IL PALAZZO DEL GHIACCIO
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In spazi appositi erano conservati tutti quei cibi deteriorabili come la carne, i salumi, il pesce,che oggi utilizziamo con grande facilità nelle nostre case, senza problemi legati alle temperature. | In spazi appositi erano conservati tutti quei cibi deteriorabili come la carne, i salumi, il pesce,che oggi utilizziamo con grande facilità nelle nostre case, senza problemi legati alle temperature. | ||
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+ | [[File:Orsi via sprugola.JPG]] | ||
Versione delle 13:09, 31 dic 2011
Oggi sono pochi gli spezzini che riconoscono la antica funzione del palazzo del ghiaccio quando, transitando nella loro città per Via Colombo,angolo via Sprugola,sfiorano le fattezze squadrate di un palazzo vecchio di circa 90 anni.
Eppure, gli orsi polari e i pinguini ancor oggi visibili sulla parte alta della facciata non sono certo lì per caso. Correva infatti l'anno 1920 quando l'architetto Franco Oliva, su incarico della Società Anonima Industria del freddo, progettò per le esigenze di Spezia il palazzo del ghiaccio, una struttura che non poteva mancare in un importante agglomerato urbano.
Non dimentichiamo che all'epoca la conservazione dei cibi non avveniva con le facilitazioni della nostra era, ed era pertanto necessario una produzione industriale del ghiaccio. Tra progetto e costruzione dell'apparato industriale passarono tre anni, e nel 1923 la nuova struttura cominciò l'attività con i refrigeratori tedeschi Linde Wiesbaden, riuscendo a raggiungere la considerevole quota giornaliera di 40 tonnellate di ghiaccio prodotto.
In spazi appositi erano conservati tutti quei cibi deteriorabili come la carne, i salumi, il pesce,che oggi utilizziamo con grande facilità nelle nostre case, senza problemi legati alle temperature.
L'edificio, che ha naturalmente perduto la sua funzione originaria, oggi è sede di uffici della Carispe che l'ha acquistato nel 1976,e che ne ha convertito gli interni per l'utilizzo d'ufficio: ma con intelligenza sono stati mantenuti, nel restauro, i bassorilievi esterni del progetto iniziale (opera di Augusto Magli),inclusi orsi polari e pinguini,oggi perfettamente visibili dalla strada, e che possiamo vedere nel reportage dedicato alla pagina.
Il palazzo è citato in molte opere di argomenti architettonici,sia nei testi dedicati all'attività di Franco Oliva (che collaborò, non dimentichiamolo, con la strepitosa rivista nata a Spezia: L'Eroica [[1]] )sia in quelli destinati allo studio di edifici molto particolari, e meritevoli di studi e approfondite citazioni.
Fonte: www.architetturadelmoderno.it