BRUGNATO
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BRUGNATO
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In Dialetto: | |
Nazione: | |
Regione: | TOSCANA |
Provincia: | MASSA-CARRARA |
Comune: | AULLA |
Coordinate: | 44° 12' 55,80 N
9° 58' 7,68 E |
Altitudine: | 64 mt s.l.m. |
Google Maps: | http://tinyurl.com/3q5swwn |
Dialetti: | aullese |
Abitanti: | 11312 |
Densità: | 189,35 ab./km² |
Frazioni: | ALBIANO MAGRA BIBOLA BIGLIOLO CAPRIGLIOLA PALLERONE QUERCIA SERRICCIOLO |
CAP: | 54011 |
Patrono: | San Caprasio |
Ricorrenza: | 01 Giugno |
Eventi: | |
Musei: | MUSEO DI STORIA NATURALE DELLA LUNIGIANA |
Parchi: | |
Links: | Comune di Aulla |
E’ uno dei centri più importanti della Val di Vara sia per la sua antica tradizione storica e religiosa, sia per i monumenti ancora esistenti, che ne ricordano il glorioso passato; può nominarsi dal 999 con l’appellativo di città, dal 1133 è sede di Diocesi.
La Storia E’ uno dei centri più importanti della Val di Vara sia per la sua antica tradizione storica e religiosa, sia per i monumenti ancora esistenti, che ne ricordano il glorioso passato; può nominarsi dal 999 con l’appellativo di città, dal 1133 è sede di Diocesi. Il borgo ha un’antica storia di cui rimane testimonianza in insigni monumenti e nella suggestivo area archeologica. L’abbazia da cui ebbe origine Brugnato risale al VII secolo ed è presumibilmente di fondazione bobbiese, è ricordata nei diplomi imperiali di Carlo il Grosso (881 e 882), di Ottone III (996) e di Enrico II (1014). Fu voluta dai re Longobardi per tenere sotto controllo un’ampia zona dove confluivano le principali vie commerciali che dalla costa di Levanto e delle Cinque Terre risalgono verso Genova da una parte, Luni e la Toscana dall’altra, e, oltre gli Appennini, verso la Pianura Padana. Era soggetta direttamente alla Santa Sede e questa circostanza creò notevoli dissapori con l’Episcopato lunense fino al 1133 quando fu creata la nuova diocesi di Brugnato, suffraganea all’archidiocesi di Genova, grazie anche al favore ed ai buoni auspici di San Bernardo di Chiaravalle. Tale Santo, patrono della città, gode ancor oggi di particolare devozione e a lui è intitolata la locale Confraternita. Il Santo viene festeggiato con una solenne manifestazione religiosa il 20 agosto. Il vescovo di Brugnato, che aveva poteri comitali, entrò a pieno titolo nelle lotte feudali che videro scontri con varie casate nobiliari che volevano conquistare la piana brugnatese. Nel 1313, quando i ghibellini si impossessano di Genova, l’eco dei tumulti arrivò anche a Brugnato costringendo il vescovo a scappare e a rifugiarsi nei possedimenti di Pontremoli. La popolazione brugnatese, caduta sotto il duro dominio dei Malaspina, nel 1530, si sollevò in armi ribellandosi e si unì spontaneamente allo stato di Genova a cui fu sempre fedele, seguendone le sorti. Nel 1820 la Diocesi di Brugnato fu unita a quella di Luni-Sarzana, fino al 1929, anno della nascita della Diocesi della Spezia che successivamente comprese tutto il territorio provinciale appellandosi col titolo di Diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato. La Cattedrale dei piccoli volti severi
Immerso nello scenario naturale del Parco Montemarcello–Magra, dimora segreta dell’airone cinerino, Brugnato sorge sulle sponde del fiume Vara. Dal fiume si ricavavano i sassi per fare la calce e la legna per il fuoco, quando il borgo era ancora racchiuso nella cerchia del suo fossato. Le foto aeree consentono di distinguere il nucleo centrale di forma ellittica, sorto intorno alla cittadella vescovile come borgo fortificato a pianta circolare. Tutto inizia, a Brugnato, nella prima metà del XII secolo, quando il piccolo villaggio diventa sede vescovile e viene costruita la Cattedrale.
L’edificio è a due navate divise da colonne e sorge sui resti di due chiese preesistenti, la più antica delle quali, posta sotto l'attuale navata maggiore, è databile all’epoca bizantina (VI secolo). Al centro dell’abside, i tre volti severi in pietra sbozzata con funzione apotropaica rappresentano i santi Pietro, Lorenzo e Colombano, contitolari della cattedrale. La terza colonna reca, rivolto verso la navata maggiore, un affresco del XV secolo raffigurante Sant’Antonio Abate, riconoscibile (ma alcuni vi vedono di nuovo San Colombano) dal mantello e dal bastone da eremita. Recenti restauri hanno riportato alla luce sulla parete della navata minore un pregevole affresco cinquecentesco, raffigurante la Presentazione di Gesù al tempio. Cristalli sistemati sul pavimento moderno permettono di scorgere il complesso archeologico sottostante. E’ emerso, sotto la navata maggiore, il primo insediamento benedettino, vale a dire una chiesa ad aula unica di cui restano i muri perimetrali, la pavimentazione in cotto, il fonte battesimale. Dal 1133, e per parecchi secoli, il Palazzo Vescovile, costruito sul sito dell’antica abbazia di San Colombano, accanto alla chiesa cattedrale, è stato residenza dei vescovi. L’edificio ha subito diversi rimaneggiamenti, come si può notare dagli interventi in stile barocco voluti dal vescovo Giovan Battista Paggi tra 1655 e 1663. Oggi l’Episcopio è sede del Museo Diocesano. La devozione popolare s’indirizzava verso gli oratori: quello all’inizio del borgo, presso Porta Soprana, è oggi intitolato a San Bernardo ed è sede dell’antica e omonima Confraternita. Sorse probabilmente come luogo di preghiera per i viandanti ospitati nel vicino ospizio dedicato a Sant’Antonio. Dell’oratorio dei Santi Rocco e Caterina, presso Porta Sottana, a oriente del centro storico, resta solo il bel portale in pietra arenaria. Tra i vescovi della diocesi di Brugnato ci furono, tra XIV e XV secolo, almeno quattro frati francescani, ma solo nel 1603 l’ordine francescano fu autorizzato a costruire un convento a Brugnato. Il monastero e l’attigua chiesa di San Francesco furono terminati nel 1635. Nel 1843 convento e chiesa passarono ai chierici scalzi detti Passionisti, ordine fondato da San Paolo della Croce. In collina a pochi km dal paese, il Santuario di Nostra Signora dell’Ulivo trae origine da uno dei tanti oratori che i monaci dell’antica abbazia di Brugnato costruivano nei loro possedimenti per pregare e officiare nelle ore diurne. L’attuale costruzione risale al Seicento. Ma sono soprattutto le piazze Maggiore e San Pietro, i volumi delle absidi romaniche, l’atmosfera accogliente a rendere piacevole il soggiorno a Brugnato. Resta da vedere, alla fine, il ponte romanico sul fiume Vara, di probabile origine romana, che costituiva il collegamento tra l’Appennino e il mare, lungo la strada altomedievale che da Pontremoli conduceva a Sestri Levante. Il prodotto del borgo Il territorio è caratterizzato da molte attività produttive per la lavorazione del marmo e del legname. Caratteristica la produzione di formaggi tipici nel locale caseificio e dei salumi nei numerosi salumifici artigianali. I due panifici locali producono, oltre ai prodotti da forno tipici liguri , la focaccia ligure, dolce e salata , i canestrelli brugnatesi, le torte di riso e di verdura . E’ possibile apprezzare la cucina ligure e tipica della zona, nei numerosi ristoranti che si incontrano passeggiando nei “caruggi” del centro storico e nell’immediata periferia del piccolo centro. Il piatto del borgo A Brugnato si respira aria di antica tradizione: percorrendo il borgo , gli aromi delle antiche ricette e il profumo del “canestrello”, dolce tipico di cui era ghiotto Mario Soldati, ci fanno riassaporare un frammento del tempo che fu. La gastronomia brugnatese è strettamente legata alle tradizioni liguri, i cui cibi semplici e genuini si possono gustare nelle trattorie locali. Particolare menzione meritano due dolci particolari e tipicamente brugnatesi: il cavagnetto e il canestrello. Il cavagnetto, ovvero “cestinetto”, è il tipico dolce pasquale brugnatese, una ciambella zuccherata e munita di manico, proprio come un piccolo cestino, con al centro un uovo sodo. Con lo stesso impasto viene prodotto anche il famoso canestrello, dolce realizzato con pasta zuccherata e insaporito con finocchio selvatico, conosciuto in tutta la Liguria e in vendita presso i panifici del paese. Assai rinomati sono anche i prodotti del locale caseificio, che produce, ininterrottamente dal 1956, una notevole varietà di formaggi: caciotte, ricotta, scamorze e mozzarelle apprezzate in tutta la Liguria.