MIA NONNA CUCINAVA COSÌ
Da wikiSpedia.
(2 revisioni intermedie non mostrate.) | |||
Riga 97: | Riga 97: | ||
''o terra benedetta di Liguria.'' | ''o terra benedetta di Liguria.'' | ||
- | + | ''(E.G.)'' | |
[[Categoria: LIBRI]] | [[Categoria: LIBRI]] | ||
- | |||
- | |||
- |
Versione attuale delle 15:28, 10 ago 2011
MIA NONNA CUCINAVA COSÌ
| |
360px | |
Nazione: | |
Regione: | LIGURIA |
Titolo: | MIA NONNA CUCINAVA COSÌ |
Autore: | Eugenio Giovando |
Editore: | EDIZIONI MODERNA- Collana Tradizioni |
Pubblicazione: | 1996 |
Genere: | Ricette spezzine dell'Ottocento e del primo Novecento con contorno di poesia |
MIA NONNA CUCINAVA COSÌ di Eugenio Giovando
'nt'a vècia Spèza di tenpi andà
Sfogliare questa raccolta e provare alcune ricette sarà un po' come scoprire, quasi per magia, un piccolo mondo antico, ottocentesco, con i suoi deliziosi sapori e profumi, distrutti, purtroppo, dal consumismo esagitato e presuntuoso del nostro tempo.
L'autore
Mia nonna cucinava così è il primo libro di ricette scritto da Eugenio Giovando, dopo una paziente e certosina raccolta e "decodificazione" di un materiale non sempre facile da consultare e acquisire. Come dice l'Autore, sono ricette originali, preparate con ingredienti semplici e senza "finezze" da grandi chef, ma non per questo meno gustose e gratificanti, sia dal punto di vsita del gusto che da quello della vista. Ma poiché queste ricette sono accompagnate da un "contorno di poesia", ecco la prima delle liriche, nella quale Giovando canta il suo amore appassionato per la terra di Liguria.
Da: "Mia nonna cucinava così", pag. 11:
AMO LA TERRA DI LIGURIA
Amo la terra di Liguria
in sfida perenne
alla sferza del libeccio
ove la vite strapiomba sul mare
e l'ulivo riluce d'argento.
Amo la terra di Liguria
nel girovagare
ansioso dei gabbiani
su scogliere percosse
da fruste candide di spuma.
Amo la terra di Liguria
nel fascino di pievi e di campane
nei tetti antichi fùmidi d'ardesia
nell'agave morente disseccata
nel pesce azzurro balenante al sole.
Amo la terra di Liguria
nei volti martoriati dal salmastro
nei calli delle mani marinare
nei rivoli lucenti di sudore
nei campi...
nei cantieri...
nell'alba...
nella sera...
Ch'io possa qui morire un giorno
e la materia mia disperdersi
nel tuo vento di maestrale,
o terra benedetta di Liguria.
(E.G.)