LUNI

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== Il toponimo ==
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Ricordiamo per primo, seguendo un ordine cronologico, lo scrittore latino Aulio Persio Flacco, nato nell'anno 34 d.C. a Terguglia, presso Luni, da Fulvia Lisenia e da Persio Flacco; compiuti gli studi a Roma fu autore di Satirae, nelle quali celebrò la città di Luni (libro quinto).
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Ricordiamo per primo, seguendo un ordine cronologico, lo scrittore latino Aulio Persio Flacco, nato nell'anno 34 d.C. a Terguglia, presso Luni, da Fulvia Lisenia e da Persio Flacco; compiuti gli studi a Roma fu autore di Satirae, nelle quali celebrò la città di Luni (''libro quinto'').
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Luni diede i natali anche al Papa Eutichiano (275 - 283) ed a diversi vescovi - conti; fra questi citiamo San Basilio, al quale venne dedicata la pieve di Sarzana che poi divenne cattedrale col nome di Santa Maria; inoltre i vescovi San Venanzio, San Ceccardo e l'eremita San Venerio.
Luni diede i natali anche al Papa Eutichiano (275 - 283) ed a diversi vescovi - conti; fra questi citiamo San Basilio, al quale venne dedicata la pieve di Sarzana che poi divenne cattedrale col nome di Santa Maria; inoltre i vescovi San Venanzio, San Ceccardo e l'eremita San Venerio.
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I resti della città romana di Luna, oggetto di scavi a partire dal Rinascimento, sono musealizzati e inclusi nel percorso di visita del Museo Archeologico Nazionale di Luni.
I resti della città romana di Luna, oggetto di scavi a partire dal Rinascimento, sono musealizzati e inclusi nel percorso di visita del Museo Archeologico Nazionale di Luni.
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L'attuale edificio museale, inaugurato nel 1964, nacque con l'obiettivo, non completamente riuscito, di riunire i reperti provenienti dagli scavi archeologici di Luni che risultavano dispersi in diverse istituzioni museali italiane.
L'attuale edificio museale, inaugurato nel 1964, nacque con l'obiettivo, non completamente riuscito, di riunire i reperti provenienti dagli scavi archeologici di Luni che risultavano dispersi in diverse istituzioni museali italiane.
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L'area archeologica comprende diverse aree pubbliche della città romana quali il foro, l'area capitolina e il decumano massimo, la Basilica civile, la curia e il cardine massimo, il Grande Tempio e alcune dimore signorili (Domus dei Mosaici, Domus Settentrionale, Domus degli Affreschi).
L'area archeologica comprende diverse aree pubbliche della città romana quali il foro, l'area capitolina e il decumano massimo, la Basilica civile, la curia e il cardine massimo, il Grande Tempio e alcune dimore signorili (Domus dei Mosaici, Domus Settentrionale, Domus degli Affreschi).
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All'interno dell'area archeologica, in casali ottocenteschi, sono situate sezioni tematiche distaccate del Museo.
All'interno dell'area archeologica, in casali ottocenteschi, sono situate sezioni tematiche distaccate del Museo.
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Anche i resti dell'anfiteatro, posto al di fuori dell'antica cinta muraria, sono inclusi nell'area archeologica.
Anche i resti dell'anfiteatro, posto al di fuori dell'antica cinta muraria, sono inclusi nell'area archeologica.

Versione delle 14:31, 27 lug 2011

« Se tu riguardi Luni e Urbisaglia come sono ite, e come se ne vanno di retro ad esse Chiusi e Sinigaglia, udir come le schiatte si disfanno non ti parrà nova cosa né forte, poscia che le cittadi termine hanno. »

(Dante Alighieri, Divina Commedia - Par.XVI-73,79)



Indice

Il toponimo

Il nome della città deriverebbe dalla sua consacrazione alla dea romana "Lunae" (appellativo popolare con cui veniva identificata Diana Lucifera), anche in considerazione della forma a falce dell'allora porto cittadino[senza fonte]. Taluni studiosi però farebbero risalire l'etimo a Lun che con il consimile Luk vorrebbe riferirsi al termine "palude". Ed in effetti sia la colonia di Luni, sia quella di Lucca erano originariamente circondate da ampie zone paludose che via via i Romani riuscirono a bonificare nel corso di secoli[1]/[senza fonte]

Dal nome della colonia deriva quello di Lunigiana, ovvero il comprensorio racchiuso fra le province della Spezia e di Massa e Carrara ed attraversato dal fiume Magra e dalla strada statale 62 della Cisa, potenziata da Napoleone Bonaparte[2], sul vecchio tracciato della via Francigena.

Storia

La colonia di Luni fu fondata dai Romani nel 177 a.C., per stabilirvi un posto avanzato contro i Liguri Apuani, ai quali avevano faticosamente strappato quel territorio; il nome della città deriverebbe da una dea primitiva italica o dalla forma a falce del porto cittadino. La fondazione di una colonia romana in questa zona indica che il territorio era assai importante dal punto di vista strategico, militare e commerciale: l'accorta politica romana prevedeva il trasferimento di intere famiglie in tali zone, per lo più veterani di guerra, ai quali venivano concessi appezzamenti di terreno con diritto ereditario; e così avvenne per Luni. I Liguri, tuttavia, non si rassegnarono alla perdita di un territorio così importante e continuarono a combattere finché furono definitivamente sconfitti, nel 154 a.C., dal console Claudio Marcello. Con il consolidamento del dominio romano, la colonia iniziò la propria ascesa economica: la città ebbe, infatti, un'industria di scultori del marmo, forse una fonderia di bronzi ed una fabbrica di oggetti in vetro; i cives lunensi erano anche abili commercianti e seppero trarre vantaggi dalle materie prime della zona: esportavano legname delle foreste appenniniche, i celebri formaggi della zona cari a Marziale e a Plinio, i vini locali, ma soprattutto il marmo, fra cui soprattutto il richiestissimo marmo bianco. All'epoca di Augusto, la città conobbe un ulteriore periodo di ascesa e di splendore, mentre in età giulio-claudia raggiunse un notevole sviluppo monumentale. Rutilio Namaziano, nell'anno 416 ne ammirava ancora dal mare le bianche mura e cantava di una terra ricca di marmi che sfidano il candore dei gigli e le bianche nevi; certamente era ancora fiorente nel V secolo se, nell'ordinamento delle diocesi, venne prescelta come sede vescovile. Nel 642, la città fu occupata militarmente dai Longobardi guidati da Rotari, devastata e ridotta a semplice villaggio e le sue famiglie di un tempo avviate ad un rapido declino. L'avvento dei Franchi determinò una nuova crisi nella città che, in seguito, non fu in grado di evitare un terribile saccheggio da parte dei pirati saraceni e, pochi anni più tardi (860), il famoso assalto dei Normanni che segnò la fine dello splendore altomedievale di questa città. Il progressivo impaludamento della zona, il conseguente diffondersi della malaria, l'abbandono delle abitazioni, oltre che le necessità difensive fecero il resto: nel 1201, la sede vescovile venne trasferita a Sarzana e Luni perse l'ultimo ed il più importante carattere della sua condizione di città. Della colonia romana rimasero soltanto rovine, destinate a scomparire per la violenza della natura e degli uomini; ma le leggende legate alla loro storia, il fascino di ciò che resta della grandezza del passato, la bellezza del paesaggio circostante ed il mistero che ancora circonda la fine della città, fanno della visita a Luni antica un'esperienza indimenticabile. Se vuoi approfondire la conoscenza della storia della frazione segui il link alla pagina con un itinerario nella frazione di Luni e consulta le schede sui singoli beni storico-artistici.

Personaggi Illustri

Ricordiamo per primo, seguendo un ordine cronologico, lo scrittore latino Aulio Persio Flacco, nato nell'anno 34 d.C. a Terguglia, presso Luni, da Fulvia Lisenia e da Persio Flacco; compiuti gli studi a Roma fu autore di Satirae, nelle quali celebrò la città di Luni (libro quinto). Luni diede i natali anche al Papa Eutichiano (275 - 283) ed a diversi vescovi - conti; fra questi citiamo San Basilio, al quale venne dedicata la pieve di Sarzana che poi divenne cattedrale col nome di Santa Maria; inoltre i vescovi San Venanzio, San Ceccardo e l'eremita San Venerio.


Luoghi di interesse culturale

I resti della città romana di Luna, oggetto di scavi a partire dal Rinascimento, sono musealizzati e inclusi nel percorso di visita del Museo Archeologico Nazionale di Luni. L'attuale edificio museale, inaugurato nel 1964, nacque con l'obiettivo, non completamente riuscito, di riunire i reperti provenienti dagli scavi archeologici di Luni che risultavano dispersi in diverse istituzioni museali italiane. L'area archeologica comprende diverse aree pubbliche della città romana quali il foro, l'area capitolina e il decumano massimo, la Basilica civile, la curia e il cardine massimo, il Grande Tempio e alcune dimore signorili (Domus dei Mosaici, Domus Settentrionale, Domus degli Affreschi). All'interno dell'area archeologica, in casali ottocenteschi, sono situate sezioni tematiche distaccate del Museo. Anche i resti dell'anfiteatro, posto al di fuori dell'antica cinta muraria, sono inclusi nell'area archeologica.

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