SUVERO
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La presenza dell'uomo in questo territorio è documentata già nell'età preistorica da tracce di insediamenti di popolazioni liguri. | La presenza dell'uomo in questo territorio è documentata già nell'età preistorica da tracce di insediamenti di popolazioni liguri. | ||
Nel sito della Pianaccia di Suvero, ad esempio, scavi archeologici hanno portato alla luce testimonianze di un'antica officina per la produzione di ornamenti in steatite, destinati non solo al marcato locale, ma, probabilmente, ad una rete commerciale di ampio raggio. | Nel sito della Pianaccia di Suvero, ad esempio, scavi archeologici hanno portato alla luce testimonianze di un'antica officina per la produzione di ornamenti in steatite, destinati non solo al marcato locale, ma, probabilmente, ad una rete commerciale di ampio raggio. | ||
- | All'origine dell'insediamento attuale sembrano esserci tuttavia i monaci dell'abbazia di Brugnato, fondata, come vorrebbe la tradizione, da S. Colombano (540-615) o, più verosimilmente, da alcuni monaci di Bobbio, sotto la protezione dei re longobardi. I monaci di Brugnato organizzarono infatti centri agricoli in tutto il territorio circostante l'abbazia. Provvidero quindi alla fortificazione di alcuni di essi per difendere il monastero dai ripetuti assalti del vescovo di Luni. Tra i centri fortificati istituiti dai monaci risulterebbe Suvero. Il toponimo pare derivi dalla voce latina "superum", superiore, in alto, in relazione alla sede di Brugnato. | + | All'origine dell'insediamento attuale sembrano esserci tuttavia i monaci dell'abbazia di [[:Categoria:BRUGNATO|Brugnato]], fondata, come vorrebbe la tradizione, da S. Colombano (540-615) o, più verosimilmente, da alcuni monaci di Bobbio, sotto la protezione dei re longobardi. I monaci di [[:Categoria:BRUGNATO|Brugnato]] organizzarono infatti centri agricoli in tutto il territorio circostante l'abbazia. Provvidero quindi alla fortificazione di alcuni di essi per difendere il monastero dai ripetuti assalti del vescovo di [[:Categoria:LUNI|Luni]]. Tra i centri fortificati istituiti dai monaci risulterebbe [[:Categoria:SUVERO|Suvero]]. Il toponimo pare derivi dalla voce latina "superum", superiore, in alto, in relazione alla sede di [[:Categoria:BRUGNATO|Brugnato]]. |
L'insediamento primitivo tuttavia non coincideva con quello attuale ma era dislocato nella zona pianeggiante di Molino Rotato, raccolto attorno all'antichissima chiesa "de Situla". | L'insediamento primitivo tuttavia non coincideva con quello attuale ma era dislocato nella zona pianeggiante di Molino Rotato, raccolto attorno all'antichissima chiesa "de Situla". | ||
- | Il territorio di Suvero, già dal 1301, risulta possesso dei marchesi Malaspina del ramo di Villafranca (spino secco). | + | Il territorio di [[:Categoria:SUVERO|Suvero]], già dal 1301, risulta possesso dei marchesi Malaspina del ramo di Villafranca (spino secco). |
Quando il marchese Giovanni Spinetta Malaspina morì nel 1535, tutti i suoi possessi vennero divisi equamente tra i cinque figli. A Rinaldo toccarono i possessi di Suvero che da quel momento divenne capoluogo feudale sino al XVIII secolo. | Quando il marchese Giovanni Spinetta Malaspina morì nel 1535, tutti i suoi possessi vennero divisi equamente tra i cinque figli. A Rinaldo toccarono i possessi di Suvero che da quel momento divenne capoluogo feudale sino al XVIII secolo. | ||
- | Rinaldo diede inizio alla costruzione del castello attorno al quale, a poco a poco, per sicurezza, si raccolsero le abitazioni dei sudditi. Fu dato dunque inizio alla costruzione dell'attuale chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista mentre l'antica chiesa "de Situla" rimase progressivamente abbandonata. Il vescovo di Brugnato Mascardi ne ordinò la demolizione alla fine del XVI secolo. | + | Rinaldo diede inizio alla costruzione del castello attorno al quale, a poco a poco, per sicurezza, si raccolsero le abitazioni dei sudditi. Fu dato dunque inizio alla costruzione dell'attuale chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista mentre l'antica chiesa "de Situla" rimase progressivamente abbandonata. Il vescovo di [[:Categoria:BRUGNATO|Brugnato]] Mascardi ne ordinò la demolizione alla fine del XVI secolo. |
Il feudo era amministrato da due Consoli, coadiuvati da un Consiglio, e da un podestà, di nomina marchionale, responsabile del potere giudiziario. | Il feudo era amministrato da due Consoli, coadiuvati da un Consiglio, e da un podestà, di nomina marchionale, responsabile del potere giudiziario. | ||
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Ultimo marchese fu Torquato IV (1771-1798) che nel 1815 vendette il castello a Giuseppe Ravenna. Dai Ravenna il castello Passò per via ereditaria ai Romani, attuali proprietari. | Ultimo marchese fu Torquato IV (1771-1798) che nel 1815 vendette il castello a Giuseppe Ravenna. Dai Ravenna il castello Passò per via ereditaria ai Romani, attuali proprietari. | ||
- | Dopo la parentesi rivoluzionaria, il Congresso di Vienna ricostituì il feudo imperiale, attribuendolo al duca di Modena, prima di essere aggregato, con l'unità d'Italia, alla provincia di Massa Carrara. Il Comune di Rocchetta Vara, di cui è parte Suvero, fu inglobato nella neonata provincia della Spezia dal 2 febbraio 1923. | + | Dopo la parentesi rivoluzionaria, il Congresso di Vienna ricostituì il feudo imperiale, attribuendolo al duca di Modena, prima di essere aggregato, con l'unità d'Italia, alla provincia di Massa Carrara. Il Comune di [[:Categoria:ROCCHETTA DI VARA|Rocchetta di Vara]], di cui è parte [[:Categoria:SUVERO|Suvero]], fu inglobato nella neonata provincia della Spezia dal 2 febbraio 1923. |
Fonte: [http://www.comune.rocchetta.sp.it Comune Rocchetta Vara] | Fonte: [http://www.comune.rocchetta.sp.it Comune Rocchetta Vara] | ||
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Versione attuale delle 16:10, 1 ago 2011
La presenza dell'uomo in questo territorio è documentata già nell'età preistorica da tracce di insediamenti di popolazioni liguri.
Nel sito della Pianaccia di Suvero, ad esempio, scavi archeologici hanno portato alla luce testimonianze di un'antica officina per la produzione di ornamenti in steatite, destinati non solo al marcato locale, ma, probabilmente, ad una rete commerciale di ampio raggio.
All'origine dell'insediamento attuale sembrano esserci tuttavia i monaci dell'abbazia di Brugnato, fondata, come vorrebbe la tradizione, da S. Colombano (540-615) o, più verosimilmente, da alcuni monaci di Bobbio, sotto la protezione dei re longobardi. I monaci di Brugnato organizzarono infatti centri agricoli in tutto il territorio circostante l'abbazia. Provvidero quindi alla fortificazione di alcuni di essi per difendere il monastero dai ripetuti assalti del vescovo di Luni. Tra i centri fortificati istituiti dai monaci risulterebbe Suvero. Il toponimo pare derivi dalla voce latina "superum", superiore, in alto, in relazione alla sede di Brugnato.
L'insediamento primitivo tuttavia non coincideva con quello attuale ma era dislocato nella zona pianeggiante di Molino Rotato, raccolto attorno all'antichissima chiesa "de Situla".
Il territorio di Suvero, già dal 1301, risulta possesso dei marchesi Malaspina del ramo di Villafranca (spino secco).
Quando il marchese Giovanni Spinetta Malaspina morì nel 1535, tutti i suoi possessi vennero divisi equamente tra i cinque figli. A Rinaldo toccarono i possessi di Suvero che da quel momento divenne capoluogo feudale sino al XVIII secolo.
Rinaldo diede inizio alla costruzione del castello attorno al quale, a poco a poco, per sicurezza, si raccolsero le abitazioni dei sudditi. Fu dato dunque inizio alla costruzione dell'attuale chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista mentre l'antica chiesa "de Situla" rimase progressivamente abbandonata. Il vescovo di Brugnato Mascardi ne ordinò la demolizione alla fine del XVI secolo.
Il feudo era amministrato da due Consoli, coadiuvati da un Consiglio, e da un podestà, di nomina marchionale, responsabile del potere giudiziario.
Ultimo marchese fu Torquato IV (1771-1798) che nel 1815 vendette il castello a Giuseppe Ravenna. Dai Ravenna il castello Passò per via ereditaria ai Romani, attuali proprietari.
Dopo la parentesi rivoluzionaria, il Congresso di Vienna ricostituì il feudo imperiale, attribuendolo al duca di Modena, prima di essere aggregato, con l'unità d'Italia, alla provincia di Massa Carrara. Il Comune di Rocchetta di Vara, di cui è parte Suvero, fu inglobato nella neonata provincia della Spezia dal 2 febbraio 1923.
Fonte: Comune Rocchetta Vara