AGGUATO ALLO SCIRE'

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Autore: ALBERTO VIGNALI
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Versione attuale delle 18:28, 4 mar 2012

LA VENDETTA DI CUNNINGHAM PER LO SMACCO DI ALESSANDRIA

Non fu un atto di guerra comune, MA UN AGGUATO VERO E PROPRIO. Un'azione deliberata per colpire un nemico temibile che li aveva umiliati pochi mesi prima quando, nel dicembre 1941, pochi uomini seduti su dei siluri malfermi gli affondarono l'orgoglio della flotta nel mediterraneo. Lastoria e' quella del sommergibile Scire', salpato da La Spezia nel pieno della seconda guerra mondiale per poi essere affondato nella rada di Haifa, oggi Israele. Il 10 agosto 1942 il sommergibile e tutto il suo equipaggio furono vittime di una vera e propria trappola orchestrata dagli inglesi, direttamente coordinata dall'ammiraglio Cunningham, per rifarsi dello smacco subito dalla flotta britannica ad Alessandria il 18 dicembre 1941. Un'esecuzione consumata in una vasca da bagno L'attacco al porto di Haifa si trasformo' cosi' IN UNA TRAPPOLA MORTALE PER LO SCIRE'. L'analisi parte dall'ipotesi, o meglio dalla certezza ormai, che i britannici fossero a conoscenza dei piani del sommergibile, sicuramente avevano scoperto la missione segreta del battello.

LA SPEZIA - SCIRE' - 01.jpg

La scoperta del nostro obiettivo avvenne grazie alla decifrazione del CODICE ENIGMA. Per questo gli inglesi fecero arrivare il battello indisturbato in prossimita' dell'imboccattura del porto per poi poterlo attaccare con bombe di profondita' in una zona in cui non poteva sfruttare il fondale per fuggire;a non piu' di un miglio dall'imboccattura del porto di Haifa ben quattro cacciatorpediniere inglesi attendevano il certo arrivo dello Scire'. dopo la caccia lo attaccarono con il lancio di numerose cariche di profondita' per costringerlo all'immersione. Lo colpirono quelle lanciate dalla HMS Islay in una posizione in cui lo Scire' non poteva agevolmente sfuggire all'attacco. Il fondale di cento piedi in cui fu fatto arrivare prima dell'ingaggio non consentiva disimpegno alcuno, inoltre l'area era sorvolata da aerei che potevano dare le coordinate per lo sgancio delle bombe. Costretto ad emergere per salvarsi dall'affondamento, e per evitare la morte certa dei suoi uomini, il comandante Bruno Zelik avrebbe sicuramente autoaffondato il battello una volta messo l'equipaggio sulle scialuppe:oramai il sommergibile era oggettivamente perduto; ma una volta emerso, in posizione di svantaggio, il battello inerme si trovo' al centro del tiro libero di diverse unita' nemiche. Dal mare da terra, lo Scire', ormai vinto e destinato alla resa, fu iinvece colpito da piu' direzioni. Un vero e proprio plotone di esecuzione. Chiudendogli la via di fuga le navi inglesi lo obbligarono a subire, anche se ormai colpito a morte, un gesto crudele per una nave ormai battuta e impossibilitata a combattere. All'improviso, tra il il frastuono delle esplosioni e le alte colonne d'acqua, vidi con chiarezza emergere quasi verticalmente, lo scafo lungo e scuro dell'unita' braccata, ripiombato sulla pancia con un tonfo, l'unita' nemica venne subito bersagliata dai cannoni e dalle mitragliere pesanti dei caccia che ne feccero scempio. Scosso dai colpi come un'animale ferito, il sommergibile fece uno strano balzo in avanti con la prora per poi adagiarsi su un fianco ed affondare rapidamente in un grande vortice. Poteva essere finita qui. Ormai era chiaro che il sommergibile italiano era colpito a morte, distrutto, vinto, era palese che stava affondando senza poter recare danno alcun. In quel fondale i marinai si potevano ancora salvare pero' una trentina di metri di profondita' garantiscono il modo di uscire senza immensi problemi. MA L'AZIONE NON ERA ANCORA FINITA, LO SCIRE' DOVEVA ESSERE ANCORA COLPITO, UMILIATO, CANCELLATO. Sul fondo l'equipaggio tento' pero' di salvarsi, uscendo dal battello in immersione, lo provano le posizioni dei resti umani ritrovati in seguito all'interno del sommergibile, sistemati nelle aree dei portelli di fuoriuscita e non ai posti di combattimento come avrebbe dovuto essere se l'equipaggio dello Scire' fosse perito durante l'attacco in superficie o non avesse avuto piu' il tempo di tentare il salvataggio. A bordo dello Scire' l'equipaggio invece si preparo' ad abbandonare il sommergibile fermo sul fondo. I 35 uomini si portarono a ridosso dell'uscita di poppa e allagarono il vano motori per equilibrare la pressione prima di aprire il portello esterno. Ebbero il tempo di farlo: avrebbero potuto salvarsi tutti. Ma in quel momento le navi si fermarono sopra l'ormai relitto e lo bombardarono inesorabilmente ancora con le bombe di profondita'. Fu evidente che il sommergibile era diviso in due tronconi collegati forse tramite chiglia e che a prora della vela vi erano evidenti segni di un'esplosione. PROVE CHE LO SCIRE' VENNE FINITO SUL FONDO. Altre prove dell'accanimento sul relitto fermo sul fondo arrivano dal fatto che sul troncone di prua mancavano il paiolato ed il tagliareti ed era completamente a nudo lo scafo resistente, poi la parte poppiera era coperta di rottami. Entrambi i periscopi invece risultavano completamente alzati ed i timoni di profondita' erano a salire, quindi il battello non si emerse per la volonta' dell'equipaggio ma solo per i danni subiti dal cannoneggiamento. GLI INGLESI SI ACCANIRONO E LO SCIRE' FU CENTRATO DA UN'ULTIMA BOMBA DI PROFONDITA' CHE LO DISTRUSSE, I 53 MARINAI PERIRONO PERCHE' NON GLI FU LASCIATA VIA DI SCAMPO UN'ESECUZIONE IN PIENA REGOLA.

L'ULTIMA MISSIONE

Lo Scire' mollo' gli ormeggi dalla Spezia il 27 luglio 1942, alla volta di Lero. In questa base ( il 4 agosto ) giunsero in aereo gli "uomini gamma" destinati ad imbarcare sul sommergibile; si trattava dell'operazione S.L.1. la partenza avvenne il 6 agosto e il sommergibile attese in mare le informazioni provenienti dalla ricognizione aerea tedesca su Haifa. Forse queste comunicazioni radio, furono intercettate e decriptate dagli inglesi,furono l'annuncio dell'arrivo dello Scire'. Dopo quelle comunicazioni non si ebbero piu' notizie del battello. Alla conclusione delle ostilita' si seppe che lo Scire' era stato affondato, oggi sappiamo senza possibilita' di resa o di salvezza per i suoi marinai. Al comando di Junio Valerio Borghese gli italiani nel dicembre 1941 avevano attaccato il porto di Alessandria d'Egitt, prima forzando la baia blindata e quindi danneggiando affondandole in pochi metri le corazzate HMS Valiant, HMS Queen Elizabeth, il cacciatorpediniere HMS Jervis, la petroliera Sagona nonche' il piroscafo RMS Durham. Quando gli incursori italiani minarono e affondarono le navi inglesi ad Alessandria si preoccuparono, una volta catturati dai nemici ( cosa praticamente inevitabile e messa in conto ), di avvisare il loro comandante per far mettere in salvo l'equipaggio. Nella seconda guerra mondiale le azioni degli incursori italiani provocarono danni ingenti, ma non morti dirette.

LO SCIRE' VENNE COSTRUITO PRESSO I CANTIERI OTO DEL MUGGIANO FRA IL 1937-1938 E VARATO IL 6 GENNAIO 1938 FU CONSEGNATO NELL'APRILE DELL'ANNO SUCCESSIVO.

EQUIPAGGIO

- Cap. Corv. Bruno ZELIK, Comandante

- Ten. Vasc. Gennaro SAVINO, Ufficiale in 2ª

- Cap. (GN) Antonio TAILER, Direttore di Macchina

- Ten. Vasc. Armando OLCESE

- S.Ten. Vasc. Remigio BENINI

- Ten. (GN) Alfonso BAIO

- Guardiamarina Raul CROCI CARMINATI

- C°1^cl. Giuseppe FARINA

- C°1^cl. Francesco RAPETTI

- C°1^cl. Umberto RAVERA

- C°2^cl. Livio VILLA

- C°3^cl. Francesco BARBIERI

- C°3^cl. Remo FONTANINI

- C°3^cl. Gino STELLA

- 2°C° Tommaso CONDO

- 2°C° Silvio SALARIS

- Sgt. Ottorino BARBUTI

- Sgt. Giovanni BRAGGION

- Sgt. Benedetto GIURINI

- Sgt. Romolo LODATI

- Sgt. Umberto ULIVELLI

- Sgt. Domenico VESPIA

- Sc. Settimo AGNALLI

- Sc. Ivo BORGHETTI

- Sc. Lindo BRUGNONI

- Sc. Enzo CANALI

- Sc. Domenico CAPPELLINI

- Sc. Mario CAPUANO

- Sc. Pasquale ESPOSITO

- Sc. Vincenzo GIACALONE

- Sc. Giuseppe MAGNONE

- Sc. Giovanni MAPELLI

- Sc. Luciano MONTANELLI

- Sc. Giovanni MORANI

- Sc. Aurelio PERESSON

- Sc. Antonio PETRACCHI

- Sc. Ettore POZZI

- Sc. Enrico RIVA

- Sc. Eugenio SCARDIGLI

- Sc. Corrado SCOTTI

- Sc. Rocco TAVELLI

- Com. Cesare ANTONUCCI

- Com. Marcello BORGOGNO

- Com. Vittorio DRAGONE

- Com. Alfiero GEMMI

- Com. Fulvio GERVASI

- Com. Vittorio PIZZICHINI

- Com. Federico REGALDO

- Com. Livio VISINTIN

Operatori Incursori della Xª Flottiglia MAS

- Cap. (CM) Egil CHERSI

- S.Ten. (MD) Pier Ernesto GNECCO

- Capo Inf. Aurelio MORGAN

- 2°C° Ief Eugenio DEL BEN

- Sgt. Nocch. Delfo CAPRILI

- Sgt. P.M. Lauro MANZONI

- Sc. Cann. P.S. Erminio FIORAVANTI

- Sc. Pal. Rodolfo BEUK

- Segn. Paolo BARONCHELLI

- Fuoch. Luca RICCIARDI

- Fuoch. Guido FONTEBUONI

Autore: ALBERTO VIGNALI

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