CASTELLO DI MADRIGNANO
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Versione delle 15:18, 1 ago 2011, autore: Gattuso (Discussione | contributi)
Su un’altura a dominio della foce del fiume Magra e del golfo della Spezia, il castello di Madrignano si presenta oggi con i resti delle possenti mura esterne.
Citato in un diploma di Ottone I del 963, il castello è ricordato anche nel diploma del Barbarossa del 1164. Possedimento di diverse famiglie come gli Obertenghi, i signori di Vezzano e i Fieschi, Madrignano entrò nell’orbita della famiglia Malaspina nel XIII secolo, per rimanerci fino all’inizio del Settecento.
Il castello fu proprietà di diversi rami della famiglia, da Azzone di Lusuolo nel 1355, a Corrado e Azzone di Mulazzo nel 1446, che ricostruirono il castello dopo la distruzione perpetrata da Genova nel 1416. Da ricordare per le sue malefatte, Giulio Cesare Malaspina, fratello di Bonifazio II, ucciso nel 1592 da alcuni madrignanesi. Preso il controllo nel 1600, provocò la reazione del governatore spagnolo di Pontremoli che invase Madrignano provocando ingenti danni al castello. Tornato al potere, Giulio Cesare morì senza eredi, lasciando Madrignano al marchese Rinaldo di Suvero, che però dovette successivamente cederlo ai marchesi di Mulazzo.
Nel 1705 con la venuta delle truppe francesi e spagnole, il castello venne distrutto. Parzialmente riadattatato dai marchesi di Mulazzo, venne ceduto nel 1772 con Calice al Cornoviglio e Veppo al Granduca di Toscana.
Con l’Unità d’Italia, il castello fu adibito a caserma e a prigione. Nel XX secolo soffrì il devastante terremoto del 1920 e i bombardamenti della seconda guerra mondiale.