IL PORTORO
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La pietra detta "Portoro" compare nel versante semioccidentale del Monte Muzzerone, in Porto Venere e delle isole Palmaria e Tino. Il Portoro è un calcare a struttura microcristallina di colore nero per la presenza di sostanza organica, con venature di colore giallo-oro dovute ad un processo di dolomitizzazione che, ossidandola, ha distrutto la struttura organica. La sua formazione risale a circa 190 milioni di anni fa. Il Portoro era già noto ai Romani come pietra ornamentale e da costruzione, ma lo sfruttamento delle cave all'isola Palmaria e al Monte Muzzerone inizia nel secolo XVI. Si sa che il Senato di Genova concesse l'autorizzazione allo sfruttamento della roccia allo scultore Domenico Casella agli inizi del secolo XVI.
Lo sfruttamento delle cave di portoro ebbe un tale sviluppo che nel 1862 ne furono censite ben trenta. Una delle cave più efficienti fu la Cava Merlini nell'isola Palmaria (1908) che occupava numerosi cavatori, alcuni locali, altri provenienti da Carrara. Il lavoro era durissimo e assai pericoloso, la sezionamento del blocco di marmo si effettuava col filo elicoidale (lungo 900-1000 metri) azionato da un motore elettrico posto in basso.
A Porto Venere si ricorda ancora la frana di 100 tonnellate avvenuta nella cava della Crocetta, dove si estraeva il portoro e nella quale morirono quattro cavatori, il giorno della festività dell'Immacolata Concezione, l'8 dicembre 1937. A causa del selvaggio sfruttamento delle cave di marmo, la morfologia del promontorio di Porto Venere risulta alterato. In corrispondenza delle cave, definitivamente chiuse nel 1932-83 per il rigoroso impegno dell'allora amministrazione comunale che intervenne ad impedire lo scempio del territorio, permangono gallerie ed altre "forme artificiali" che, purtroppo, deturpano il paesaggio.
RASSEGNA FOTOGRAFICA
Fonte: Pro Loco Portovenere