DELLA RIVALITA' CON MASSA

Da wikiSpedia.

Chissà se esiste, o è mai esistita, una ragionata analisi della rivalità che divide Massa e Spezia, per non dimenticare i carraresi che per gli spezzini sono , da sempre, i carrarini.

Per i tifosi delle Aquile, una giornata da godere fino in fondo è quando lo Spezia vince e la Carrarese perde (della Massese non tratteremo, vista la sua scomparsa dal calcio che conta).

Nelle serate estive o invernali, generazioni di residenti delle due città si sono affrontate in Versilia, la sera, di notte, insomma: anche se un pò appannata, la vecchia ruggine fra spezzini e massesi c'è,e da tanto tempo.

Di recente, la ipotesi di abrogazione delle Province più piccole ha scatenato proposte, fantasie riorganizzative, ed inevitabili rilanci dell'antico sogno della Regione Emiliano Lunense (regolarmente trattato alla Costituente, e da essa non respinto : ma rinviato a tempi a venire), entità territoriale più nota ai contemporanei come Lunezia.

Ebbene, un sondaggio dimostrò che l'accorpamento con la Provincia confinante di Massa era per gli spezzini il meno gettonato, ed il più osteggiato.

Un motivo ci sarà.

Molti anni fa, in una fantastica serata che aveva riunito, tutti insieme, Gino Patroni, il maestro Cogliolo, Fusco e l'avvocato Alinghieri, si narrò nei dettagli uno dei tanti episodi di ruvida leggenda che aveva visto di fronte gli esponenti delle due fazioni.

Due cavatori di Massa, attirati dalla fama di duro dello spezzino Amelio Guerrieri, che era stato ufficiale partigiano con il colonnello Mario Fontana, e terzino dell'Ausonia Brin nel dopoguerra, decisero di venire a punirlo , e salirono su un treno solamente per picchiarsi con lui, certi di avere la meglio.

Amelio aveva dalla sua non solo la forza fisica e le spalle robuste, ma anche una eccellente capacità di linguaggio,ed uno sguardo fermissimo,fiero. I cavatori di Massa lo raggiunsero e iniziarono a provocarlo. Senza scomporsi, mentre altri (tutti) gli spezzini normali avrebbero a quel punto già avviato il match, Amelio chiese, secondo l'ottimo ricordo dell'Avv Alinghieri, apparso su la Spezia, Volti di un territorio- ediz Cassa di Risparmio se essi avevano dei validi motivi per provocarlo.

Aveva forse egli fatto loro qualcosa ? I due colossi ridevano e premevano per una rapida decisione sul campo delle percosse, ma Amelio li incamminò, lentamente, verso la stazione ferroviaria, dalla quale erano -così sicuri -arrivati fino a lui.

Diceva, mentre li accompagnava nel tratto che portava ai binari non c'è nulla di male se ragioniamo ancora un poco; e dopo aver ancora insistito con argomenti assennati per non azzuffarsi con loro, Amelio entrò al buffet della stazione, e con lui i massesi, per il consueto brindisi che avrebbe dovuto precedere il match (per i massesi, pensato nella logica del 2 contro 1); dopo aver brindato però- riferì un testimone, un certo Gabri- i due massesi cambiarono l'atteggiamento, e sembrarono perdere la loro sicurezza.

Amelio ritornò a reclamare: allora, quali motivi avevano per sostenere la loro prepotenza? Oppure possono i prepotenti massacrare un innocente? Infine, il terribile annuncio: Non poteva accadere che fosse l'aggredito , con buona ragione e con ogni mezzo, a massacrare gli aggressori?

A quel punto, uno dei due ebbe una visione premonitrice, drammatica e molto realistica; e quindi disse, subito: abbiamo cambiato idea, c'è il treno, ce la vediamo un'altra volta.... Ma Amelio Guerrieri pronunciò l'esaltante frase che dovrebbe essere ricordata da ogni spezzino davvero innamorato del suo DNA : ormai, voi quel treno non lo prendete più.

I dettagli dell'esecuzione non ci appartengono.

La foto ritrae Amelio Guerrieri diversi anni dopo i fatti, sempre prestante, intervistato da ricercatori dediti allo studio delle testimonianze della lotta partigiana del nostro territorio.

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