PIGNONE
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Storia
Origini
La storia delle tribù liguri del Levante e il rapporto con Roma meritano una breve digressione. Sulla collina posta di fronte all'abitato in direzione del mare è visitabile un importante sito dell'Età del Bronzo e del Ferro, il Castellaro, che ci riporta alla storia del popolo del Cigno, gli antichi Liguri. Il mito ci ricorda che Cicno, definito Re dei Liguri, amico o parente di Fetonte, figlio di Apollo, fu da Zeus trasformato per pietà in cigno ed assunto fra gli astri : da qui la costellazione del Cigno formata da sei stelle di cui cinque rappresentano una grande croce. Non a caso il cigno fu considerato dai Liguri antichi manifestazione di regalità di origine divina come acutamente osserva lo studioso di questo popolo Renato Del Ponte. Per ricordare il passato e la sua storia millenaria l'Amministrazione comunale in accordo con la Pro Loco e le associazioni di volontariato ha coniato per Pignone il motto "La terra del popolo del Cigno, gli antichi Liguri". Oggi il Castellaro, raggiungibile a mezzo di due comodi sentieri, è area di interesse comunitario (S.I.C.), inserita dal 2000 fra i siti soggetti a particolare tutela ambientale per la presenza di un complesso e delicato sistema carsico. Sull'acrocoro tracce di muri a secco testimoniano la vita umana dalla preistoria ai nostri giorni.
Medioevo
Le vicende del borgo di Pignone sono legate, dopo il primo Millennio, alla pieve romanica di S.Maria Assunta attorno alla quale ruota oggi la vita del paese con un dedalo di piccoli e suggestivi carruggi che convengono sull'ampia piazza Guglielmo Marconi, in origine un foro boario . Nella bolla di Eugenio III del 1149 l'insediamento abitativo è ampiamente documentato, sviluppatosi su un preesistente pagus romano sorto nel punto di biforcazione delle due antiche vie che conducevano l'una a Segesta, l'odierna Sestri Levante, l'altra a Velleia, importante centro dell'Appennino piacentino della quale rimangono importanti e significative rovine. Nel 1252 il vescovo di Luni Guglielmo cede Pignone alla potente famiglia dei Fieschi di Lavagna. Un Fieschi, Luca, cardinale influente presso la corte papale, accompagna nel febbraio del 1312 il giovane imperatore Arrigo VII di Lussemburgo, in viaggio verso Roma per essere incoronato imperatore, a Pignone. Millecinquecento armati accompagnano il potente sovrano e si accampano fuori dell'abitato : nei due giorni di permanenza nel borgo Arrigo visita la pieve di S.Maria Assunta ricostruita alcuni anni prima per iniziativa della famiglia Fieschi. Attorno al 1250 la viabilità era stata migliorata per consentire un rapido collegamento fra Sarzana e Levanto.
Rinascimento
Nel corso del '500 viene modificata l'originaria struttura fortificata del borgo con la creazione di tre varchi di accesso al paese. Oggi sopravvive unicamente quello posto all'imboccatura del Ponte Vecchio, singolare costruzione in pietra ad unica arcata risalente nella struttura basamentale al 1000 ma riconducibile, secondi alcuni studiosi locali, addirittura ad epoca romana. Il Rinascimento stimola la creazione di alcuni palazzi di pregio con interni molto curati come nel caso di quelli di proprietà delle nobili famiglie De Lucchini e Bordigoni . La loggia che domina Piazza Marconi, è ricostruzione seicentesca della preesistente collocata con ogni probabilità nelle vicinanze. E' documentato che sotto la loggia nell'aprile del 1465 i pignonesi giurarono fedeltà al Duca di Milano Francesco Sforza.
Periodo napoleonico
Durante il periodo napoleonico la sede comunale viene trasferita nel vicino borgo di Casale ma con l'avvento del regno sabaudo riportata a Pignone che continua ad oggi a rappresentare uno dei 32 Comuni della provincia spezzina, ed uno dei cinque con popolazione inferiore a mille unità. Una curiosità storica : il Comune di Casale, centro legato per secoli ai Vescovi di Brugnato ed a Levanto, attraverso l'antica via del Sale che risaliva il torrente omonimo e scendeva al mare, adottò come stemma durante il dominio francese l'aquila imperiale, oggi del tutto scomparsa e sostituita da una pigna.
Toponimo
Atun con i suoi pastori risaliva il torrente verso il passo, era un ’alba chiara appena bordata di rosso, quando fosse stato giorno pieno sarebbero giunti in vista del mare. Avevano bivaccato giù nella valle con il gregge al riparo dei muretti ed erano insonnoliti per i turni di guardia, appoggiati alle picche dalla punta di selce per guardarsi dai lupi`, ma soprattutto da qualche sconsiderato che volesse trafugare un paio di agnelli. Venivano dai monti al di là del tiume e di un ’altro ancora, e cervavano i pascoli per l’inverno ed anche procacciarsi il sale con qualche baratto. Avevano commerciato con gli uomini del "castellaro": un po' di carne secca di maiale, qualche pelle di montone ed un paio di vasi, ma con loro era difficile fare grandi affari. Erano però ospitali, avevano offerto loro carne arrostita su lastre di pietra rovente il cui odore era ancora nelle narici ed aveva fatto uggiolare i cani. Ricordava ancora quella donna dagli occhi scuri, vivaci che guardava il suo bracciale di rame, ma quello non era merce di baratto, come per gli altri non erano da barattare quei sassi magici neri e pesanti che piovevano dal cielo che lo "sciamano" locale non voleva che neppure toccassero... Questo potrebbe essere il "diario" non scritto ma raccontato di una lunga notte d'invemo da un pastore che dalla Padania, durante la transumanza, venisse al mare passando vicino a quello che poi sarebbe stato il borgo di Pignone. Raggiungibile da Monterosso e dall'Aurelia è per la sua posizione, oggi quasi riservata sul torrente omonimo, un punto nodale viario e strategico dalla preistoria alla romanità, dal medioevo ad oggi. Questa importanza e certificata dai ritrovamenti archeologici sul monte Castellaro, urne cinerarie, vasi grandi e piccoli per esigenze alimentari e di conservazione, avanzi di allevamenti di maiali ed infine i "trun" (tuono), come sono chiamati dagli abitanti di oggi, frammenti di meteoriti sferoidali probabilmente legati a qualche culto naturalistico. Durante la dominazione romana Pignone fu un "pago" da cui derivò nell'ordinamento ecclesiastico il centro plebano omonimo. Questa presenza romana è certificata dalla scoperta di una bella testa virile in marmo probabilmente in età repubblicana. La testa marmorea presenta una fuggevole nota di dolore ed è cinta di alloro. l Romani anche se presenti non lasciarono grandi tracce, il loro ordinamento guardava soprattutto alle pianure, la loro presenza qui era solo per assicu- rare la transitabilità delle vie e la pace interna. Comunque nella zona è ricordata la presenza di quattro ponti forse inoltre esistono ancora gli archi di un acquedotto ed oltre Soviore, nei lavori stradali, sono state trovate condutture in ardesia ed in cotto. L'origine del nome Pignone è controversa, scartata la più ovvia che provenga "pigna" secondo la glottologa Petracco Siccardi deriverebbe dal tardo latino "pinionis" riferito ad un particolare profilo orografico, ma vi è chi chiama in causa il pignone del ponte, tesi che ha analogia in Toscana, nei pressi di Firenze esiste un "Pignone" in riva all'Arno. La voce Pignone appare nel 1149 nella bolla di Eugenio III ma secondo Tomaini già nell'881 Carlo il Grosso cita il torrente "Pivione" e forse si tratta di un errore di trascrizione.
Personaggi storici
Leggende locali, parlano di una presenza di Attila in zona, precisamente in località "Bastia"; ma questa valle è tutta un teatro di avvenimenti e fatti, come e un inesauribile giacimento di piccoli ma interessanti reperti archeologici che vanno dalla età della pietra al basso medioevo. Di epoca medioevale nel capoluogo di Pignone è il monumento più importante, la Pieve, costruita sul precedente edificio paleo-romanico, monumento che riporta i canoni dell'arte monastica gotica di tipo umbro toscano differenziata dai modelli gotici presenti negli altri centri delle Cinque Terre. Nella pieve paleoromanica sostò Arrigo VII di Lussemburgo, imperatore del sacro romano impero, nel 1313 durante il suo viaggio da Genova a Pisa. Altro monumento è la loggia tardo medioevale ove nel 1465 i pignonesi si prestarono giuramento di fedeltà a Francesco Sforza duca di Milano. Notevole nei dintorni di Pignone è il borgo di Corvara con la sua Chiesa parrocchiale di S. Michele ricostruita nel XIII secolo: anche in questo caso la torre campanaria fa pensare ad una antica opera di difesa risalente al basso impero o all'alto medioevo. ll castello di Corvara fu sempre origine di dure contese: nell'XI secolo Corvara divenne castello estense, nel 1163 Federico Barbarossa lo assegnò al marchese Obizzo Malaspina il grande, dopo i Malaspina fu uno snodarsi di conquistatori, dagli imperiali di Oberto Palavicino ai Fieschi, dai Vescovi di Luni ai genovesi ed a Castruccio Castracani che, come Dante e Garibaldi da queste parti deve essere stato ogni dove. Tutte le storie di questa valle hanno avuto un cronista d'eccezione: il pittore Gino Bellani che a Pignone ha dedicato notevole impegno di ricerca storica ma soprattutto ne ha interpretato nei suoi dipinti aspetti che solo un profondo conoscitore ed uno spirito innamorato poteva scoprire ed esprimere.
Eventi
Gennaio: dopo la tradizionale Befana e la benedizione degli animali nel giorno di S.Antonio Abate a gennaio, il carnevale popolare ci introduce alla primavera con le numerose iniziative inserite nel Mese dell'ambiente e della cultura dedicato alle tradizioni locali ed alla valorizzazione del territorio.
Aprile e maggio: convegni, mostre, visite guidate si susseguono nei mesi di aprile e maggio.
Prima e ultima domenica di maggio: nella prima e ultima domenica di maggio celebrazione della festa religiosa della Madonna del Ponte presso la chiesetta situata alcuni chilometri a monte di Pignone. Le cerimonie si concludono con la tradizionale processione della Madonna fino a Pignone.
Luglio: riserva il corteo storico dedicato al passaggio nel 1312 dell'imperatore Arrigo VII di Lussemburgo che ha luogo biennalmente negli anni pari. I figuranti percorrono il paese fino al sagrato con il sovrano che a cavallo chiude il corteo in mezzo agli armati accompagnato dal cardinale Luca Fieschi della potente famiglia genovese dei Fieschi.
Agosto: la tradizionale festa popolare dei ravioli e dell'asado introduce alla numerose iniziative che si protraggono per circa un mese. La mostra mercato "Gli Orti di Pignone" rappresenta l'iniziativa più importante nell'arco dell'anno con grande partecipazione delle organizzazioni e gruppi di volontariato e di numerosi espositori. Nei numerosi stand è possibile l'assaggio dei prodotti tipici locali.
15 agosto: festa religiosa di S.Maria Assunta a Pignone 16 agosto: festa di S.Rocco a Casale
Autunno: riserva la festa di S.Martino a Casale con la tradizionale castagnata. 2 novembre: U ben di morti, singolare ricorrenza dedicata al culto dei morti, con un banchetto che si protrae fino a sera in piazza Marconi, ricorda tradizioni millenarie riconducibili all'antico popolo dei Liguri.
Dicembre: la festa di Natale con i doni per i bambini chiude il lungo ciclo delle manifestazioni cui si aggiungono numerose iniziative minori .
Fonti: Comune di Pignone - Cara Spezia vol I