BELINADE

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BELINADE (gran paciügo in dialèto spezin en poesia)


Si tratta di una raccolta di poesie dialettali, scritte da Eugenio Giovando e suddivise in sezioni:


  • A Spèza e dentorni
  • A vita sensa amoe l'è come na mes-ciüa sensa peve!
  • O Natale dea giornà d'anchè i ne vaa na costigèa de bè...
  • A Spèza l'è na gran mes-ciüa de gente 'nbatossemà!
  • Trilüssàde... Spezinade... L'è mègio vive sent'ani coi lion ch'en giorno coe gente!
  • All'ostaia
  • Vita vissü
  • Fregoge - Chi vè capie i capissa...


Il Titolo Contiene un arguto gioco di parole: Belneide/Belinade, perché da un lato Giovando richiama le vicende lunghe e non sempre facili della città e dei suoi dintorni, da lui amati in toto, dall'altro lato, con la sua consueta modestia, tende a sdrammatizzare l'enfasi classica, sminuendone quasi l'importanza, un po' come fece Giovanni Pascoli con le sue Myricae.


Tra le varie poesie presenti, alcune sferzano i vizi umani in maniera sempre ironica e sorridente, ma non per questo meno vivace e profonda, come, per esempio, Er Caro Armà e o Spraveo, Rasse divèrse , Defeensa , Encontro ; altre descrivono le bellezze del territorio spezzino, lasciando trapelare l'amore per questa terra, come, per esempio, Come t'èi bèla Spèza , Sinque Tère , Portivene , Ponsò , Gente de Ria; altre ancora raggiungono quel lirismo struggente che è dato trovare solo negli animi sensibili e nei grandi poeti, come Somio de na matin , Batichèe , Ziàndoe turchine , Fòa d'arvì , Ürtima estade.


Belinade, presentazione di Pier Giorgio Cavallini, illustrazioni di Luciano Luccarini , Edizioni Cinque Terre, La Spezia, 2004

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