BATACOVERCI

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Sono pochi, tutto sommato, i nostri predecessori locali transitati alla memoria delle generazioni successive, specialmente considerando i numeri degli abitanti nei secoli...
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Alinghieri lo cita in mezzo a Mostri Sacri spezzini o con interessi spezzini, lo fa infatti ricordando Cancogni, [[GIANCARLO FUSCO|Fusco]] , Gino Patroni e le serate irripetibili trascorse con questi giganti, che ha voluto ricordare nel contributo intitolato ''Ulysses alla Spezia '' e contenuto nel libro (bellissimo, fuori commercio) [[:Categoria:CITTA' DELLA SPEZIA|La Spezia]], volti di un territorio, a cura di S.Gamberini, Edizioni Laterza/[[CASSA DI RISPARMIO DELLA SPEZIA|''Cassa di Risparmio della Spezia'']]
Alinghieri lo cita in mezzo a Mostri Sacri spezzini o con interessi spezzini, lo fa infatti ricordando Cancogni, [[GIANCARLO FUSCO|Fusco]] , Gino Patroni e le serate irripetibili trascorse con questi giganti, che ha voluto ricordare nel contributo intitolato ''Ulysses alla Spezia '' e contenuto nel libro (bellissimo, fuori commercio) [[:Categoria:CITTA' DELLA SPEZIA|La Spezia]], volti di un territorio, a cura di S.Gamberini, Edizioni Laterza/[[CASSA DI RISPARMIO DELLA SPEZIA|''Cassa di Risparmio della Spezia'']]
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Di questo oscuro personaggio si narra nel testo che si trattava d'un operaio della Scorza che, sentendosi prossimo alla morte, volle così raccomandare alla consorte : avverti Fusco, e digli che sono morto.
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Di questo oscuro personaggio si narra nel testo che si trattava d'un operaio della Scorza che, sentendosi prossimo alla morte, volle così raccomandare alla consorte : avverti [[GIANCARLO FUSCO|Fusco]], e digli che sono morto.
La frase voleva testimoniare la comunque costante e ferma vicinanza al ''suo'' popolo di un frequentatore assiduo dei VIP del tempo; ma oggi resta per noi lontani concittadini la domanda: ma chi era questo Batacoverci?
La frase voleva testimoniare la comunque costante e ferma vicinanza al ''suo'' popolo di un frequentatore assiduo dei VIP del tempo; ma oggi resta per noi lontani concittadini la domanda: ma chi era questo Batacoverci?
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Tornò a casa nel maggio del 1945 dopo due anni passati sui monti della Grecia con i partigiani greci.
Tornò a casa nel maggio del 1945 dopo due anni passati sui monti della Grecia con i partigiani greci.
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Versione attuale delle 16:08, 18 set 2011

Batacoverci.jpg

Sono pochi, tutto sommato, i nostri predecessori locali transitati alla memoria delle generazioni successive, specialmente considerando i numeri degli abitanti nei secoli...

Talvolta alcuni restano in memoria in un modo del tutto inatteso, altri ci parlano e descrivono parte delle loro esistenze in forma completa, o meno. Fra questi ultimi forse merita lanciare al tempo stesso un ricordo, e una richiesta di maggiori dettagli, per il fantomatico BATACOVERCI.

Di Batacoverci ci parla in un suo strepitoso ricordo di una Spezia di nicchia il grande avvocato Ettore Alinghieri.

Alinghieri lo cita in mezzo a Mostri Sacri spezzini o con interessi spezzini, lo fa infatti ricordando Cancogni, Fusco , Gino Patroni e le serate irripetibili trascorse con questi giganti, che ha voluto ricordare nel contributo intitolato Ulysses alla Spezia e contenuto nel libro (bellissimo, fuori commercio) La Spezia, volti di un territorio, a cura di S.Gamberini, Edizioni Laterza/Cassa di Risparmio della Spezia

Di questo oscuro personaggio si narra nel testo che si trattava d'un operaio della Scorza che, sentendosi prossimo alla morte, volle così raccomandare alla consorte : avverti Fusco, e digli che sono morto.

La frase voleva testimoniare la comunque costante e ferma vicinanza al suo popolo di un frequentatore assiduo dei VIP del tempo; ma oggi resta per noi lontani concittadini la domanda: ma chi era questo Batacoverci?

Perchè questo soprannome? Si trattava di un lattoniere, d'un carrozziere, di un fabbro?

Dalle righe vergate in suo ricordo dal nipote, sappiamo che il suo nome era Giuseppe Valenzi, detto "Belin" o "Batacoverci". Nato a La Spezia nel 1915. Ebanista, come amava definirsi lui, lavorò nei Cantieri aeronautici di Monfalcone sugli idrovolanti Cant Zeta, e a La Spezia presso lo stabilimento Verzocchi. Finì arruolato nel 1939 e sul fronte greco albanese poco dopo, con il suo amico, coetaneo e concittadino Giancarlo Fusco (eccoci dunque al contatto...)

Tornò a casa nel maggio del 1945 dopo due anni passati sui monti della Grecia con i partigiani greci.

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