LA LEGGENDA DELLA PALMARIA
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Versione attuale delle 13:50, 24 ago 2011
A sentire i vecchi naviganti, l'isola Palmaria, quel piccolo frammento di terra e roccia che sembra staccato a viva forza dal promontorio di ponente del Golto della Spezia, non è nata da un
complesso succedersi di eventi geologici. E' lì per l'abilità, il vigore, l’ostinazione dell'impagabile Papà Lucerna.La storia di questo personaqgio e stata definita "una variante ligure alla leggenda nordica del Vascello fantasma" anche Papà Lucerna in effetti viaggiava su uno scafo che non approdava mai in nessun porto, destinato a navigare,apparendo e sparendo inopinatamente, sino alla fine del mondo. Ma, ecco la differenza fondamentale, l'incontro con il suo veliero preannunciava una felice navigazione anziché, come per il Vascello fantasma, uragani naufragi e morte. Del tenebroso Olandese volante, dunque, Papà Lucerna rappresenta non una variante, ma la perfetta antitesi, in chiave solare, pittoresca, ricca di risvolti arguti.
La storia della Palmaria é assolutamente in linea con questi sorridenti umori. Papà Lucerna, di gracilissima costituzione, poco dopo la nascita era stato abbandonato dalla madre, che considerava una verqogna familiare un figlio così patito e mingherlino. Fu raccolto da una parente la quale adottò, per irrobustirlo, l'originale sistema di tenerlo appeso al soffitto perché il fumo e l'a- ria calda lo temprassero. La cura funzionò tanto che il raqazzo, acquisito un fisico da atleta, fu riammesso in famiqlia, dove ritrovò i suoi quattro fratelli maggiori. Costoro, peraltro, non lo vedevano troppo volentieri; e sempre più lo maltrattavano, man mano che Lucerna dimostrava di essere in tutto miqliore di loro. Egli inventava, ad esempio, nuovi apparecchi per pescare, con i quali rimediava notevoli bottini, facendo morire di invidia fratelli. I quali, comunque, non dovevano essere proprio delle aquile: il fatto delle nasse, quello che fece traboccare il vaso dei loro rapporti, la dice lunga in proposito.
Lucerna aveva ideato questa specie di panieri di vimini, in uso ancora oggi,dotati d’una apertura a tronco di cono attraverso la quale il pesce passava, non trovando poi la maniera di uscire dalla trappola. I fratelli avevano voluto imitarlo, costruendo analoqhi strumenti, che differivano da quelli di Lucerna per il fatto di avere non una,ma due aperture contrapposte; sicchè il pesce entrava da una parte e se ne andava tranquillo dall'altra. L'ennesimo smacco mando fuori di testa i fratelli: non vollero piu in barca con loro Lucerna e gli negarono addirittura ami lenze ed esche. Ma Lucerna era pieno di risorse: prese una caviglia di ferro per impiombar cavi, la torse a regola d'arte e ne fece un amo;vi legò una fune e, dalla punta del promontorio di Portovenere, scaraventò il tutto in acqua. Pochi minuti di paziente attesa e l’improvvisata lenza si appesantì. Lucerna cominciò a tirare con forza e finì per portare a galla un'isola:appunto la Palmaria (per obbiettività occorre dire che i marinai del ponente, per comprensibili motivi di campanile, traslormavano l'isola nella Gallinara o in Bergeggi). Fu una delle ultime imprese di Papà Lucerna, prima che, in età matura, assumesse il comando della famosa nave, tanto grande da rendere necessari corrieri a cavallo per trasmettere ai marinai gli ordini del comandante, e con l'albero maestro così alto che il mozzo che vi si arrampicava tornava giù con i capelli bianchi.
Fonte: Cara Spezia volume 1