MUSEO DIOCESIANO

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ORATORIO DI SAN BERNARDINO 01.jpg

Quello che in origine era l'oratorio di San Bernardino è oggi la sede del Museo Diocesano, restaurato dall'architetto Gianfranco Ricco ed aperto nell'estate del 2001 in occasione della presentazione del restauro del capolavoro “Gloria di San Nicola da Tolentino”(del 1539), dell'artista spezzino Antonio da Carpena, detto il Carpenino. L'edificio fu per decenni occupato dalla locale Pubblica Assistenza. Si tratta di una piccola chiesa ad un'unica navata (m 23.89 x 5.60) con copertura a falde spioventi del 1455, edificata fuori dalla Porta di Genova, adiacente o addossata, secondo le fonti storiche, alle mura cittadine trecentesche che dal castello scendevano a chiudere la città in direzione dell'attuale Piazza Beverini. A quel periodo risale la porzione di mura, comprensiva della struttura dei merli, resa visibile all'interno grazie al recente restauro (del 1999). L'attuale facciata ottocentesca, di gusto neoclassico, non ricalca la posizione dell'originario oratorio, che era arretrato rispetto al filo stradale di Via del Prione e lasciava una piazzetta sulla quale si affacciava la Porta di Genova (o di San Bernardino), ma testimonia due interventi di ampliamento dell'Otto e del Novecento: la chiesa infatti, soppressa la Confraternita di San Bernardino, si trasformò prima in una nuova sede del Consiglio Comunale (1865) e poi (dal 1899) della Pubblica Assistenza. L'edificio si presenta frontalmente di forma rettangolare, elevato per quattro piani grazie allo sfruttamento in altezza della chiesa compresa fra le mura ed il nuovo fronte su Via del Prione; quest'ultimo rappresenta l'affaccio principale dell'edificio, quello secondario guarda su Via XX Settembre, mentre una terza parete prospetta all'interno di Piazza San Bernardino. L'interno, a piano terreno, è costituito dall'edificio sacro ad aula unica voltata a botte, scandita da otto ampie lunette laterali che si congiungono al colmo e nelle quali si inseriscono le aperture, mentre il pavimento è in lastroni di pietra arenaria; le murature che reggono la volta sono di notevole spessore e costituite da pietrame misto; sul fondo una scala conduce a due piccoli locali, anch'essi voltati a botte, che probabilmente costituivano il coro.

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