LA STORIA DELLO SPEZIA CALCIO

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Venezia, Torino e la squadra spezzina rischiano sulla pelle. l ragazzi di Barbieri battono nella gara decisiva del girone all'italiana il grande  Torino di Pozzo, fucina di calciatori per la nazionale. Àll'Àrena di Milano la cornice di pubblico per una gara simile è rovinata dalla paura di bombardamenti e dai rastrellamenti della Gestapo. Lo Spezia vince per 2 a l con doppietta di Ànqelini e gol per i granata del grande Silvio Piola. Solo alla fine la Federazione si accorge della irregolarità del torneo e cancella a tavolino il successo di quella "scomoda" formazione. Panzer tedeschi davanti alle porte, bagni di sangue nel cuore: nessuno ha il coraggio di protestare. Lo faranno in tanti, anni dopo, invano. À cavallo degli anni '4O Spezia lega il suo nome ad alcuni campioni come il nazionale Luigi Scarabello ed il giovane Eusebio Castigliano. Il primo, invidiato marito dlell'allora diva del cinema Lilia Silvi, gioca una partita alle vincenti Olimpiadi di Berlino nel '36. Il secondo debutta nella nazionale giovanile a Padova contro la Croazia. Castigliano tornera a giocare in maglia azzurra con i colori del Torino e molte più partite avrebbe disputato se non fosse rimasto coinvolto nella tragedia di Superga. Dopo di loro troviamo il nome di Riccardo Carapellese, aletta "pazza" del Milan del famoso trio svedese Green, Nordhal e Liedholm.
Venezia, Torino e la squadra spezzina rischiano sulla pelle. l ragazzi di Barbieri battono nella gara decisiva del girone all'italiana il grande  Torino di Pozzo, fucina di calciatori per la nazionale. Àll'Àrena di Milano la cornice di pubblico per una gara simile è rovinata dalla paura di bombardamenti e dai rastrellamenti della Gestapo. Lo Spezia vince per 2 a l con doppietta di Ànqelini e gol per i granata del grande Silvio Piola. Solo alla fine la Federazione si accorge della irregolarità del torneo e cancella a tavolino il successo di quella "scomoda" formazione. Panzer tedeschi davanti alle porte, bagni di sangue nel cuore: nessuno ha il coraggio di protestare. Lo faranno in tanti, anni dopo, invano. À cavallo degli anni '4O Spezia lega il suo nome ad alcuni campioni come il nazionale Luigi Scarabello ed il giovane Eusebio Castigliano. Il primo, invidiato marito dlell'allora diva del cinema Lilia Silvi, gioca una partita alle vincenti Olimpiadi di Berlino nel '36. Il secondo debutta nella nazionale giovanile a Padova contro la Croazia. Castigliano tornera a giocare in maglia azzurra con i colori del Torino e molte più partite avrebbe disputato se non fosse rimasto coinvolto nella tragedia di Superga. Dopo di loro troviamo il nome di Riccardo Carapellese, aletta "pazza" del Milan del famoso trio svedese Green, Nordhal e Liedholm.
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Siamo negli anni '50. Solo la fusione con l'Àrsenalspezia evita ai bianchi di cadere veramente in basso; retrocessi nel girone di promozione ligure, rimangono in quarta serie  solo grazie ai cuginii Alle soglie del cinquantesimo anniversario la societa ritorna a chiamarsi Spe- zia F.B C. e con il debutto di Enrico Àlbertosi, futuro portiere della nazionale, rientra in serie C nel 1959, Proprio in quegli anni si inizia a parlare di messa in liquidazione, di problemi amministrativi, Nel '6l/62 si cerca ancora di salvare il salvabile con un notevole sforzo economico, tanto che se ne discute niente meno che in sede di consiglio provinciale. Bertorello, presidente, è in difficoltà e la sguadra passa di mano a Guerriero Menicagli, il "presidentissimo". Una gestione che durerà fino al 1970, precedendo le dieci stagioni dei Mordenti e di Giovanni Fusani. Tra una polemica e l'altra si sfiora la serie B nella stagione '76/77 con Sonetti in panchina. Ultime vicissitudini societarie alcune stagioni fa ('85) con la di- chiarazione di fallimento da parte del Tribunale di La Spezia, con un presidente meteora, Pietro Rossetto, implicato in vicende giudiziarie. Un finanziamento salva la baracca. Personaggi politici, il sindaco socialista Montefiori, ma soprattutto un professionista, Renato Caruso, a capo del "triumvirato" De Ferrari-Razzuoli, risolleva la situazione. Pochi soldi in cassa, ma un azionista di maggioranza di assoluto rilievo: il grande pubblico, la magica "curva" che, con la gestione tecnica di Sergio Carpanesi, concede grandi illusioni. Domenico Mastropasqua diventa presidente: dalle mense aziendali allo stadio "Picco", un passo contrassegnato da una brillante promozione in Cl e da una situazione attuale ricca di prospettive. Spezia attende il suo momento, dopo 37 anni!
Siamo negli anni '50. Solo la fusione con l'Àrsenalspezia evita ai bianchi di cadere veramente in basso; retrocessi nel girone di promozione ligure, rimangono in quarta serie  solo grazie ai cuginii Alle soglie del cinquantesimo anniversario la societa ritorna a chiamarsi Spe- zia F.B C. e con il debutto di Enrico Àlbertosi, futuro portiere della nazionale, rientra in serie C nel 1959, Proprio in quegli anni si inizia a parlare di messa in liquidazione, di problemi amministrativi, Nel '6l/62 si cerca ancora di salvare il salvabile con un notevole sforzo economico, tanto che se ne discute niente meno che in sede di consiglio provinciale. Bertorello, presidente, è in difficoltà e la sguadra passa di mano a Guerriero Menicagli, il "presidentissimo". Una gestione che durerà fino al 1970, precedendo le dieci stagioni dei Mordenti e di Giovanni Fusani. Tra una polemica e l'altra si sfiora la serie B nella stagione '76/77 con Sonetti in panchina. Ultime vicissitudini societarie alcune stagioni fa ('85) con la di- chiarazione di fallimento da parte del Tribunale di La Spezia, con un presidente meteora, Pietro Rossetto, implicato in vicende giudiziarie. Un finanziamento salva la baracca. Personaggi politici, il sindaco socialista Montefiori, ma soprattutto un professionista, Renato Caruso, a capo del "triumvirato" De Ferrari-Razzuoli, risolleva la situazione. Pochi soldi in cassa, ma un azionista di maggioranza di assoluto rilievo: il grande pubblico, la magica "curva" che, con la gestione tecnica di Sergio Carpanesi, concede grandi illusioni. Domenico Mastropasqua diventa presidente: dalle mense aziendali allo stadio "Picco", un passo contrassegnato da una brillante promozione in Cl e da una situazione attuale ricca di prospettive. Spezia attende il suo momento, dopo 37 anni!

Versione delle 16:21, 25 lug 2011

DALLE ORIGINI A MASTROPASQUA

Una lunga linea bianca che parte dal 1902 per esaurirsi nei nostri giorni, Da piccola reginetta ligure, a campione d'1talia quasi di nascosto (1944): questa la reale dimensione di una squadra che, nata dalla spinta della Regia Marina, vive momenti alterni che talvolta la conducono addirittura nelle aule di tribunale. Anche se il calcio vero, sullo slancio inglese, parte prima, lo Sport Club Spezia nasce nel 1906 fondata dallo svizzero Horny, in città per alcuni affari.

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Nel 1911 la stessa società assumerà per la prima volta il nome di Spezia Football Club, con prima uscita ufficiale solo nel 1912 contro la Virtus luventusque di Livorno, Cresce presto, come la città che vive allora mille contraddizioni. La federazione si convince intanto che si può organizzare un campionato: il 1913 segna una svolta anche per lo Spezia che in quell'anno inizia una vera e propria attivita ago- nistica. lncombe la guerra e lo sport finisce per essere sommerso dagli avvenimenti. Gli azzurri (sostituiranno questa casacca in favore di quella bianca solo nel 1920) danno i primi calci al Picco, inaugurato contro il Vado. Nel 1921, un'amichevole con la formazione svizzera dello Chaux de Fonds da il là al termine "aquilotti" che entrerà nel gergo calcistico nazionale. Il calcio, come la città, cresce presto: diciassette campionati in serie B dal lontano 1929 al 1951, stagione della definitiva discesa in terza serie. Lo Spezia gia nel '35 e nel '39 aveva conosciuto l'amarezza di ritornare nel calcio che meno contava.


Squadra e società rispolvereranno l'antico blasone nel 1944, conquistando uno scudetto con i Vigili del fuoco della Spezia che non è stato mai omologato, Girone finale a tre per un campionato menomato dal conflitto bellico. 360px!left360px!left

Venezia, Torino e la squadra spezzina rischiano sulla pelle. l ragazzi di Barbieri battono nella gara decisiva del girone all'italiana il grande Torino di Pozzo, fucina di calciatori per la nazionale. Àll'Àrena di Milano la cornice di pubblico per una gara simile è rovinata dalla paura di bombardamenti e dai rastrellamenti della Gestapo. Lo Spezia vince per 2 a l con doppietta di Ànqelini e gol per i granata del grande Silvio Piola. Solo alla fine la Federazione si accorge della irregolarità del torneo e cancella a tavolino il successo di quella "scomoda" formazione. Panzer tedeschi davanti alle porte, bagni di sangue nel cuore: nessuno ha il coraggio di protestare. Lo faranno in tanti, anni dopo, invano. À cavallo degli anni '4O Spezia lega il suo nome ad alcuni campioni come il nazionale Luigi Scarabello ed il giovane Eusebio Castigliano. Il primo, invidiato marito dlell'allora diva del cinema Lilia Silvi, gioca una partita alle vincenti Olimpiadi di Berlino nel '36. Il secondo debutta nella nazionale giovanile a Padova contro la Croazia. Castigliano tornera a giocare in maglia azzurra con i colori del Torino e molte più partite avrebbe disputato se non fosse rimasto coinvolto nella tragedia di Superga. Dopo di loro troviamo il nome di Riccardo Carapellese, aletta "pazza" del Milan del famoso trio svedese Green, Nordhal e Liedholm.

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Siamo negli anni '50. Solo la fusione con l'Àrsenalspezia evita ai bianchi di cadere veramente in basso; retrocessi nel girone di promozione ligure, rimangono in quarta serie solo grazie ai cuginii Alle soglie del cinquantesimo anniversario la societa ritorna a chiamarsi Spe- zia F.B C. e con il debutto di Enrico Àlbertosi, futuro portiere della nazionale, rientra in serie C nel 1959, Proprio in quegli anni si inizia a parlare di messa in liquidazione, di problemi amministrativi, Nel '6l/62 si cerca ancora di salvare il salvabile con un notevole sforzo economico, tanto che se ne discute niente meno che in sede di consiglio provinciale. Bertorello, presidente, è in difficoltà e la sguadra passa di mano a Guerriero Menicagli, il "presidentissimo". Una gestione che durerà fino al 1970, precedendo le dieci stagioni dei Mordenti e di Giovanni Fusani. Tra una polemica e l'altra si sfiora la serie B nella stagione '76/77 con Sonetti in panchina. Ultime vicissitudini societarie alcune stagioni fa ('85) con la di- chiarazione di fallimento da parte del Tribunale di La Spezia, con un presidente meteora, Pietro Rossetto, implicato in vicende giudiziarie. Un finanziamento salva la baracca. Personaggi politici, il sindaco socialista Montefiori, ma soprattutto un professionista, Renato Caruso, a capo del "triumvirato" De Ferrari-Razzuoli, risolleva la situazione. Pochi soldi in cassa, ma un azionista di maggioranza di assoluto rilievo: il grande pubblico, la magica "curva" che, con la gestione tecnica di Sergio Carpanesi, concede grandi illusioni. Domenico Mastropasqua diventa presidente: dalle mense aziendali allo stadio "Picco", un passo contrassegnato da una brillante promozione in Cl e da una situazione attuale ricca di prospettive. Spezia attende il suo momento, dopo 37 anni!

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