubbia moralità della protagonista; il pubblico spezzino, probabilmente meno legato agli schemi dominanti della società "benpensante", tributò invece all’opera una calorosa accoglienza. Nel 1879 vi debuttò come attrice protagonista la giovane Eleonora Duse. Fu definitivamente smantellato nel 1899 per consentire l‘apertura della via Duca di Genova. Il 17 giugno 1885 fu inaugurato, all'incrocio fra la via Colombo la via Duca di Genova, il teatro "sociale" dell'Unione Fraterna. Era ornato di affreschi di Navarrino Navarrini, ma fu bombardato nel maggio 1944; ricostruito, fu inaugurato il 17 agosto 1957 come teatro "ll Convegno". Nel gennaio 1975 ottenne la licenza come sala per cinema d‘essais. Sospese l‘attività nel 1989 per riaprire rinnovato, sempre sotto la gestione dell’Unione Fraterna, con il nome di "Il Nuovo". A fine Ottocento fu aperto tra via di Monale e via Roma, un teatrino completamente in legno, chiamato Teatro- Concerto o "Arena Nazionale"; ne fu proprietario Basilio Bartoletti e nel 1896 vi fu proiettato il primo cortometraggio cinematografico. Nel maggio 1903 vi fu annesso un secondo locale, più piccolo e popolare del primo e I'intero complesso venne chiamato "Recinto Bartoletti". Sei mesi dopo fu distrutto da un incendio; ricostruito, prese il nome un po' pomposo di "Politeama Sociale". Fu demolito nel 1905. Di rimpetto, tra via Roma e via dei Molini, sorse allora il "Savoia", ben presto riservato a sala cinematografica. Dopo una prima saletta cinernatografica aperta in via Cavour con il nome di "Eldorado", alla fine del 1907 fu aperta in via di Monale, nell'edificio eretto dove prima sorgeva l’Arena del Bartoletti, la prima sala cinematografica vera e propria, e fu intitolata a "Edison". Nel maggio 1911 vi fu proiettato il primo lungometraggio "La tratta delle bianche". Prese poi il nome di "Marconi". Seguirono "la Marina". aperto nel 1908 all’interno del Caffè del Corso, e il "Danese" a Migliarina.
Nel 1907 entrò in funzione in via Manzoni il piccolo teatro chiamato "Trianon", perfezionato nel 1913 dall'architetto Vincenzo Bacigalupi e dal giovanissimo scultore Augusto Magli. Committente fu Beniamino Luchini di Villafranca che, tornato dall'Argentina acquistò lo stabile ancora in costruzione e nello spazio sottostante realizzò il teatro. L'eleganza delle sue fatture e degli stucchi e decorazioni liberty gli meritò un premio particolare all‘Esposizione Universale di Parigi. Ebbe però vita breve; negli anni tra le due guerre, infatti, l’esercizio fu sospeso, e i costi troppo alti per farne un cinema (oltre tutto ne stavano nascendo vari altri) indusse i proprietari a chiuderlo. Nel 1925 fu trasformato in autorimessa. ll teatro "Olimpia",fu inaugurato nell'estate del 1912 nella via XX settembre, nei pressi della piazza Saint Bon. Nel 1925, a seguito del fallimento dei fratelli Ricco che vi avevano iniziato l’attività, fu acquistato dalla Cassa di Risparmio. Nel 1957 passo in proprietà al Dopolavoro Ferroviario e venne ribattezzato dal regime "Duca degli Abruzzi". A cominciare dal 1954 vi si svolse ogni anno, fino allo scoppio della Il guerra mondiale,un Concorso riservato agli strumenti ad arco: nel 1940 vi parteciparono i quattro giovani musicisti che in quell'occasione decisero di costituire quello che sarebbe poi diventato il celebre Quartetto Italiano. L‘edificio fu distrutto dai bombardamenti e quindi il locale fu temporaneamente adibito a sala da ballo scoperta. Fu poi ricostruito, ma privo di adeguato palcoscenico, per cui riprese le attività esclusivamente come cinematografo il 9 dicembre 1950. Sottoposto a radicali lavori di ristrtttturaziotte nel 1965, prese il nome di "Smeraldo". Durante la I Guerra Mondiale fu adibito a teatro e sala da ballo con il nome "La Fenice" l’ampio atrio dell’ Albergo Terminus. ll 19 settembre 1914 fu inaugurato, nell'area fra le vie Roma, Di Monale, Napoli e dei Molini, il teatro "Ambrosio", che in seguito fu chiamato "Rossi", "Novecento", e infine "Moderno". Progettato da Franco Oliva in stile Liberty con reminiscenze neogotiche, fu decorato dallo scultore Augusto Magli e dal pittore Cafiero Luperini, Fu completamente distrutto dai bombardamenti, La licenza di esercizio fu trasferita, nel 195O nel teatro "Odeon". sito in via Firenze.
Il 12 novembre 1920 fu inaugurato in piazza Cavour il teatro Cozzani, Progettato senza facciata da Franco Oliva, fu decorato sul retro da bassorilievi di Angiolo Del Santo e, all‘interno, la volta fu affrescata da Luigi Agretti con la raffigurazione del "Carro del Sole". Molto danneggiato nell'ultima guerra, fu ricostruito, ma nel 1987 fu costretto a sospendere le proiezioni per mancanza di agibilità, e nel 2003 fu ristrutturato, e trasformato in sala giochi. Il 16 febbraio 1929 venne inaugurato in via dello Zampino il teatro Monteverdi. Sorgeva sull‘area di un precedente teatro-arena "diurno" intitolato al "Principe Umberto" e gestito dal 1925 dall'impresa Tinagli. Lo acquistò l’impresario spezzino Luigi Monteverdi, arricchitosi in Uruguay, che gli diede il proprio nome e ne fece il teatro più vasto della città. Progettato da Fortunato Zanazzo, aveva un palcoscenico di 24 m. di larghezza, 14 di profondita e 20 di altezza, con una platea sulla quale si affacciavano 74 palchi su tre ordini, due ampie gallerie e un loggione, per un totale di 3.500 posti a sedere. Decorato dallo scultore Enrico Carmassi, rimase in funzione cinquant'anni: fu chiuso, infatti, la sera del 19 marzo 1979. In un palazzo di proprietà della Società di Mutuo Soccorso in località Canaletto, fu aperta nel 1955 la sala cinematografica "Garibaldi". Bombardata durante la guerra, fu ricostruita e inaugurata il 28 marzo 1954. Rimase alla Società anche dopo il 1961, quando essa fu costretta dalle necessità a vendere il palazzo cui la sala era annessa. Chiuse i battenti negli anni Settanta, Negli anni 1934-35 fu costruito nella piazza d'Armi, presso il Circolo Ricreativo dei Dipendenti della Marina, il teatro chiamato "Arsenale". Costituiva una delle poche architetture di stile fascista in città, e fu chiuso nel 1990. L'11 aprile 1953 fu inaugurato sulla via Vittorio Veneto il cinema-teatro Astra, costruito con criteri innovativi che lo fecero considerare fra i migliori in ltalia. Fra l‘altro, era fornito di sipario tagliafuoco, allora ancora molto raro. Nel 1956 fu anche attrezzato per la proiezione in cinescope. Per esso lavoro lo scultore Guglielmo Carro. Entrato in grave crisi negli ultimi anni Novanta, i locali furono adibiti ad altri usi. Dal 1954 cominciarono ad essere offerte proiezioni cinematografiche gratuite all‘aperto in piazza Cavour. L’iniziativa di "Pubblicine", una piccola istituzione cittadina che proiettava da una stanzetta del primo piano del circolo ENAL, ebbe vita fino al 1978, quando cessò, sconfitta dalla televisione, Nel 1960 furono aperti i teatri parrocchiali "Don Bosco", e "Candor", l‘uno inaugurato il 21 maggio nei locali dell'Istituto San Paolo dei Salesiani (su di un precedente piccolo locale dell'oratorio) e decorato da Guglielmo Carro, l'altro presso la chiesa di San Pietro dei Domenicani, chiuso nel 1988. Anche la parrocchia di Maria Ausiliatrice al Canaletto aprì un cinema-teatro, che fu inaugurato nel 1967 e chiamato "Palmaria" dal nome della via. Nel gennaio 1975, come abbiamo gia detto, l'Unione Fraterna apriva la sua sala di cinema d’essais. Nel 2005, nella piana di Migliarina, fu costruito il "Megacine", una multisala contenente dieci sale cinematografiche.
Fonte: Aldo Landi - Enciclopedia storica della città della Spezia