LA LEGGENDA DELLA PALMARIA

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Fonte: Cara Spezia volume 1
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Versione delle 13:41, 18 ago 2011

A sentire i vecchi naviganti, l'isola Palmaria, quel piccolo frammento di terra e roccia che sembra staccato a viva forza dal promontorio di ponente del Golto della Spezia, non è nata da un

complesso succedersi di eventi geologici. E' lì per l'abilità, il vigore, l’ostinazione dell'impagabile Papà Lucerna.
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La storia di questo personaqgio e stata definita "una variante ligure alla leggenda nordica del Vascello fantasma" anche Papà Lucerna in effetti viaggiava su uno scafo che non approdava mai in nessun porto, destinato a navigare,apparendo e sparendo inopinatamente, sino alla fine del mondo. Ma, ecco la differenza fondamentale, l'incontro con il suo veliero preannunciava una felice navigazione anziché, come per il Vascello fantasma, uragani naufragi e morte. Del tenebroso Olandese volante, dunque, Papà Lucerna rappresenta non una variante, ma la perfetta antitesi, in chiave solare, pittoresca, ricca di risvolti arguti.

La storia della Palmaria é assolutamente in linea con questi sorridenti umori. Papà Lucerna, di gracilissima costituzione, poco dopo la nascita era stato abbandonato dalla madre, che considerava una verqogna familiare un figlio così patito e mingherlino. Fu raccolto da una parente la quale adottò, per irrobustirlo, l'originale sistema di tenerlo appeso al soffitto perché il fumo e l'a- ria calda lo temprassero. La cura funzionò tanto che il raqazzo, acquisito un fisico da atleta, fu riammesso in famiqlia, dove ritrovò i suoi quattro fratelli maggiori. Costoro, peraltro, non lo vedevano troppo volentieri; e sempre più lo maltrattavano, man mano che Lucerna dimostrava di essere in tutto miqliore di loro. Egli inventava, ad esempio, nuovi apparecchi per pescare, con i quali rimediava notevoli bottini, facendo morire di invidia fratelli. I quali, comunque, non dovevano essere proprio delle aquile: il fatto delle nasse, quello che fece traboccare il vaso dei loro rapporti, la dice lunga in proposito.


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Lucerna aveva ideato questa specie di panieri di vimini, in uso ancora oggi,dotati d’una apertura a tronco di cono attraverso la quale il pesce passava, non trovando poi la maniera di uscire dalla trappola. I fratelli avevano voluto imitarlo, costruendo analoqhi strumenti, che differivano da quelli di Lucerna per il fatto di avere non una,ma due aperture contrapposte; sicchè il pesce entrava da una parte e se ne andava tranquillo dall'altra. L'ennesimo smacco mando fuori di testa i fratelli: non vollero piu in barca con loro Lucerna e gli negarono addirittura ami lenze ed esche. Ma Lucerna era pieno di risorse: prese una caviglia di ferro per impiombar cavi, la torse a regola d'arte e ne fece un amo;vi legò una fune e, dalla punta del promontorio di Portovenere, scaraventò il tutto in acqua. Pochi minuti di paziente attesa e l’improvvisata lenza si appesantì. Lucerna cominciò a tirare con forza e finì per portare a galla un'isola:appunto la Palmaria (per obbiettività occorre dire che i marinai del ponente, per comprensibili motivi di campanile, traslormavano l'isola nella Gallinara o in Bergeggi). Fu una delle ultime imprese di Papà Lucerna, prima che, in età matura, assumesse il comando della famosa nave, tanto grande da rendere necessari corrieri a cavallo per trasmettere ai marinai gli ordini del comandante, e con l'albero maestro così alto che il mozzo che vi si arrampicava tornava giù con i capelli bianchi.


Fonte: Cara Spezia volume 1

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