IL PORTO DELLA SPEZIA NEI SECOLI
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Con poche eccezioni, le carte nautiche - di cui la più antica è la "Carta Pisana", attribuita alla metà del Duecento - sono fino al Seicento ridondanti di elementi decorativi fantasiosi, che riflettono l'immaginario geografico collettivo, la paura dell'ignoto, la memoria di favole antiche. Ne sono un esempio i mostri marini, gli esseri umani cinocefali, le isole leggendarie, le rappresentazioni del mitico Prete-re cristiano Gianni, variamente collocato in Asia e in Africa, nel quale le Potenze marinare cercavano un alleato contro l'Islam.
Alcune immagini possono invece alludere a caratteristiche locali reali: pesci spoporzionati potrebbero indicare acque pescose; promontori fuori misura richiamano l'attenzione dei marinai sui pericoli della navigazione; tende multicolori e monarchi assisi in trono alludono ai potentati locali; fiere, uccelli variopinti e guerrieri armati riflettono la fisionomia e le usanze del luogo. Allo stesso modo agglomerati turriti e prospetti urbani imbandierati, per quanto di massima stereotipati, indicano città marinare significative, di cui a volte sono evidenziati particolari architettonici inequivocabili, come la Lanterna o il Castelletto per Genova o il campanile di San Marco per Venezia. Quindi, mentre Genova compare su quasi tutte le antiche carte manoscritte del Mediterraneo, La Spezia è di norma ignorata dalla cartografia nautica, per la sua nulla rilevanza. Fa eccezione il Kitab - i - Bahriyyé, ossia "Il libro del mare", prodotto tra il 1521 e il 1526 da Piri Re'is (1470-1554), che aveva acquisito ampia conoscenza delle terre note all'epoca, per aver a lungo navigato agli ordini dello zio Kemal Re'is, cartografo e ammiraglio di Solimano il Magnifico, ed era stato a sua volta nominato comandante in capo della flotta turca. Molte carte vengono via via arricchite di fitte legende, che ne illustrano lo scopo e le caratteristiche: nel 1592 Ercole Spina fu incaricato dal Re di Spagna di redigere una carta del golfo della Spezia, che rappresentasse le terre adiacenti alla foce del Magra, anche allo scopo di definire l'esatta posizione di La Spezia rispetto alla vicina Luni. Le due città - scrive lo Spina nella corposa legenda in calce alla carta - erano state spesso confuse dagli scrittori antichi e moderni ignari di geografia, dato che Tolomeo aveva menzionato solo il porto di Luni. In effetti La Spezia era stata probabilmente fondata nel secolo XI, dopo la distruzione di Luni, quando la popolazione aveva cercato rifugio in un'area più riparata, quindi chiamata Hospitia, da cui il nome attuale.L'opera incontrò largo favore, probabilmente per la sua maneggevolezza, e fu ristampata alla fine del secolo: il Museo Correr di Venezia possiede una ristampa del 1799, pubblicata da Yves Gravier, Libraire derrière la Loge de Banchi, che pubblicò le edizioni successive. L'album ebbe una riedizione nel 1804, ampliata a 163 tavole dal titolo Recueil ... de la Mer Méditerranée dont 40 ont été derniérement publiés par Jean Joseph Allezard ancien Capitaine de Marine et plusieurs des autres corrigés, à Gênes chez Yves Gravier Libraire sous la Loge de Banchi. Fu ancora riedita nel 1848, come Nouveau Recueil ... de la Mer Méditerranée publiés nouvellement par les meilleur Auteurs, Gênes 1848, chez Yves Gravier, Libraire derrière la Loge de Banchi, in 179 tavole con l'aggiunta di un foglio di bandiere navali e mercantili di tredici Paesi europei e una carta ripiegata di Odessa, con il porto fitto di scandagli, di circa 29x20.5 cm, anonima, non datata e scritta in italiano, posta alla fine del volumetto. Quest'ultima edizione include carte, scritte in inglese, di Ayrouard (firmate quelle di Portofino, Savona e S. Fiorenzo; attribuibili di Portovenere, Porto Ercole, Porto Longone); di Rizzi-Zannoni (firmate quelle di Salerno, Policastro, S. Eufemia; attribuibile quella di Messina); e una carta del Mar di Marmara di J. N. Bellin. E' interessante notare la somiglianza della carta del golfo di La Spezia con la precedente carta del van Keulen: cambiano i caratteri delle scritte e alcuni particolari grafici (essenzialmente l'ombreggiatura delle coste e il disegno della montagna in prospettiva); ma le carte riflettono lo stesso stile, sono entrambe scritte in francese, usano le stesse unità di misura per la scala grafica e per i fondali, e sono identiche nei toponimi; in particolare su entrambe compaiono "Lerissa" per Lerici e "Telaron" per Tellaro. E' verosimile ritenere che la carta di Joseph Roux - ritenuto all'epoca un falsificatore di documenti cartografici - sia stata tirata da una matrice precedentemente utilizzata dal van Keulen; d'altro canto nel citato III volume del Nieuwe Groote Lichtende Zee-Fakkel del van Keulen figurano vedute di costa firmate da un non meglio noto C. Roux: poteva quindi trattarsi di un antenato di Joseph - delle cui origini non si sa nulla - e magari proprio l'iniziatore della bottega cartografica che con quest'ultimo è passata alla storia. Dopo l'annessione della Liguria al Regno di Sardegna, il Governo sabaudo fondò - nel 1814 - il Reale Corpo dello Stato Maggiore Generale con il compito di provvedere alla copertura cartografica dei territori di terraferma. Furono così prodotte 113 carte manoscritte, dove il tratteggio a luce zenitale rende magnificamente l'asperità del terreno. Vi compaiono scala numerica di 1: 50 000 e scala grafica di 2 miglia piemontesi e sono contraddistinte da numeri identificativi: "R. 16" è assegnato alla carta del golfo di La Spezia. Furono compilate tra il 1816 e il 1830 e costituirono la base per la successiva copertura a stampa del territorio del Regno, pubblicata nel 1851. Nello stesso periodo, cioè tra il 1816 e il 1827, lo stesso Corpo produsse un portafoglio di ulteriori 100 carte manoscritte e acquerellate, in scala 1:9450, complementari alla raccolta di cui sopra. La carta del golfo di La Spezia è contraddistinta dal numero "L.III.f.9." Sia queste carte, sia le precedenti 113, sono conservate presso l'Istituto Geografico Militare, Firenze. Con l'intensificarsi del traffico mercantile nel Mar Ligure e le conseguente richiesta di documenti nautici aggiornati, la Marina sabauda ricevette l'incarico di provvedere alla copertura della Sardegna e del Mar Ligure. Pertanto l'ammiraglio Giuseppe Albini assunse la direzione dei rilievi dalla foce del Varo, al confine con la Francia, fino alla bocca del Magra, al confine con la Toscana. Da quei lavori derivò il Portolano della Liguria, in effetti un album di 23 tavole particolari con una carta generale allegata, pubblicato nel 1855 a Genova, presso la Litografia Armanino. La tavola 23 rappresenta il golfo di La Spezia, dove i fondali sono indicati in piedi francesi mentre con lettere maiuscole si descrive la natura del fondo, secondo un metodo introdotto dal celeberrimo idrografo e cartografo spagnolo Vicente Tofiño nel 1789. L'opera è conservata presso l'Istituto Idrografico della Marina. L'Arsenale compare su una carta dell'Istituto Topografico del Corpo di Stato Maggiore, in origine pubblicata nel 1855 e poi aggiornata e riedita nel 1875, con le nuove strutture. Faceva a suo tempo parte di un atlante del Regno di Sardegna e Piemonte, in 91 fogli. Una carta del golfo e del porto della Spezia, 1:5000, si trova nell' Album dei porti di I, II, e III classe illustrato dalle notizie nautiche e commerciali d'ogni porto e dalla statistica delle opere d'Italia, in 58 tavole, Ministero dei Lavori Pubblici, [Roma], senza data ma evidentemente dopo il 1870.
Con un decreto del dicembre 1872 fu fondato il Regio Ufficio Idrografico della Marina (ridenominato Istituto nel 1899) che, nell'arco di dieci anni, sotto la direzione di G. B. Magnaghi, produsse undici tra carte e piani di porti del Tirreno, compresa la carta n° 218 del golfo di La Spezia. Dopo la prima carta nazionale del golfo di La Spezia di fine Ottocento, l'Istituto Idrografico della Marina pubblicò la dodicesima carta del golfo nel 1953, intitolata Rada di La Spezia / dai rilievi della nave Scilla - P. L. Cattolica, Cap. di Fregata, 1899 / e da quelli successivi fino al 1952 (1a ed., n° 56), scala 1:10000.
Presso l'Archivio Cartografico dell'Istituto Idrografico sono ovviamente presenti carte successive, secondo gli standard internazionali IHO/IHB.