MUSEO ETNOGRAFICO DI ORTONOVO
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L'edificio del frantoio oggi '''Museo etnografico''' (MET) è stato costruito alla metà del XIX secolo sopra una struttura preesistente del XVI secolo, il cosiddetto frantoio della "Colombera": ciò si può dedurre dalla forma delle porte e delle finestre, dalle tecniche costruttive dei muri e soprattutto dalle misure dei mattoni usati negli archi di scarico delle aperture. La parte verso la strada ha un solaio di legno, quella sul retro, che regge il frantoio dal piano superiore e le vasche di decantazione, è stata costruita a volte in un secondo tempo, come si può notare dai resti di un frantoio situati sotto la scala. | L'edificio del frantoio oggi '''Museo etnografico''' (MET) è stato costruito alla metà del XIX secolo sopra una struttura preesistente del XVI secolo, il cosiddetto frantoio della "Colombera": ciò si può dedurre dalla forma delle porte e delle finestre, dalle tecniche costruttive dei muri e soprattutto dalle misure dei mattoni usati negli archi di scarico delle aperture. La parte verso la strada ha un solaio di legno, quella sul retro, che regge il frantoio dal piano superiore e le vasche di decantazione, è stata costruita a volte in un secondo tempo, come si può notare dai resti di un frantoio situati sotto la scala. | ||
L'interno complesso è stato restaurato nel 1990 e le pavimentazioni e i serramenti sono stati rifatti con materiali tradizionali. | L'interno complesso è stato restaurato nel 1990 e le pavimentazioni e i serramenti sono stati rifatti con materiali tradizionali. | ||
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Versione attuale delle 20:49, 17 set 2011
L'edificio del frantoio oggi Museo etnografico (MET) è stato costruito alla metà del XIX secolo sopra una struttura preesistente del XVI secolo, il cosiddetto frantoio della "Colombera": ciò si può dedurre dalla forma delle porte e delle finestre, dalle tecniche costruttive dei muri e soprattutto dalle misure dei mattoni usati negli archi di scarico delle aperture. La parte verso la strada ha un solaio di legno, quella sul retro, che regge il frantoio dal piano superiore e le vasche di decantazione, è stata costruita a volte in un secondo tempo, come si può notare dai resti di un frantoio situati sotto la scala. L'interno complesso è stato restaurato nel 1990 e le pavimentazioni e i serramenti sono stati rifatti con materiali tradizionali. Il lavoro nel frantoio si svolgeva in pochi mesi invernali, da novembre a gennaio. Ogni famiglia di contadini raccoglieva una o due volte le olive che cadevano spontaneamente perché mature o staccate dal vento; poi iniziava con scale e pertiche la "battitura" degli ulivi per far cadere tutti i frutti. Le olive erano distese in un luogo coperto e arieggiato in modo che non fermentassero in attesa del turno del frantoio. Ogni famiglia frangeva le sue olive in una sola volta o al massimo due, ma nessuna voleva farlo per prima perché una parte dell'olio sarebbe andato a ungere le attrezzature del frantoio rimaste ferme per quasi un anno. Ed è proprio al lavoro al frantoio che il poeta lericino Paolo Bertolani dedica questi versi intitolati Torci (Frantoi) dal volume Seinà, Einaudi 1985:
AlloraIl Museo ha un [www.metortonovo.it sito] creato dalla società cooperativa Persus (performance and sustainability) non più rinnovato. Le schede del sito del museo etnografico sono in parte prese (con menzione della fonte), da testi storici, in parte create da Anna Maria Monteverdi ex novo da interviste ai contadini del luogo, illustrate da fotografie di Sergio Fregoso e di Enrico Amici.
Indirizzo: Ex Frantoio, via Cannetolo fraz. Casano - 19034 - Ortonovo (SP)
Tel. +390187690111