CHIESA DI SAN PIETRO PORTOVENERE
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La Chiesa di S. Pietro, posta sugli scogli a strapiombo sul mare al vertice del Golfo della Spezia, rappresenta di certo uno dei luoghi più incantevoli dell’intera Liguria. Facente parte, come del resto tutta la baia di Portovenere, del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO, la chiesa ospita ogni anno decine di coppie provenienti da tutto il mondo decise a pronunciare qui il giuramento del loro matrimonio. E’ infatti unico ed irripetibile lo scenario da sogno che la piccola Chiesa di S. Pietro offre: essa di staglia all’orizzonte, incassata tra le rocce a lastroni sporgenti della scalinata antistante ed i poderosi blocchi di pietra che le fanno da base, punto d’unione ideale tra cielo, terra e mare. Se da un lato è innegabile l’elevatissimo valore estetico della chiesa, dall’altro va ricordato anche lo straordinario livello storico-architettonico, di enorme qualità. Top Preesistente all’attuale costruzione si estendeva qui un tempio votivo alla dea Venere Ericina, trasformata nel V secolo in una piccola basilica paleocristiana di tipo siriaco, ufficialmente consacrata nel 1198, facendo assumere pienamente all’edificio le vesti di una chiesa. Al di sopra di questa costruzione venne eretta dai genovesi tra 1256 e il 1277 l’attuale Chiesa di San Pietro. La costruzione dell’opera rientrava in un progetto di urbanizzazione del “Castrum Vetus”, attualmente Piazza Spallanzani, poi distrutto nel corso dei secoli. La chiesa venne edificata come ringraziamento alla cittadinanza da parte dei genovesi per il notevole aiuto offerto nella precedente presa del Castello di Lerici. Nel 1494 la struttura subì gravissimi danni in seguito ai bombardamenti degli Aragonesi. Durante l’epoca napoleonica esse venne deturpata e riadattata a batteria per la difesa del golfo; lo stato di semiabbandono e di degrado che interessò la struttura venne risanato durante l’epoca fascista tra il 1929 e il 1934. Top La chiesa, in pieno stile gotico-genovese con fasce bianche e nere, possiede una forma particolare: l’entrata è posta sulla parte laterale, la pianta rettangolare centrale, segno evidente della precedente costruzione paleocristiana, attigua all’abside semicircolare, si apre attraverso due archi a tutto sesto verso l’area gotica. Il presbiterio di quest’ultima, con tetto ligneo, è diviso in tre cappelle coperte da volte a sesto acuto e a crociera poggianti su piedritti polistili. Interessante è anche il portone d’entrata, costellato di piccole statue bronzee raffiguranti figure di santi e apostoli. Inoltre il pavimento originario del VI secolo della zona paleocristiana differisce da quello gotico del XIII secolo. Alla struttura ecclesiale appartengono anche un campanile a base quadrata di chiarissima ispirazione gotica, un piccolo loggiato coperto con archi rivolti verso il mare, un terrazzino sulla destra dell’altare e prospiciente l’isola Palmaria, nonché un’irta scalinata conducente ad un piazzale panoramico accostato al tetto della costruzione, dal quale sarà possibile ammirare una straordinaria veduta sul mare e perdersi nell'incanto di questo luogo, in totale assoluto relax...
Sebbene le origini di Portovenere vengano fatte risalire al VI secolo a. C., quando nel sito fu edificato un tempio dedicato al culto della dea Venere, la storia vera e propria del borgo risale alla prima metà del XII secolo, quando la Repubblica costruì un Castrum vetus sulla punta San Pietro, all'estremità occidentale della baia.
Quel primo insediamento fu racchiuso da una muraglia che dalla chiesa di San Pietro arrivava a proteggere l'intera area del borgo antico.
La chiesa di San Pietro fu eretta tra il 1256 e il 1277, in segno di ringraziamento per la vittoria sui Pisani, in suggestiva posizione prominente sul promontorio.
Fu costruita sui ruderi di una pieve paleo-cristiana, a sua volta innalzata sui resti di un tempio pagano, dedicato a Venere, di cui le tracce sono state trovate sotto l'impianto duecentesco.
Si compone di due corpi separati, di cui il più grande è munito di campanile con bifore ed è rivestito dal tipico paramento a pietre alterne bianche e nere.
Sul pianoro alle spalle della chiesa sopravvivono i resti di due corpi cilindrici che probabilmente erano mulini con funzioni di avvistamento, come se ne trovano di frequente lungo le Riviere.
Quell'insediamento fortificato rappresentò quindi la difesa della Repubblica, al confine con il territorio sotto il controllo dei Pisani. Intorno al 1160 furono ulteriormente costruite le cortine di levante, con la porta protetta dalla garitta circolare a destra, e dalla possente alta torre a sinistra.
Di lì a poco fu innalzato il castello in posizione dominante, congiunto da cortine alle due torri a base quadrangolare, che completavano le fortificazioni del sito, base navale avanzata di Genova nel quadro della secolare lotta tra le due Repubbliche marinare. Distrutto verso la metà del Quattrocento, il castello fu riedificato nel suo assetto attuale nel Cinquecento.
La fortezza, a pianta pentagonale, con saliente fortificato verso monte, è rafforzata sul lato a mare da tre robusti bastioni, e si compone oggi di due elementi distinti: una parte arretrata cinquecentesca, circondata dalle spesse murature secentesche, rafforzate da arconi interni e prive di aperture, e quindi atte alla difesa contro armi pesanti.
In epoca napoleonica la fortificazione fu adibita a prigione e, successivamente abbandonata, andò incontro al decadimento da cui è stata salvata, negli scorsi decenni, grazie a un articolato intervento di restauro.