LA FOIBA DI CAMPASTRINO
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Nel 1972 a Campastrino, frazione di Riccò del golfo è stata ritrovata una grande buca profonda oltre 40 metri nella quale furono recuperati resti umani di militari tedeschi ed italiani, questi ultimi chiaramente appartenenti alla Decima Mas. La questione delle Foibe è una delle storie italiane più soggette ad interpretazione (varia) dell’immediato dopoguerra. Relativamente a quella presente nel comune di Riccò, pare che dopo la resa dell’aprile 1945 i prigionieri sopravvissuti agli scontri con i partigiani, furono gettai nella foiba – non si sa se vivi o morti -, posta a poche centinaia di metri del locale presidio tedesco. Lo spezzino Lorenzo Martinelli è sceso nuovamente nella foiba a clessidra di Campastrino, rinvenendo altri resti umani. Li ha fotografati ed ha cominciato una sorta di “lunga battaglia” per il recupero globale dei resti, insieme all’avvocato spezzino Guidi ed a Marco Pirina, presidente del centro studi e ricerche storiche “Silentes Loquimir”, riconosciuto in Italia ed in Europa come il primo che ha portato a conoscenza dell’opinione pubblica e della storia, delle foibe, grazie a diverse pubblicazioni. Tutti i resti raccolti, sono stati inviati al laboratorio criminalistico del servizio di medicina legale di Venezia.
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