COLLE DEI CAPPUCCINI

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Se circa cent'anni fa ci fossimo trovati nell'attuale piazza Verdi e avessimo voluto andare verso Migliarina oppure seguire la costa orientale del Golfo, ci saremmo trovati di fronte ad un imponente sbarramento naturale che avrebbe ostacolato il nostro cammino. Era questo il Colle dei Cappuccini, un promontorio che si innalzava fino a 28-30 metri sul livello del mare, che di fatto costituiva il proseguimento naturale dell'altura che dall'attuale cattedrale di Cristo Re raggiungeva il mare seguendo la direttrice degli odierni palazzo comunale capitaneria di porto. Il primo insediamento sul colle risale al 1455 quando fu edificato un modesto edificio religioso affidato ai Francescani Minori Osservanti. In questa epoca il promontorio era conosciuto con il nome di “Colle della Ferrara”, probabilmente per la presenza di una cava di proprietà della famiglia Ferrari o Ferrara. Negli anni successivi l'edificio religioso fu opportunamente ampliato e destinato all’accoglienza degli appestati sotto la gestione, dal 1578, dei frati Cappuccini. Fu così che poco alla volta il colle della Ferrara divenne il Colle o Rocca dei Cappuccini. Il convento era situato proprio in corrispondenza dell'attuale palazzo comunale, mentre dalla punta del promontorio si staccavano alcuni scogli affioranti; su uno di questi fu edificato un mulino a vento, comunemente chiamato Torretto e situato proprio in corrispondenza dell'attuale edificio della capitaneria di porto. La strada che proveniva da Migliarina e che portava a Spezia saliva sul fianco est del colle, passava in prossimità del convento e discendeva dalla parte opposta sfiorando l'oratorio di San Gottardo da dove, proseguendo come Via del Torretto, conduceva dentro le mura della città attraverso la porta Romana o di San Giovanni nell'odierna Piazza del Bastione. Questo percorso fu abbandonato nel 1672 in seguito alla realizzazione di un itinerario di mezzacosta che, seguendo il profilo del promontorio, passava in prossimità del mulino a vento e si ricongiungeva al vecchio percorso di Via del Torretto mediante il raccordo di Via della Rocca. Sembra che l’apertura di questo nuovo percorso non avesse riscosso consenso unanime da parte degli spezzini stando a quanto riferisce un’iscrizione. Poiché l’illustre Capitano Gio Battista Raggi fu Raffaele, contro l’opinione di tutti ordinò e contribuì che si formasse per la pubblica utilità questa strada circondata dal mare, il popolo della Spezia, dello stesso capitanato, facendo plauso all’egregio lavoro pose questo monumento di animo grato, l’anno 1672.
L'arrivo dei francesi segnò per il Colle dei Cappuccini alcune importanti novità: innanzitutto fu ampliata e resa carrozzabile la strada realizzata nel 1672 che di fatto divenne parte integrante della Strada Imperiale n° 14 Parigi-Napoli per Nizza- Genova e la Spezia. Ora, la strada proveniente da Genova entrava a Spezia attraverso Porta Genova, seguiva l'attuale tracciato di Via del Prione ed usciva dalla Porta della Marina dove, in corrispondenza di Via Diaz, incontrava un Rondò (l’antenata delle odierne rotatorie): proseguendo verso destra si andava a Portovenere mediante la strada Napoleonica, costruita nel 1813 sempre dall’amministrazione francese; svoltando a sinistra ci si immetteva invece in un bellissimo viale alberato che seguiva il litorale marino fino al Colle dei Cappuccini per poi proseguire verso Migliarina, Fornola e Sarzana. Questo nuovo tracciato cambiò l'assetto viario spezzino in quanto sostituiva l'antico percorso seicentesco che, come abbiamo visto, entrava in città attraverso Via della Rocca-Via del Torretto-Porta Romana.

Un altro importante provvedimento riguardante l'area del Colle dei Cappuccini fu intrapreso nel luglio del 1798 allorquando il governo della Repubblica Ligure, rendendosi conto dell'ottima posizione strategica del colle, decise di piazzare una batteria difensiva nel giardino prospiciente al convento. Per onor di cronaca, già nel 1740 il governo della Repubblica di Genova aveva edificato nello stesso punto una piccola batteria a protezione del Golfo, ma ciò che realizzarono i francesi fu certamente un ottimo deterrente contro l'intrusione di eventuali vascelli nemici; essi piazzarono sei dei dodici cannoni in bronzo di grosso calibro presenti nella fortezza di Santa Maria, conosciuti come i “dodici apostoli”, Questi, furono depredati dagli inglesi e trasportati in Inghilterra dopo che occuparono il Golfo nel 1800. Con la riconquista napoleonica della Liguria, la batteria dei Cappuccini fu riarmata con quattro cannoni in bronzo ed un mortaio, rimossi in seguito dagli stessi francesi e trasportati a Tolone durante la loro ritirata nel 1814. Gli eventi bellici legati all'occupazione francese del Levante ligure misero in risalto l'ottima funzione difensiva della batteria dei Cappuccini, diventata ormai un insostituibile strumento di difesa del Golfo. Appena i Savoia presero possesso della Liguria, all’indomani del Congresso di Vienna, non solo si affrettarono a riarmare la batteria ma la potenziarono realizzando una seconda linea difensiva in corrispondenza del mulino che prese il nome di “batteria del mulino a vento”; questa batteria fu armata di cinque cannoni da 160 millimetri e da due da 120 millimetri. Nel 1849 fu installato nel giardino della batteria dei Cappuccini una stazione del “telegrafo aereo” che trasmetteva mediante lampi di luce i messaggi in codice Morse alla limitrofa stazione telegrafica situata tra il Monte Verrucoli e il Monte Fraschi, in quella località che ancora oggi porta il nome di Telegrafo. Da qui i messaggi venivano trasmessi a Genova con lo stesso metodo mediante l’ausilio di altre stazioni telegrafiche dislocate in punti ben visibili della riviera. Questo tipo di comunicazione fu abbandonato nel 1859 allorquando il telegrafo aereo fu sostituito dal telegrafo elettrico via cavo.

Nel 1857, dopo secoli di permanenza, i frati cappuccini furono costretti ad abbandonare il loro convento e a consegnare ai militari l'esclusivo uso del colle. Negli anni successivi si assistette ad un potenziamento delle strutture difensive sebbene vi fossero chiari segnali della perdita di importanza della funzione della batteria. In effetti, già verso la fine dell'Ottocento, cominciò ad accendersi il dibattito tra coloro che volevano sbancare la collina al fine di congiungere la vecchia città con la piana di Migliarina e coloro che invece volevano mantenerla integra. Vinse il partito dei demolitori e già nel 1897 i militari dismisero tutte le postazioni sul colle. Il piano regolatore approvato nel 1908, detto “della piana di Migliarina”, sancì lo sbancamento del colle e il conseguente abbattimento di tutte le sue secolari strutture militari e religiose. Dopo un sofferto iter burocratico i lavori di sbancamento iniziarono nel 1921 e, dopo una serie di interruzioni, terminarono nei primi anni trenta del Novecento (Viale Italia fu aperto al traffico il 28 ottobre 1930). Lo sbancamento del Colle dei Cappuccini rappresentò il più importante intervento urbanistico civile realizzato alla Spezia nel Novecento.
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