LA CITTÀ MURATA
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Praticamente dalla Sua origine, la Spezia si ritrova protetta da un giro di mura che all'inizio del XVII secolo viene ampliato verso il mare. Il motivo di questa misura é quello di adeguare il circuito ad una situazione economica e demografica che si va modificando rispetto al precedente stato delle cose. In pratica, il lato meridionale delle mura che orientativamente coincideva con l'odierna via Sapri che allora si chiamava di San Carlo, viene spostato sull'asse che oggi é la via Cavallotti.[[File:03.jpg]] | Praticamente dalla Sua origine, la Spezia si ritrova protetta da un giro di mura che all'inizio del XVII secolo viene ampliato verso il mare. Il motivo di questa misura é quello di adeguare il circuito ad una situazione economica e demografica che si va modificando rispetto al precedente stato delle cose. In pratica, il lato meridionale delle mura che orientativamente coincideva con l'odierna via Sapri che allora si chiamava di San Carlo, viene spostato sull'asse che oggi é la via Cavallotti.[[File:03.jpg]] | ||
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'''1'''. Porta di San Bernardino o di Genova. Era collocata nella via del Prione all'altezza della scalinata Quintino Sella. Traeva il nome dall'oratorio lì nei pressi (oggi ospita il Museo Diocesano dopo essere stato per anni sede della Pubblica Assistenza. Da lì iniziava il lungo cammino verso Genova, il che spiega ils econdo nome. | '''1'''. Porta di San Bernardino o di Genova. Era collocata nella via del Prione all'altezza della scalinata Quintino Sella. Traeva il nome dall'oratorio lì nei pressi (oggi ospita il Museo Diocesano dopo essere stato per anni sede della Pubblica Assistenza. Da lì iniziava il lungo cammino verso Genova, il che spiega ils econdo nome. |
Versione delle 07:09, 24 set 2011
Praticamente dalla Sua origine, la Spezia si ritrova protetta da un giro di mura che all'inizio del XVII secolo viene ampliato verso il mare. Il motivo di questa misura é quello di adeguare il circuito ad una situazione economica e demografica che si va modificando rispetto al precedente stato delle cose. In pratica, il lato meridionale delle mura che orientativamente coincideva con l'odierna via Sapri che allora si chiamava di San Carlo, viene spostato sull'asse che oggi é la via Cavallotti.
Nelle mura si aprivano 6 porte: 1. Porta di San Bernardino o di Genova. Era collocata nella via del Prione all'altezza della scalinata Quintino Sella. Traeva il nome dall'oratorio lì nei pressi (oggi ospita il Museo Diocesano dopo essere stato per anni sede della Pubblica Assistenza. Da lì iniziava il lungo cammino verso Genova, il che spiega ils econdo nome. 2. La porta successiva, proseguendo in senso orario, era nell'odoerna piazzetta del Bastione. Per la presenza del complesso chiesa-convento degli Agostiniani (oggi scomparso)e di un oratorio, la chiamavano di Sant'Agostino o di San Giovanni. Subito dopo c'era il quartiere del Torretto (così chiamato perché al suo termine, odierna Capitaneria, si trovava la torre del Mulino a vento) e da lì partiva la lunga via per Roma. Ciò spiega gli altri due nomi: del Torretto, appunto, o di Roma. 3. Dove oggi la via del Prione incrocia la via cavallotti, immediatamente prima della piazza Mentana, si apriva la porta Sud, o del Mare o della Marina. la diecvano anche la porta dei Sette Dolori. Lì resta un ampio tratto di muro a scarpa che va verso la piazza Sant'Agostino. 4. La porta della Madonna del Carmine (anche più semplicemente Carmine) o del Pallone,era dove la via Colombo oggi incrocia la via Cavallotti. La porta aveva a difesa un orecchione, una sporgenza del bastione contro eventuali artiglierie nemiche. Agostino Fossati ce ne lascia testimonianza in un suo celebre dipinto. 5. La porta di San Francesco (incrocio via Sapri con via Colombo) si chiamava così perché da lì partiva la strada che portava al complesso francescano tanto imponente che gli era stato dato l'appellativo di Grande. La porta era detta anche del Fosso, per il canale che correva all'esterno del braccio occidentale del circuito murario. 6.Infine, dove la via Colombo incontra la via Biassa all'altezza della Banca d'Italia, si apriva la porta di Biassa, perché su quella styrada erano le case della famiglia Biassa. L'apertura era anche chiamata della fontana o dello spedale. Di fronte alla porta, agli inizi del XV secolo ci fu il primo ospedale della Spezia che, essendo collocato nell'oratorio di Sant'Andrea, fu chiamato da allora, anche per le sue versioni successive, con il nome del Santo. Con l'imngrandimento della Città sucecssivo alla venuta dell'Arsenale Militare, le mura vennero progressivamente abbattute. Oggi ne restano frammenti all'interno di Santa Maria, accanto al Museo Diocesano nella via del Prione, nel muiro a scarpa della via Cavallotti. Il tratto più significativo é, comunque, quello che dal castello scende veso il basso per ampio tratto con i suoi merli tagliati a coda di rondine (alla ghibellina)ed il camminamento di ronda ancora ben visibile. La Città viene divisa dal censimento del 28 agosto 1607 in quartieri: Cittadella, Piazza, Prione e Sant'Agostino. Con la venuta dello stabilimento militare, si aggiunge poi il quartiere dell'Arsenale.