IDROVOLANTE AFFONDA AL TINO (1929)

Da wikiSpedia.

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Nell'ottobre del 1929 un idrovolante della Imperial Airways, la compagnia aerea inglese all'epoca nota in Italia come la Valigia delle Indie,in regolare rotta sulla tratta da Napoli a Genova, ma proveniente da Alessandria d'Egitto, venne costretto all'ammaraggio forzato a 10 miglia dal Tino, probabilmente a causa di un problema ad uno dei tre motori. Le condizioni del mare divennero purtroppo rapidamente molto brutte, e resero in pratica impossibili soccorsi tempestivi ed efficaci, vista anche la notte incombente...purtroppo l'apparecchio si inabissò, causando la morte di sette persone.

Suscita impressione l'altalena di forti emozioni, speranze, terrore che devono aver vissuto i protagonisti di questa lontana storia: dapprima costretti a scendere rapidamente sul mare, in modo del tutto imprevisto, probabilmente per un guasto al motore di un velivolo peraltro appena immatricolato; poi salvati da un rimorchiatore transitato per caso in quelle acque,infine inghiottiti dal buio prima, e dal mare agitato poi...

Ecco, dall'articolo de Il Secolo XIX del 29.10.1929, la cronaca dei fatti più importanti legati a questa tragedia.

Sabato sera la stazione radiotelegrafica del Castellaccio di Genova lanciava alle 21:15 il seguente appello: 'idrovolante inglese S.A.A.D.N. ammarato tra Livorno e Spezia. Suo ultimo S.O.S. lanciato alle 15.15. Pregasi piroscafi si trovassero vicinanze adoperarsi rintracciarlo eventualmente soccorrerlo. Successivamente, il comando dell'idroscalo di Genova precisava che l'apparecchio in pericolo era uno dei trimotori della Valigia delle Indie, il City of Rome, al servizio regolare di linea,con quattro passeggeri e tre persone di equipaggio a bordo. Il Comando della base marittima a La Spezia disponeva subito affinchè cacciatorpediniere e Mas uscissero dal golfo per rintracciare l'apparecchio, ma ogni ricerca fu vana e dovette essere sospesa per la notte.

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Ieri mattina giungeva alla Spezia il rimorchiatore mercantile La Famiglia , il capitano del quale riferiva di aver incontrato l'apparecchio inglese ammarato a 10 miglia a sud ovest del Tino. Lo aveva preso a rimorchio e aveva iniziato, faticosamente a seguito del mare grosso, a lenti giri di macchina per evitare gli strappi, la marcia verso La Spezia, mentre l'equipaggio dell'idrovolante coadiuvava la manovra, tenendo in funzione i motori ancora efficienti. Disgraziatamente il rimorchio durò pochi minuti perchè il cavo si spezzò, da bordo del Famiglia si vide ancora per qualche istante il velivolo, di cui si udiva chiaramente il rumore di uno dei motori,poi l'apparecchio scomparve nell'oscurità. Il Famiglia mise la poppa al vento per raggiungere l'idrovolante, ma non potè più raggiungerlo. Il comandante decise allora di far rotta sul porto di La Spezia per chiedere soccorso. Le ricerche vennero riprese con più fervore, il pilota del Famiglia venne imbarcato sul caccia Prestinari ma nel pomeriggio, 10 miglia a sud est del Tino, una vedetta del Prestinari scorgeva un corpo umano galleggiare a fior d'acqua,e poco dopo ne scorgeva un altro. Il caccia accostava e le due salme venivano riconosciute per quelle del pilota L.Spencer Birt, e del radio telegrafista Stone I.J. I nomi dei passeggeri del City of Rome erano: miss Bromford e mister Ritchie, imbarcatisi ad Alessandria d'Egitto, e l'ufficiale di dogana inglese Turney,imbarcatosi a Napoli. (nell'articolo originale sono riportati solo questi tre nomi, NDGS-nota di Gaina Spesina) Il meccanico invece è tale Premboke. Il console inglese provvederà ad avvertire con le debite cautele la moglie del radiotelegrafista Stone, che abita a Nervi.

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