CONFINDUSTRIA LA SPEZIA
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Sono anni di infrastrutturazione per il comprensorio: il Comune lancia un concorso per la costruzione dell’acquedotto (1907); dopo vari insuccessi, è grazie all’Ing. Baratta che il progetto dell’acquedotto prende corpo. Baratta individua le falde acquifere in [[:Categoria:ARCOLA|Arcola]] e lì struttura i pozzi (oggi ancora in funzione); progressivamente realizza acquedotti sull’intero comprensorio, dando vita anche ad una centrale idroelettrica a [[:Categoria:BAGNONE|Bagnone]]. Baratta, fondatore di quella che ai giorni nostri è Acquedotti Tirreni, anticipando le tecniche finanziare sullo stile del project financing, con il coinvolgimento di famiglie aristocratiche e amministrazioni locali, realizza una serie di acquedotti che si spingono fino a Pietrasanta e Forte dei Marmi. | Sono anni di infrastrutturazione per il comprensorio: il Comune lancia un concorso per la costruzione dell’acquedotto (1907); dopo vari insuccessi, è grazie all’Ing. Baratta che il progetto dell’acquedotto prende corpo. Baratta individua le falde acquifere in [[:Categoria:ARCOLA|Arcola]] e lì struttura i pozzi (oggi ancora in funzione); progressivamente realizza acquedotti sull’intero comprensorio, dando vita anche ad una centrale idroelettrica a [[:Categoria:BAGNONE|Bagnone]]. Baratta, fondatore di quella che ai giorni nostri è Acquedotti Tirreni, anticipando le tecniche finanziare sullo stile del project financing, con il coinvolgimento di famiglie aristocratiche e amministrazioni locali, realizza una serie di acquedotti che si spingono fino a Pietrasanta e Forte dei Marmi. | ||
Mentre l’inizio degli anni ’20 è contraddistinto da forte lotte sindacali, con occupazione di fabbriche, quali ad esempio Cerpelli (produttore da fine ‘800 di pompe e macchinari vari per il travaso di liquidi e per filtraggio di aria e di gas da destinarsi a impianti a terra o su navi, successivamente Termomeccanica), Vickers – Terni (inizialmente produttore di artiglierie ed armamenti in genere), [[CANTIERE MIGLIETTA|Cantieri Miglietta]] e Pertusola, la seconda metà dello stesso decennio è contraddistinta da uno sviluppo industriale unico. Tra il 1923 ed 1925 vengono costituite numerose aziende metameccaniche quali S.IO. (’23), Refrattaria Verzocchi (’24), Fabbrica Derivati da Piombo (’24), S.I.R.A. (’25). Non mancano significative presenze nel comparto della metallurgia - meccanica: Officine Faggiani, Officine Toselli, Fonderie Fusani, così come si registra un fiorire nel comparto edile, prima fra tutte la Soc. Nino Ferrari, che in quegli anni già opera all’estero, Carletti – Tartarici, Pozzoli, Oriana. Sempre in questi anni la Cantieri del Muggiano si fonde con la VicKers Terni dando vita alla Odero – Terni – Orlando, in sigla OTO. | Mentre l’inizio degli anni ’20 è contraddistinto da forte lotte sindacali, con occupazione di fabbriche, quali ad esempio Cerpelli (produttore da fine ‘800 di pompe e macchinari vari per il travaso di liquidi e per filtraggio di aria e di gas da destinarsi a impianti a terra o su navi, successivamente Termomeccanica), Vickers – Terni (inizialmente produttore di artiglierie ed armamenti in genere), [[CANTIERE MIGLIETTA|Cantieri Miglietta]] e Pertusola, la seconda metà dello stesso decennio è contraddistinta da uno sviluppo industriale unico. Tra il 1923 ed 1925 vengono costituite numerose aziende metameccaniche quali S.IO. (’23), Refrattaria Verzocchi (’24), Fabbrica Derivati da Piombo (’24), S.I.R.A. (’25). Non mancano significative presenze nel comparto della metallurgia - meccanica: Officine Faggiani, Officine Toselli, Fonderie Fusani, così come si registra un fiorire nel comparto edile, prima fra tutte la Soc. Nino Ferrari, che in quegli anni già opera all’estero, Carletti – Tartarici, Pozzoli, Oriana. Sempre in questi anni la Cantieri del Muggiano si fonde con la VicKers Terni dando vita alla Odero – Terni – Orlando, in sigla OTO. | ||
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UFFICIO PROVINCIALE DELLA FEDERAZIONE INDUSTRIALE LIGURE
La foto risale al 29 maggio del 1922 (estratta dalla pubblicazione “LA SPEZIA 1923 – 1945” edita da Edizioni del Tridente) e testimonia come fosse consolidato già all’epoca lo spirito associativo imprenditoriale. L’immagine, infatti, testimonia una delle due riunioni annuali che gli imprenditori spezzini organizzavano, presso la sede di Via Dante, per confrontarsi sui problemi e fare sintesi sulle necessità dell’industria locale, ancora prima che alla Spezia fosse costituita – 29.11.1925 – l’Ufficio Provinciale della Federazione Industriale Ligure. Altra annotazione che merita una riflessione è la constatazione delle presenza alla Spezia, già nel 1927, del primo elettrodo da 60.000 volts installato dalla Compagnia Imprese Elettriche Liguri, affiancato a meno di dieci anni di distanza da un secondo analogo elettrodo, resosi necessario per coprire i fabbisogni energetici del tessuto industriale e bellico presente sul comprensorio. Si consideri altresì che già nel 1899 l’Amministrazione Comunale della Spezia impianta una centrale termica nello stabilimento di produzione del gas di Valdellora.
UNIONE INDUSTRIALE FASCISTA
Gli anni che seguono vedono la trasformazione dell’Ufficio Provinciale della Federazione Industriale Ligure in Unione Industriale Fascista (1926) e la città si prepara al secondo conflitto mondiale e al ventennio dell’era fascista.
UNIONE INDUSTRIALI DI LA SPEZIA
22 settembre 1945: è la data riportata sull’atto costitutivo della Confindustria spezzina, all’epoca “Unione Industriali di La Spezia”, il cui primo Presidente fu il Cav. Ernesto Laviosa, titolare della Ditta Ernesto Laviosa & C. e della Fornaci Italiana. Con questo atto nasce la Confindustria spezzina del dopoguerra, che eredita la rappresentanza in precedenza esercitata dall’Unione Provinciale Fascista degli Industriali e che fonda il proprio spirito associativo su una lunga tradizione industriale, fatta di molti anni di sviluppo, difficilmente riscontrabile in molte altre zone del Paese.
CONFINDUSTRIA LA SPEZIA
Socio effettivo di Confindustria dal 1945, Confindustria La Spezia ha vissuto alcune tappe fondamentali per la propria storia: Avviene nel settembre 1981 la scissione interna all’Unione, avvenuta con l’uscita da parte di illustri associati, per lo più del comparto navalmeccanico e delle demolizioni navali, che non condividendo il programma operativo della dirigenza dell’unione, il 17 settembre costituiscono la “Libera Associazione degli Industriali spezzini”, dando vita, di fatto, alla Confai spezzina. Pochi mesi dopo, nel 1982 l’Unione intercetta le istanze delle imprese portuali, dai terminalisti agli agenti, gli spedizionieri ed il mondo dei trasporti e della logistica: risale, infatti, al febbraio 1982 l’accordo con l’Associazione Spedizionieri del Porto della Spezia e, poco dopo, di quello con l’Associazione Agenti Marittimi, che determina l’ingresso di queste categorie nel mondo confindustriale. Successivamente, il 1 maggio 1993 l’Unione Industriali incorpora la ex Associazione Piccole Medie Industrie della Spezia e della Lunigiana (Confapi), consolidando il proprio ruolo come principale associazione di categoria nella provincia per la rappresentanza della piccola e media industria. In concomitanza con questo evento, cruciale per il mondo associativo locale, viene cambiato il nome dell’organizzazione, che da Unione Industriali di La Spezia diventa Associazione degli Industriali della Provincia della Spezia. A partire dal 1995 Ferrovie dello Stato, alcune realtà del Gruppo Eni unitamente a grandi catene alberghiere fanno il loro ingresso in Associazione, trovando in essa un’adeguata e professionale ospitalità. Nel corso del 1997, a seguito dello scioglimento di Intersind, associazione di categoria delle aziende a partecipazione pubblico - statale, assorbe parte della sua struttura tecnica, ampliando anche la propria rappresentanza imprenditoriale. E’ infatti il 1° gennaio 1998 l’anno di ingresso delle aziende Finmeccanica, Fincantieri, Telecom Italia. Sempre negli stessi anni, l’Associazione Industriali allarga la propria compagine ad alcune delle realtà aziendali municipalizzate e successivamente estende la propria rappresentanza anche nel mondo della Sanità. Nel contempo, cresce sempre più nel comprensorio il fenomeno del porto mercantile, oggi punto di riferimento nazionale ed internazionale nella movimentazione di merci in conteiners e rinfuse. La crescita positiva del porto arriva quasi in concomitanza con il declino delle aziende a partecipazione statale, sopperendo in parte alla profonda crisi economica ed occupazionale con cui il comprensorio spezzino si misura. L’Associazione ne interpreta correttamente le istanze e diventa punto di riferimento dell’intera comunità portuale locale Il percorso di rappresentanza portuale si completa di recente, nel luglio 2005, con l’ingresso degli Spedizionieri Doganali Patentati, realtà associativa che comprende al proprio interno oltre trenta esperti delle problematiche doganali connesse alla movimentazione delle merci. Il XXI secolo si apre anche con un progressivo ridimensionamento del comparto navalmeccanico e, contestualmente, alla nascita di un vero e proprio cluster della cantieristica da diporto. Anche in questo caso, l’Associazione riesce ad interpretare con puntualità e professionalità il fenomeno, diventando un fermo sostenitore della necessità di riconoscere alla Spezia un vero e proprio Distretto Industriale della cantieristica da diporto, riconoscimento che arriva dalla Regione Liguria con la Legge n°33/2001; il ruolo svolto in questo ambito consente ad Confindustria La Spezia di conquistarsi la fiducia dei principali cantieri da diporto insediati in provincia, leader tutti in ambito europeo e mondiale, e di molte delle aziende della stessa filiera. In questi anni, esattamente nel dicembre 2003, anche a fronte della riforma intervenuta a livello nazionale, in Confindustria, l’Associazione spezzina apporta alcuni correttivi al proprio statuto, per modernizzare l’impianto complessivo e, soprattutto, per migliorare il processo decisionale interno all’organizzazione e la costruzione democratica delle decisioni. In concomitanza con questo atto, l’Associazione Industriali assume, anche ai fini di comunicazione, la denominazione Confindustria La Spezia. Oggi, Confindustria La Spezia, forte dell’ampia rappresentanza imprenditoriale che vanta, può ritenersi la principale “piattaforma logistica” dell’imprenditoria spezzina, riuscendo a fare sintesi tra istanze spesso diverse tra loro, per settori merceologi – dalla metalmeccanica al turismo, dalla nautica alla sanità – per dimensioni – da aziende con oltre cinquecento dipendenti a quelle con meno di cinque dipendenti – dalla manifattura ai servizi.
STORIA DELL'INDUSTRIA SPEZZINA
Per questo, riteniamo essenziale dare qualche informazione sul tessuto industriale spezzino, che manifesta tutta la sua vivacità già a partire dalla seconda metà dell’800, determinando alla Spezia una vera e propria rivoluzione industriale. Questa parte della storia spezzina, in fondo, è la matrice da cui il Sistema Confindustria locale trae le proprie origini e la capacità di anticipare i fenomeni, salvaguardando e rappresentando al meglio le istanze del mondo industriale locale Stimolata dalla forte presenza della Marina Militare ed, in particolare, della più importante Base Navale Militare italiana, tra la fine dell’800 e gli anni ’30 La Spezia vive e fonda il proprio sviluppo su un comparto industriale prevalentemente meccanico e navalmeccanico assai organizzato e strutturato, affiancato tra l’altro dal porto mercantile con servizi ausiliari di sicuro rilievo ed importanti industrie nel comparto civile. Alla fine dell’800 l’industria tessile locale – rappresentata dallo Jutificio della Spezia – con 1500 dipendenti circa, per lo più maestranze femminili, è un’importante entità manifatturiera per la lavorazione dei tessuti da imballo. Nel 1896, l’industria alimentare, oltre a ottime fabbriche di pasta, ha nel grande mulino elettrico costruito al Canaletto da Luigi Merello il massimo esempio di tecnologia in grado di macinare un migliaio di quintali di grano al giorno. Parallelamente lo Stabilimento Pirelli, ubicato a Fossa Mastra, produce cavi sottomarini, mentre pochi anni prima, esattamente nel 1857, nasce un importante fonderia alla Pertusola, per volontà di una compagnia inglese, che inizialmente sfrutta le ligniti provenienti dai giacimenti di Caniparola e da un piccolo giacimento di piombo sul monte Parodi. Successivamente la fonderia entra a far parte del gruppo finanziario Società Mineraria e Metallurgica di Pertusola. Al Muggiano, nel 1883, è presente il cantiere Giorgio Henfrey & C., per le riparazioni del naviglio adibito al trasporto di minerali per la fonderia "Pertusola". Nel 1885 vara il primo piroscafo "Maratea" e due anni dopo, con la cessione alla società inglese "Continental lead and iron Company limited", passa alla costruzione di velieri in acciaio. Ma il nuovo indirizzo produttivo provoca una crisi per lo scarso favore dei clienti e nel 1893 si giunge alla sua chiusura. Nel 1897 è rilevato dalla società "Hofer, Manaira & C.", cui subentra la [[SACNN|"Società Anonima Cantieri Navali del Muggiano". L’azienda si converte progressivamente a produzioni avanzate quali la torpediniere sottomarina “Delfino”, considerato il primo sommergibile italiano. Viene poi assorbito nel 1911 dalla Soc. Fiat San Giorgio, successivamente confluita nell’Ansaldo San Giorgio, acquistando reputazione mondiale con la costruzione di sommergibili per Italia, Brasile, Portogallo, Inghilterra, Giappone, Russia, Svezia, Olanda. Nel 1913 "Fiat-San Giorgio" incorpora il piccolo cantiere del Muggiano, dando vita ad un'unica entità produttiva, specializzata nella costruzione di motonavi e sommergibili. Tale attività prosegue sino al 1944. Nel 1949 il Cantiere è incorporato nella società "Ansaldo". Dal 1971 come "Cantiere Navale Muggiano S.p.A." continua a produrre navi mercantili sino al 1975, anno in cui riprende la sua tradizionale vocazione militare - perfezionata con l'incorporazione nella società Cantieri Navali Riuniti da fine 1981 - con la costruzione di unità per le Marine Militari italiana e di vari Paesi: Libia, Ecuador, Perù, Venezuela, Iraq. Nel 1984 è assorbito da parte di Fincantieri. Nel 1905 sorge anche lo stabilimento meccanico di Melara con lo scopo di produrre materiale d’impiego militare, stabilimento progenitore dell’attuale industria Oto – Melara. E’ del 1911, poi, il deposito degli oli minerali della Società Nafta di Genova – successivamente Shell Italiana – in dipendenza del porto spezzino, che in pochissimo tempo diventa uno dei più importanti impianti costieri italiani, ricoprendo un’area di oltre 55 mila metri quadrati di superficie e disponendo, già all’epoca, di una capacità di serbatoi di 30 mila metri cubi. Il deposito, tra l’altro, consente alla società Nafta di sfruttare le concessioni acquisite nelle isole di Sumatra e Borneo. Sono anni di infrastrutturazione per il comprensorio: il Comune lancia un concorso per la costruzione dell’acquedotto (1907); dopo vari insuccessi, è grazie all’Ing. Baratta che il progetto dell’acquedotto prende corpo. Baratta individua le falde acquifere in Arcola e lì struttura i pozzi (oggi ancora in funzione); progressivamente realizza acquedotti sull’intero comprensorio, dando vita anche ad una centrale idroelettrica a Bagnone. Baratta, fondatore di quella che ai giorni nostri è Acquedotti Tirreni, anticipando le tecniche finanziare sullo stile del project financing, con il coinvolgimento di famiglie aristocratiche e amministrazioni locali, realizza una serie di acquedotti che si spingono fino a Pietrasanta e Forte dei Marmi. Mentre l’inizio degli anni ’20 è contraddistinto da forte lotte sindacali, con occupazione di fabbriche, quali ad esempio Cerpelli (produttore da fine ‘800 di pompe e macchinari vari per il travaso di liquidi e per filtraggio di aria e di gas da destinarsi a impianti a terra o su navi, successivamente Termomeccanica), Vickers – Terni (inizialmente produttore di artiglierie ed armamenti in genere), Cantieri Miglietta e Pertusola, la seconda metà dello stesso decennio è contraddistinta da uno sviluppo industriale unico. Tra il 1923 ed 1925 vengono costituite numerose aziende metameccaniche quali S.IO. (’23), Refrattaria Verzocchi (’24), Fabbrica Derivati da Piombo (’24), S.I.R.A. (’25). Non mancano significative presenze nel comparto della metallurgia - meccanica: Officine Faggiani, Officine Toselli, Fonderie Fusani, così come si registra un fiorire nel comparto edile, prima fra tutte la Soc. Nino Ferrari, che in quegli anni già opera all’estero, Carletti – Tartarici, Pozzoli, Oriana. Sempre in questi anni la Cantieri del Muggiano si fonde con la VicKers Terni dando vita alla Odero – Terni – Orlando, in sigla OTO. Questi sono solo alcuni dei nomi di aziende che decretano per uno sviluppo economico-sociale invidiabile, a tal punto che i testi di storia economica parlano dell’esistenza di una vera e propria organizzazione di categoria imprenditoriale.