SAGRA DEI POMI DI CODIPONTE

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LA SUA STORIA

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Nasce nel 1970 organizzata dall’allora Pro Loco, presieduta da Ennio Baroni, e da uno sparuto gruppo di volontari tra i quali, è giusto ricordarli, Francesco Battaglini il fabbro, Emilio Martini il coltivatore diretto detto “ ‘Sponch “, Santin Ballerini il muratore, Sandrino Nobili anche lui coltivatore diretto, Scaletti Beniamino detto “ Benià “e Video Argenti uno dei primi fondatori dell’Assistenza Pubblica Croce Bianca di Codiponte. Ma soprattutto è bene ricordare Franca Argenti la parrucchiera, sorella di Video, animatrice estrosa e fantasiosa che trascinava tutti con il suo entusiasmo. La prime edizioni ottengono un grande successo di partecipazione. In seguito sotto lo slogan “ Chi vespa mangia le mele “ decollerà prendendo via via le sembianze di una vera e propria tradizione popolare.

Si caratterizza all’inizio con i suoi carri allegorici trainati da buoi appartenenti ai mezzadri del paese in particolare alle famiglie Martini della “ Concia “ e Sandrino Nobili. In seguito furono sostituiti con i trattori come avviene tuttora. Perché i pomi? Perché all’inizio degli anni cinquanta nel vasto piano prospiciente la bellissima e famosa Pieve proto-romanica di Codiponte viene avviata una estesa piantagione di meli che successivamente produrrà una grande quantità di mele renette. La mela dunque fa la sua comparsa sui banchi della sagra trasformata in deliziose torte e frittelle accompagnate dal buon vino locale.

La Sagra dei pomi quindi nasce nel periodo della raccolta che avveniva alla fine di settembre, per la precisione nell’ultima domenica di settembre. Le scuole iniziavano allora il primo di ottobre. A causa dell’anticipata apertura dell’anno scolastico la manifestazione fu spostata alla prima domenica di settembre.

Dal 1983 in poi l’organizzazione viene affidata alla giovane Assistenza Pubblica Croce Bianca fondata nel 1975 e sostenuta da un tenace gruppo di volontari. Si sviluppa così una gara di solidarietà tra i codipontini che porterà ben presto alla costruzione della sede di questa meritoria Associazione, oggi orgoglio e fiore all’occhiello della gente di Codiponte, dei volontari di tutto il territorio casolino e del suo Presidente Renatino Ballerini. Particolarmente attivo Tullio Argenti nelle veste del tuttofare al servizio della Croce Bianca e nei punti di ristoro primeggiano le donne, magnifiche colonne portanti della sagra. Al Castello pattone e cian di farina di castagne e il famoso castagnaccio, “pota arvolta” cioè frittelle fatte con le patate farina di grano e uova. Alla Cantonata polenta e capra e polenta meschia, un minestrone con l’aggiunta di farina di granoturco. Alla Iara grigliata mista e pesce nella “ ara dei Nobili “, un’aia privata nel borgo. Nel 1984 la sagra si arricchisce di nuove iniziative con l’apporto di Fabio Baroni, Fabrizio Simonelli e Valentino Tonelli che, prendendo spunto dall’allora sagra dell’uva di Vezzano Ligure animata dal suo presidente Don Tedeschi, lanciano l’idea delle gare tra i vari rioni. Venerdì caccia al tesoro. Sabato pomeriggio corsa dei ciclo-amatori. Domenica mattina “ciamptata pr Codepont”, corsa podistica riservata ai ragazzi.

La Sagra purtroppo nel 1993 va in sonno per undici anni, ma rimane la voglia di ripristinarla quanto prima. Nel 2004 succede un fatto nuovo con la rifondata Pro Loco nel capoluogo di Casola su iniziativa di Corrado Leoni, un insegnante in pensione dell’Istituto Turistico-Alberghiero, che ne diventerà il Presidente. Leoni lancia l’idea di ripristinare le antiche tradizioni nel territorio di Casola tra le quali rientra la Sagra dei Pomi di Codiponte. Fa da battistrada e risveglia l’entusiasmo tra coloro che la vissero in prima persona anni a dietro. Si crea così un comitato promotore e non mancano le nuove leve incuriosite dall’inconsueto fervore suscitato dalla notizia di un ritorno della sentita tradizione popolare della Sagra dei Pomi. Luigi Pellini capeggia il gruppo composto da Claudio Giacomazzi, Umberto Olmi, Franco Valenza, Simone Ballerini, Germano Villa e Barbara Ricciotti.

Il risveglio di un sentimento di appartenenza sopito riporta alla mente le parole di una celebre canzone di un noto cantautore: “ la storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso “. Può suonare retorico ma rende l’idea.

E’ un risveglio che produce una serie di iniziative benefiche per il paese e non solo. Una parte dei proventi della Sagra infatti vengono impiegati per realizzare il “ Giardino dei Pomi “, un’area verde attrezzata in cui sono stati sistemati giochi per i bimbi. Una somma viene devoluta all’ospedale pediatrico Mayer di Firenze per aver affrontato con successo un intervento chirurgico delicato ad una bimba di Codiponte. Altri contributi in denaro sono stati assegnati alla parrocchia per aiutarla ad acquistare una nuova amplificazione e al centro sociale non udenti per ultimare i lavori della propria sede. Nel contempo il Comitato con un’altra parte dei proventi ha proseguito a dotarsi di attrezzatura propria acquistando dieci tavoli da birreria e venti panche.

Nel 2009 la Sagra rischia nuovamente di andare in letargo, per motivi legati soprattutto all’impegno profuso in questi sei anni e alla stanchezza che affiora tra gli organizzatori. Ma accade un altro fatto importante. A reagire è un gruppo di giovani del paese, Francesca Andrei, Mattia Leonardi, Daniele Argenti, Gianluca Martini, rimasti in questi anni scarsamente interessati all’impegno concreto. Il gruppo composto da laureati, studenti e lavoratori si mobilita e prende le redini della organizzazione galvanizzando quelle energie affievolite dei più esperti membri del comitato promotore che ritrovano motivo e interesse a rimettersi in gioco. Nasce così un connubio inedito tra giovani e meno giovani che porta ad un ennesimo successo la ventiseiesima edizione della Sagra dei Pomi.

La raggiunta coesione e armonia del comitato unito dopo l’esperienza del 2009 pone le premesse per un programma esteso ad altre iniziative come le due gite effettuate, le cene estive paesane in corso di attuazione, la partecipazione diretta a migliorare gli angoli verdi del paese come la piazza centrale ritornata la scorsa primavera arredata come un tempo e la imminente ristrutturazione della fontana nella piazza del Castello, l’adozione a distanza di un bimbo senegalese. Inoltre, i prossimi anni vedranno impegnati il Comitato e numerosi amici volontari, di comune accordo con il parroco Don Daniele Arcari e la comunità parrocchiale, nella realizzazione del progetto di ristrutturazione del campo sportivo e infine concorrere a valorizzare il centro sociale non udenti affiliato alla Croce Bianca di Codiponte.

L’edizione della Sagra dei Pomi 2010 si arricchisce di tutto questo e si propone di sviluppare nuove idee in occasione del quarantesimo dalla sua nascita.

È un anno particolarmente interessante perché ritrova la collaborazione della Croce Bianca e la disponibilità dei suoi dirigenti, in primo luogo il suo Presidente Renatino Ballerini, nel concorrere al nuovo corso della Sagra e alla sua stabilità organizzativa.

La ricorrenza del quarantesimo dalla sua nascita verrà festeggiata sabato 4 e domenica 5 settembre p.v. all’insegna dei fiori con una mostra fotografica nelle vie del paese che metterà in evidenza al vasto pubblico della Sagra la bellezza della flora di altitudine del Parco delle Apuane. Una suggestione dell’inestimabile valore della natura che ci suggerisce di custodire con amore i suoi tesori più nascosti. Lo slogan scelto rimanda ancora una volta, non a caso, ad un’altra canzone "Ci vuole un fiore" Testo di Gianni Rodari e cantata da un famoso cantate, e la gente di Codiponte di fiori se ne intende. L’insieme verrà allietato sabato da una serata danzante e da uno spettacolo pirotecnico che il paese di Codiponte, in modo del tutto eccezionale, ha deciso di offrirsi e offrire al suo affezionato pubblico per festeggiare il 40° della sua sagra. Domenica ci sarà la tradizionale sfilata dei carri allegorici e i balletti folcloristici dei bimbi e ragazzi nella piazza centrale del paese. Non mancheranno al Castello musica, prelibatezze tradizionali e le allegre compagnia in osteria. Nelle vie e nelle antiche cantine del borgo esporranno i loro prodotti gli artisti e gli artigiani locali.

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COME SI SVILUPPA LA SAGRA

A chi sa poco o niente di come si sviluppa la Sagra dei Pomi di Codiponte, dello spirito che la anima raccontiamo il suo divenire e come nulla sia scontato in partenza. Ad ogni primavera ci poniamo le stesse domande: ci saranno le medesime condizioni dell’anno precedente per ottenere lo stesso risultato? Ci saranno uguali forze, uguali energie per poter mantenere le consuete caratteristiche? Alcune difficoltà nascono per motivi di salute, motivi familiari, di lavoro, di lontananza, emigrati altrove per motivi di lavoro, di età avanzata ahimè!, di stanchezza a volte. La valutazione di rifarla non è facile. Tuttavia i membri del Comitato Promotore iniziano pazientemente a cercare, nei limiti del possibile, soluzioni alle difficoltà che man mano si presentano avendo chiaro e fermo un principio a loro caro: tenere uniti prima di tutto quelli su cui poter contare, incoraggiandoli a riproporsi senza tralasciare la possibilità di eventuali apporti collaborativi, anche i più piccoli. Finora per fortuna è andata bene. La Sagra custodisce un piccolo segreto che Vi svegliamo subito. Sono soprattutto tutte quelle persone, e sono tantissime avrete modo di constatarlo, che svolgono piccoli compiti importanti in maniera ordinata e sapiente; anche il più marginale apparentemente diventa per il complesso dell’opera indispensabile. Chi a creare vestitini per gli improvvisati danzatori e carristi, chi a sbucciare chili di mele, chi a inventare nuove ricette per altrettanti squisite torte, chi a preparare deliziosi dolci a base di mele, chi a raccogliere legna e alimentare forni, chi a infornare pattone, cuocere cian, friggere patatine, chi a imparare l’arte del cuocere frittelle di mele, imbottire sgabei. E non possiamo certo dimenticare chi rimane a casa a cucinare e far trovare pronto a chi è impegnato ad allestire la Sagra, chi pur lavorando trova un momento per rimediare materiale ed attrezzature da riciclare senza spendere nulla ( lavandini, frigo bar, pannelli, impianti elettrici, fari, lampadine, oggetti per la pesca di beneficenza ). E scopriamo anche chi offre la sua arte nel produrre miniature per ricavare qualche soldino in più, chi sforna nuove idee da rappresentare sui carri allegorici, chi con gusto e talento affresca i cartelloni come fossero quadri, chi si inventa un gioco di destrezza e chi come la filarmonica S. Cecilia di Casola in Lunigiana si prepara a ritmare il suo ennesimo repertorio musicale della sua centenaria esperienza. Ogni opera si compie con dedizione sempre più convinta grazie anche a chi mette a disposizione casa propria, giardino, forni, aie, fondi e locali, a chi dedica un po’ del proprio tempo libero o, addirittura, parte delle proprie ferie. E c’è pure chi le stabilisce prima o dopo la Sagra per esserci puntualmente a collaborare. E non finisce qui. C’è chi mette a disposizione il suo trattore, il suo camioncino, chi procura tavoli e sedie, li porta e li riporta, chi con mano sapiente prepara salsicce, chi la peperonata e chi pulisce acciughe salate da mettere sottolio per l’osteria. Altri preziosi contributi scavando ancora nella memoria provengono da chi prepara i listini prezzi e i bigliettini di cassa, da chi con fare da esperto ragioniere controlla i conti, la spesa, bada a non sprecare, da chi allestisce la scenografia, le luci, le bandierine lungo il percorso che dal ponte vecchio al Castello, da chi riesce a rimediare gratuitamente trasporto compreso un w.c. chimico per il pubblico, da chi installa amplificazioni e microfoni, da chi con professionalità produce gli elaborati tecnici necessari per richiedere le previste autorizzazioni, da chi cura pubblicità e relazioni pubbliche e infine da chi tutte le sere prepara e coordina amorevolmente gesti e movimenti dei più piccoli e dei ragazzini improvvisati danzatori di strada. Se involontariamente qualcuno è rimasto fori da questo lungo elencare ci perdoni, noi consideriamo ugualmente il suo operato importante alla pari degli altri. Un piccolo mondo dunque che si muove in apparente spontanea sintonia nel modo del tutto volontario, libero e gratuito. Questa è la Sagra dei Pomi di Codiponte, unica nel suo genere in tutta la Lunigiana. Un momento nel quale, lontani dai gesti quotidiani che si ripetono meccanicamente ovunque, la vita torna a darsi un ritmo di cui tutti abbiamo nostalgia e forse bisogno. Dopo averla vista reale e viva al termine gli stessi protagonisti ricompongono ogni cosa. Chi smonta, chi pulisce, chi riordina casa, locali fondi e così via. Si ritorna al ritmo consueto consapevoli d’aver dato vita a un’idea di aggregazione sociale per uno scopo: il progetto di ristrutturazione del campo sportivo della parrocchia di Codiponte negli anni avvenire.

PICCOLA MEMORIA STORICA

(a cura di Franco Valenza addetto stampa della Sagra dei Pomi) Queste poche righe si apprestano a raccontare senza pretesa alcuna ciò che ho potuto apprendere dalla gente dell’antico borgo di Codiponte, ove risiedo ormai da tempo. Prendo spunto da un fatto che ha mobilitato l’intero paesino intorno alla Sagra dei Pomi e che ha visto realizzare nel 2007 il parco giochi per bimbi, il “ Giardino dei Pomi “, con il ricavato della manifestazione e la collaborazione dell’Amministrazione Comunale di Casola. Un piccolo fiore all’occhiello della gente di Codiponte che ama il proprio paese e che ha impiegato, senza risparmiarsi, tempo, energie e idee in questa Sagra. Tradizioni e iniziative popolari non nascono per puro caso, c’è sempre dietro una motivazione significativa. A Codiponte le testimonianze ci dicono che hanno avuto ed hanno finalità sociali e solidali perché frutto di uno spiccato sentimento di appartenenza popolare vivo e attivo. Negli anni settanta, ad esempio, nacque da un forte impegno volontaristico l’assistenza pubblica “ Croce Bianca “, sostenuta anche dai ricavi della Sagra dei Pomi. Prima ancora, nel dopoguerra, raccontano i più anziani, venne costruito un asilo, mattone su mattone. Oggi l’asilo è in fase di allestimento per un centro di aggregazione sociale per sordi e udenti. Un’iniziativa affiliata alla Croce Bianca. Un’altra interessante testimonianza, ricordano ancora gli anziani, era la cosiddetta “ Comandata “, un’attività di mutuo soccorso pratico che suppliva alla mancanza di braccia forti nelle famiglie a causa delle perdite subite in guerra, ma anche a causa dell’emigrazione in cerca di lavoro altrove. Oggi questa consuetudine si è spenta. Il contesto è cambiato per fortuna. Rimane tuttavia il valore storico di un’esperienza umana da non dimenticare. Anche per la passione del gioco, il paese a metà circa degli anni 90 si è organizzato e ha creato il circolo della bocciofila, una struttura funzionale all’aggregazione sociale che merita di vederla più attiva. E che dire del recuperato secentesco oratorio del Castello di Codiponte dedicato a sant’Antonio da Padova ? Un’opera restituita allo storico borgo incastellato da un manipolo di volontari sostenuti caparbiamente da tutta la gente del paese che l’ ha con slancio generoso finanziata. Ciò accadde otto anni fa. Recentemente poi, chiusa l’esperienza del consorzio Agrario, il capannone consorziale è stato donato alla Croce Bianca allo scopo di destinarlo ad attività sociali. L’assemblea della Sagra dei Pomi nella seduta del 2007 ha già deliberato il suo impegno a partecipare al raggiungimento di questo importante obiettivo. Queste testimonianze ricordano da vicino quel sentimento di solidarietà sociale diffuso all’inizio del secolo scorso quando sorsero forme di organizzazione laiche e cattoliche per dare risposte a bisogni essenziali come le società operaie e contadine di mutuo soccorso, le cooperative sociali, le leghe sindacali. Oggi, in questo angolo di Lunigiana, affiora viva ancora,seppure calata in un contesto diverso, quella memoria storica che in definitiva ci aiuta a operare per il bene comune allontanando il rischio di rovinose contrapposizioni, paure e ansie amplificate dagli eventi raccontati in tempo reale dalle televisioni.

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