QUARTIERE DEL TORRETTO

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Versione delle 12:06, 11 gen 2012

L’attuale quartiere del Torretto deve il suo nome alla memoria proprio di una piccola torre che ancora nella seconda metà dell’Ottocento sorgeva grosso modo nello specchio d’acqua che era là dove oggi è la Capitaneria di Porto. Quasi isolato su uno scoglio, il torretto era in origine un mulino, non dissimile da quelli che ancora nell’ossatura sono conservati a Campiglia e a Portovenere, la cui funzione primaria si era però perduta nel tempo. Era di certo un elemento così caratterizzante del paesaggio costiero, che il quartiere posto al di fuori di Porta Romana, e quindi dall’attuale piazza del Bastione fino a dove è oggi piazza Verdi, veniva chiamato proprio il sobborgo del Torretto. Esistono molti documenti figurativi che mostrano come fosse questa piccola torre, ad iniziare dai numerosi dipinti di Agostino Fossati dedicati ad illustrare il paesaggio nel quale è compreso il vecchio mulino e ancor più dettagliatamente il monumento stesso, descritto sia all’esterno che internamente. A questi si aggiungono alcune stampe e alcune fotografie, come quella, conservata nell’archivio fotografico del Comune, che illustra il colle detto dei Cappuccini o della Ferrara, dove in alto spiccano le ville della Contessa di Castiglione, il grande convento proteso verso mare, e più in basso le case del sobborgo, fra le quali, verso riva, si distingue proprio il torretto. In prossimità del vecchio mulino, nella seconda metà dell’Ottocento, proprio la Contessa di Castiglione volle un suo stabilimento balneare privato, a contatto ed in continuità con le vaste proprietà degli Oldoini, sua famiglia di origine: la piccola torre, già da tempo dismessa ed erosa nelle sue fondamenta, diventa un romantico apparato di scena per i bagni di mare della divina Contessa. In realtà già a quell’epoca l’antico sobborgo che qui gravitava stava conoscendo vaste trasformazioni, in quanto compreso nell’espansione della Città in crescita: proprio da sobborgo, ossia aggregato abitativo esterno alle mura urbane, stava divenendo un quartiere cittadino, in lenta ma inesorabile trasformazione. Le prime avvisaglie si erano avute attorno alla metà dell’Ottocento, ancor prima del vasto cantiere del Regio Arsenale, quando due grandi edifici erano stati costruiti al di fuori delle porte della Città: il Teatro Civico e l’albergo Croce di Malta, attuale sede della Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia, come si è detto. Da questa data fino alla demolizione del colle dei Cappuccini, avvenuta negli anni Venti del nuovo secolo per far spazio a piazza Europa, le case del Torretto vengono progressivamente spazzate via. E così è anche per gli edifici religiosi, ad iniziare dal grande convento dei Cappuccini già espropriato a fini militari e poi del tutto distrutto, e ancora per la chiesa dedicata a San Gottardo, una cappella posta alle pendici del colle della Ferrara. Il paesaggio muta radicalmente, modificato nella sua geografia costiera ed addirittura orografica. La colmata che viene effettuata a mare con il materiale di risulta dei bacini dell’Regio Arsenale, l’abbattimento del colle nella volontà di allargare sempre più i confini urbani, le nuove strade e piazze che a tutto questo conseguono cambiano inesorabilmente il luogo e sostituiscono l’antico abitato, oggi del tutto perduto.

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