FORTE DELLA CASTELLANA
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Il Forte della Castellana si trova sull'omonimo monte è un punto di osservazione unico, scelto per le sue peculiarità già ai primi del 1800.
Storia
L'11 Maggio del 1808, Napoleone elegge La Spezia "Porto Militare" intendendo qui concentrarvi le "principali forze marittime delle quali gli era dato disporre", costruendovi un Arsenale marittimo e "ponendo in difesa tutto il golfo della Spezia". Un secondo decreto datato 30 Maggio istituisce il VII Dipartimento Marittimo, con capoluogo La Spezia, con giurisdizione da Sanremo fino ad Orbetello, assegnando quindi il Lazzaretto alla Marina Militare, disponendone l'utilizzo a magazzino per la stessa. Con il medesimo provvedimento bandisce il reclutamento in Tolone di 120 operai di quell'arsenale, oltre a 500 forzati da inviare alla Spezia e di altri 100 operai da reperire sul posto. Con il decreto dell' 11 Giugno dello stesso anno, Napoleone ribadisce e precisa le proprie volontà: gli stabilimenti marittimi per la costruzione di navi e relative manutenzioni devono essere costruiti nei seni delle Grazie, del Varignano, di Portovenere e difesi da una fortezza sulla Castellana, "eseguita in modo da occupare tutto l'istmo tra la baia di Riomaggiore ed il porto della Spezia", da un forte sulla Palmaria, da uno sul Tino e da una batteria sulla punta di Maralunga. La gelosia francese osteggia i progetti di Napoleone gonfiandone i preventivi, portandoli ad oltre 32 milioni di franchi: alla caduta dell'aquila napoleonica, ne saranno stati spesi appena 247.700 (di questi 161.000 alla Castellana).
Il 5 Luglio 1808, Napoleone ordina ai suoi ingegneri la progettazione di una strada da La Spezia a Parma, il miglioramento di quella per Sarzana ed il tracciamento della carrozzabile dalla Spezia a Portovenere .
Tra questi ingegneri specialisti vi era il colonnello del genio Morlaincourt, il cui compito era quello di provvedere ad un accurato studio ed al rilievo geografico dei luoghi con dettagliate indagini sul tipo di profondità dei fondali della rada, sulle città e villaggi che si affacciavano sulle sue rive, completando il rapporto circa la produttività agricola ed artigiana locale. Dal rapporto Morlaincourt molto ampio ed articolato, certamente vide la luce la strada che da La Spezia raggiunge Portovenere, che nel 1812 venne completata, con una spesa totale di 318.695 franchi. Altre ipotesi di opere non videro realizzazione pratica. Nell'anno successivo venne alla Spezia il Conte Chabrol de Volvic, inviato per procedere ulteriormente nell'indagine e dare inizio alle opere necessarie all'impianto della piazzaforte. Molti furono i tecnici al seguito che procedettero ai dettagliati rilievi per le costruende opere. Sono qui mostrate rappresentazioni grafiche, due litografie dell'epoca in cui viene descritto il rilievo di Monte Castellana con il borgo fortificato di Portovenere Fig.1
Nella Fig. 2, frutto del solito rapporto tecnico, viene indicata in maniera approssimativa e fantastica come avrebbero dovuto essere le fortificazioni delle Cale Castagna e Punta Santa Maria, ed il monte Castellana come allora in realtà si mostrava. E' doveroso ricordare, ai fini storici, che i rilievi topografici della Castellana sono effettuati dal Sottotenente del Genio Militare Francese, Agostino Chiodo, che utilizza per la prima volta il metodo delle curve di livello, per rappresentare sulla carta i rilievi montuosi Si dette quindi il via alla costruzione del Forte della Castellana, battezzato "Napoleone", il 13 Maggio 1811 predisponendo i magazzini e le necessarie attrezzature di cantiere, presso l'oratorio della Concezione, a Marola. Venne inoltre tracciata la strada alla sommità della Castellana. I lavori vennero però sospesi nel Gennaio del 1814. Ultimo atto della presenza napoleonica nel Golfo fu una valorosa resistenza del forte di Santa Maria da parte di una modesta guarnigione francese contro gli inglesi. La caduta dell'impero quindi non permise il completamento del forte Napoleone della Castellana; altre opere progettate dai francesi videro però il completamento come le batterie poste a Lerici e Santa Teresa, quelle di Portovenere e della Castagna. Nel corso dei molti decenni seguenti, il forte della Castellana e soprattutto le installazioni ad esso collegate, come locali per stoccaggio munizioni, gallerie, casermaggio, locali di logistica, ecc, si andranno via via completando fino ad arrivare alla II guerra mondiale; in tale periodo la grande struttura fu usata come deposito di munizioni ed esplosivo, di ragguardevole capienza, fu in questo momento storico che durante un'incursione di bombardieri nemici uno spezzone incendiario lanciato da un' aereo appiccò il fuoco al bosco sottostante il forte, le fiamme divamparono furiose, anche favorite dal fitto bosco di pini, arrivando a minacciare da vicino la fortificazione. I soldati che colà vivevano, insieme ad altri provenienti dalla vicina batteria di Costa Rossa (Cascino), che si trova lungo la strada che sale verso Campiglia, unitamente ai pompieri si impegnarono per spegnere il grande rogo. Intanto le fiamme, sempre più vicine ai depositi di esplosivo, minacciavano di far saltare la cima del monte. Fu così che gli abitanti di Campiglia, consci che in caso di esplosione della polveriera il loro paese sarebbe stato completamente spazzato via, intervennero quindi in massa affrontando da vicino il notevole rischio e si prodigarono con tutti gli altri militari per spegnere il vasto incendio, alfine domato con grande sollievo per tutti.