FRATI FRANCESCANI DI GAGGIOLA
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Il Convento S. Francesco
È situato sulla collina di Gaggiola, ai margini della città, immerso nel silenzio e nel verde del parco della Rimembranza, in una posizione silenziosa e facilmente raggiungibile, con ampio parcheggio. Una semplice e suggestiva costruzione in mattoni a vista, è sede di una piccola Fraternità Francescana dei Frati Minori, l’Ordine fondato da S. Francesco d’Assisi nel 1209. La presenza dei Frati francescani a La Spezia risale al 1455.
Il Convento antico era situato nello spazio attualmente occupato dall’Arsenale militare. Nel corso del 1800 esso subì alterne e avventurose vicende. Ospitò dapprima un reggimento di soldati napoleonici, poi accolse gli appestati di colera e divenne lazzaretto e infine dovette cedere alla costruzione dell’Arsenale militare marittimo voluto da Cavour.
Pertanto i Frati, nel 1863, furono costretti a trasferirsi sulla collina di Gaggiola, dove costruirono un primo piccolo convento con la chiesa. Essi furono irrimediabilmente danneggiati da un bombardamento nell’aprile del 1943 e lasciarono il posto, nell’immediato dopoguerra, all’attuale Santuario di S. Antonio con l’annesso Convento di S. Francesco.
Il Santuario di S. Antonio
Accanto al Convento sorge il Santuario del Santo di Padova: una chiesa grande, luminosa, piena di colori e molto amata e frequentata dai fedeli della Spezia e delle valli limitrofe. Qui, infatti, la gente è sicura di trovare accoglienza, disponibilità di frati per la Confessione e celebrazioni dell’Eucaristia sempre molto curate. Silenziosa e raccolta, malgrado una certa vastità ed imponenza, la Chiesa è arricchita da numerose opere di grande valore artistico.
Un grande crocifisso dipinto su legno domina lo spazio del Presbiterio e protende le braccia della sua misericordia verso chi entra nel Santuario. Collocato in modo da poter ruotare su se stesso, nella notte di Pasqua l’austera figura del Crocifisso cede la prospettiva alla trionfante immagine del Risorto.
A S. Antonio sono dedicati due gruppi lignei, entrambi di notevole pregio artistico: il Santo con il Bambino, appena si entra nella chiesa, ispira fiducia in chi viene per incontrarsi con Dio e ottenere aiuto e misericordia.
Il secondo gruppo è stato trasferito qui in tempi recenti dalla chiesa della Pace in Genova. È opera del Maragliano, insigne artista secentesco genovese. Esso raffigura il Santo in familiare conversazione con Gesù bambino e sua Madre.
In Presbiterio, alla destra e in diagonale ai piedi della Croce, un maestoso Tabernacolo in bronzo propone alla preghiera la presenza perenne e dominante dell’Eucaristia.
I Frati
fratelli a servizio dell’amore
La vita dei Frati minori è il Vangelo di Gesù, testimoniato nella povertà e nella fraternità. Il loro campo di lavoro sono le diverse povertà di sempre. Impegnati ad esprimere, non solo la solidarietà umana verso chi soffre, ma anche la fede in Cristo presente nei “crocifissi” del nostro tempo. Segnaliamo alcune delle loro attività caritative.
“Avevo fame e mi avete dato da mangiare” “Ero nudo e mi avete vestito”
Una piccola mensa accoglie ogni giorno un discreto numero di gente che ha fame, quella autentica. Qui trova un pasto caldo e completo, a mezzogiorno, con un servizio sempre fraterno. E a giorni determinati, chi ha bisogno, trova in convento anche un vestito. E’ la gente più diversa, uomini e donne, giovani e anziani, italiani e stranieri.
Gli amici dei Frati non lasciano mancare nulla a chi si accosta alla “Mensa del povero”: generi alimentari, vestiti, offerte in denaro.
“Ero malato e mi avete curato”
Si vede sempre volentieri la tonaca di un frate francescano che passa per le corsie dell’Ospedale, distribuendo conforto e ottimismo, quando si è nella stagione della sofferenza. I più poveri non sono gli affamati, ma gli infermi. Per moltissimi anni, uno dei frati della nostra comunità è stato Cappellano dell’ Ospedale Civile S.Andrea della città.
“Ero in carcere e mi avete visitato”
Anche per l’assistenza spirituale (e materiale) dei carcerati, la presenza di un frate risulta sempre la più accolta e gradita, per la sua semplicità e la sua disponibilità ad aiutare senza giudicare. Un nostro frate, Cappellano delle carceri cittadine, ogni giorno passa tra di loro, seminando e raccogliendo simpatia e istillando coraggio.
“Ero forestiero e mi avete ospitato”
I frati accolgono negli ambienti del loro Convento e nel Santuario gli incontri religiosi e spirituali di alcune comunità straniere, permettendo loro di sentirsi ancora “famiglia”, ma favorendo nel contempo il processo di integrazione nella città.
Testimoni del Vangelo
Santuario S. Antonio Il servizio più significativo e incisivo per la vita cristiana della città, la Fraternità si sforza di offrirlo con una testimonianza di vita evangelica, vissuta con semplicità e letizia, accogliendo tutti con amicizia e dicendo sempre quelle parole di pace e di speranza che rendono ancor oggi e sempre più S. Francesco il santo più amato del mondo. I frati sono anche parte attiva del clero diocesano della città. Ad uno di essi è affidata la guida pastorale della Parrocchia “Stella Maris” del porto cittadino e tutti prestano aiuto, quando necessita, nelle funzioni religiose delle altre chiese.
Esportatori della carità in paesi lontani
Da sempre la Fraternità di Gaggiola sviluppa un impegno privilegiato e offre un canale sicuro per aiutare i poveri del mondo e i missionari che operano per loro. Il Convento è stato la base di partenza per volontari, religiosi e laici, verso il Burundi. Tra i primi giovani che sono andati, il primo martire della nostra Fraternità e di quella fondazione missionaria, è stato lo spezzino Alberto Bernardi. L’impegno è forte e in continua crescita.
Perché gli occhi di questo bimbo continuino a sorridere per noi
Sono i bambini e i ragazzi del nostro “Villaggio S. Francesco”, nella Missione del Burundi. Essi attendono il nostro umile servizio al loro amore innocente. Duecento fragili creature orfane, che sono i bambini di Dio, perché qui in terra non hanno più nessuno.
Accanto ai lebbrosi per farci perdonare
Gesù Cristo ha avuto sempre tempo e pietà per i lebbrosi. Abbracciando uno di loro nella pianura di Assisi, Francesco ha scoperto la gioia, perché si trattava di Gesù. Così i figli di Francesco, dappertutto dove li incontrano, li considerano fratelli privilegiati. E noi, da qui, siamo accanto a loro in mille modi.
La Missione del Burundi ospita infatti anche un villaggio in cui i lebbrosi sono soccorsi, curati e amati, vivendo quindi con quella dignità che deve essere prerogativa di ogni essere umano.
Scuole, case, ospedali, acquedotti… ma soprattutto amore
Missioni L’opera dei missionari che sosteniamo è complessa.
In Burundi scuole ,case, ospedali e acquedotti vengono continuamente accresciuti in numero ed efficienza. Le strutture materiali occorrono, ma non bastano.
“Non di solo pane vive l’uomo”.
Con il pane ci vuole il Vangelo della pace. Occorre sradicare l’odio, con il suo strumento che è la violenza, e seminare amore. Un frutto che viene dal cielo. Il nostro contributo quotidiano è la preghiera.