LA FIERA DI SAN GIUSEPPE

Da wikiSpedia.

Versione delle 14:02, 25 lug 2011, autore: Topuso (Discussione | contributi)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)

Un po' di storia

Le fiere, tipiche istituzioni del commercio medievale, sono convegni abituali di venditori e compratori; nascono con l’apparire di quelle attività di scambio che hanno bisogno di “appuntamenti" fra chi intende disfarsi di merci in esubero e chi ne ottiene in cambio altre necessarie. Per lo più le fiere traggono origine da feste religiose; si tengono dapprima sui sagrati delle chiese o nelle vicinanze di cimiteri, per poi venire trasferite, visto il loro espandersi, fuori dalle mura cittadine. Per una città l'essere sede di una fiera e sempre stato un privilegio molto ambito: basti pensare a tutta una serie di agevolazioni come la libertà di circolazione per i mercanti, le immunità fiscali o l'esenzione di dazi in entrata e in uscita. E così che nella seconda metà del Seicento, la Comunità spezzina, alla luce delle miserevoli condizioni economiche del territorio, richiede al Senato di Genova la facoltà di istituire due fiere annuali: il 19 marzo per San Giuseppe e il 15 agosto in occasione della festività di Santa Maria Assunta. La richiesta viene accolta e dal 1655 si possono introdurre le merci via terra, pagando le gabelle solo su quelle vendute, ad esclusione delle merci provenienti da Avenza e dalla Magra, perché considerate come introdotte via mare. Nel 1826 - precisamente il 16 settembre - si tiene la prima edizione della fiera di San Cipriano: non è soltanto una fiera di bestiame e di merci varie, ma un'occasione di festa con danze, divertimenti e competizioni popolari: Nel 1896, lo studioso Ubaldo Mazzini, nella sua Guida della Spezia, scrive che le fiere alla Spezia sono ben quattro: la fiera di San Giuseppe, patrono della città, dal 19 al 21 marzo, la fiera di San Cipriano nei giorni 14, 15 e 16 settembre, quella di Santa Lucia, dal 13 al 15 novembre e, infine, di Sant’Apollonia dal 9 all’11 febbraio.


La Fiera

Tempo splendidamente sereno. Poca gente. Pochi quattrini. Neanco i nocciolari hanno fatto fortuna. lo Io so positivamente, Le speranze circa l'annata avvenire sono liete e ridenti, i nostri campi si mostrano, benché in istadio incipiente, pieni di vita, La stagione è finora regolare e tutto promette un buon raccolto se un altro 5 luglio non venga a desolare le campagne. Speriamo adunque che l'anno venturo la fiera riuscirà più benefica alla nostra povera città, la quale da tanti anni lusingata con fallaci promesse non ha finora raccolto che parole, parole e parole. Da L’Eco di Val di Magra, 21 Marzo 1880.


Cronaca di Spezia

Dicono che il giorno di S. Giuseppe piova sempre — non per niente aggiunge un nostro amico che dice male della Spezia per aver il piacere di sentirne dire bene, non per niente S. Giuseppe è il santo patrono della città « Quest'anno però lo sposo di Maria ha voluto riabilitarsi - il che non è dato a tutti - e c'è riuscito. La giornata d'ieri è stato uno splendore di azzurro e di primavera [Era una] di quelle giornate in cui nel sorriso del cielo trovate come un sorriso della vita - e in mezzo a tanto fulgore di natura vi sentite più forti, più buoni, più umani - l paesi vicini si erano riversati per intero in città - e una folla continua, varia, fitta si accalcava per le vie. l tradizionali resti di nocciole, la sola cosa che sia restata della fiera di un tempo, fecero furore. Abbiamo visto signore e signorine averne per collana, per tracolla, per braccialetto, per cintura - Potere della bellezza! - Modestissima fila di nocciola contornante un collo fidiaco rifulgeva come fosse stata di perle — Un dubbio atroce però non ha lasciato un istante di tormentarmi — tutte quelle nocciole saranno state poi mangiate? Alla marina le baracche dei saltimbanchi furon gremite di spettatori dall'alba a sera avanzata - i banchi dei rivenditori ambulanti furono vuotati. E ieri sera tutti eran contenti della bella giornata ringraziando S. Giuseppe - Massinelli avrebbe detto: Oh! che bella festa! Oh! che bella festa! Da La Da La Giovane Democrazia, 20 marzo 1886.

Strumenti personali