DOMENICO FIASELLA
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* Chiesa di San Francesco: Adorazione dei Pastori, notturno (primo altare a destra, oprea iniziale, 1617) | * Chiesa di San Francesco: Adorazione dei Pastori, notturno (primo altare a destra, oprea iniziale, 1617) | ||
* Chiesa cattedrale: tela con i Santi Nicola, Lazzaro e Giorgio (commissione del vescovo Salvago, 1626) | * Chiesa cattedrale: tela con i Santi Nicola, Lazzaro e Giorgio (commissione del vescovo Salvago, 1626) | ||
- | *Chiesa cattedrale: tela con i Santi Lucia, Barbara, Apollonia (commissione del vescovo Salvago, 1626) | + | * Chiesa cattedrale: tela con i Santi Lucia, Barbara, Apollonia (commissione del vescovo Salvago, 1626) |
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Versione delle 14:28, 7 set 2011
DOMENICO FIASELLA
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Luogo di nascita: | Sarzana |
Date: | 1589 – 1669 |
Periodo di attività: | XIV-XV secolo |
Opere: |
In Sarzana:
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Riconoscimenti: | |
Collaborazioni: | |
Altro: | Altre opere sono esposte a Genova e ad Albissola Marina (SV) |
Links: |
Una delle principali vie del centro storico della città di Sarzana è giustamente dedicata al pittore Domenico Fiasella che rese illustre la sua patria tanto da assumerne il nome: fu infatti appellato “Il Sarzana”.
Egli vi nacque il 12 agosto 1589 dall’argentiere Giovanni Fiasella e da Chiara Locatelli. Fu avviato alle arti ed in particolare al disegno già da fanciullo nella bottega paterna. Giovanissimo, intorno al 1600, venne inviato a Genova a proseguire gli studi, ove frequentò la bottega dell’affermato pittore pisano Aurelio Lomi, per trascorrere successivamente un periodo di apprendistato di circa cinque anni presso il pittore genovese Giovanni Battista Paggi.
Come altri pittori il giovane Fiasella fu attirato dalla grande Roma, il maggiore centro culturale del momento. Nel corso del soggiorno romano, protrattosi almeno sino al 1615, Fiasella studiò i reperti antichi e le opere di Raffaello, ma meditò con attenzione i dipinti di Caravaggio e dei suoi seguaci, i pittori preferiti dal suo mecenate il marchese Vincenzo Giustiniani.
Nel 1616 fece ritorno a Sarzana ove ottenne dai Protettori dell’Opera di Santa Maria un'importante commissione: realizzare un grande dipinto raffigurante "San Lazzaro che implora la Vergine" per la città di Sarzana, da collocare nella chiesa del lazzaretto fuori le mura cittadine. Il dipinto, come ha osservato giustamente Piero Donati, conserva ancora un fascino tutto particolare. In basso è collocata una veduta di Sarzana così come appariva a chi percorresse la via Romea: sormontata da un grande stemma di Genova, si vede la porta a mare non più esistente, al centro spiccano le torri campanarie di Sant’Andrea e di Santa Maria Assunta in mezzo alle quali spunta la mole della fortezza di Sarzanello. Un cielo tempestoso, squarciato da un lampo improvviso, grava sulla città; un oscuro pericolo si sta per abbattere su Sarzana, San Lazzaro invoca la Vergine Maria avvolta nel fulgore celeste, ascolta le preghiere del santo, mentre il Bambino più che benedire sembra assolvere i peccatori. Allo stesso periodo gli studiosi fanno risalire la bella tela in una cappella laterale della cattedrale di Santa Maria raffigurante la "Visitazione della Vergine a Sant’Elisabetta".
Dopo il breve soggiorno sarzanese Fiasella torna a Genova ove lo attendono prestigiosi incarichi tra cui la dichiarazione ad affresco degli appartamenti del doge Giacomo Lomellini il Moro, e l’esecuzione dell’affresco raffigurante "Sansone che stermina i Filistei", nella volta di un salotto del palazzo De Franchi nel centro della città in piazza Posta Vecchia. Dalla nobile famiglia Saluzzo il Fiasella ottiene la commissione per eseguire l’imponente pala "Assunzione della Vergine" per il santuario francescano di Nostra Signora del Monte cui seguiranno le quattro importanti tele con "Storie della Vergine e di Cristo" per la monumentale basilica dell’Annunziata di Genova.
Benché lontano dalla sua Sarzana, il Fiasella non dimenticò la sua patria, periodicamente vi inviò propri dipinti, commissionati da istituzione religiose come la "Vestizione di Santa Chiara" inviata a Sarzana nel 1648. Quando il vescovo Giovanni Battista Salvago volle decorare l’imponente cappella delle Reliquie da lui fatta edificare nella cattedrale di Santa Maria non ebbe dubbi, chiamò il Fiasella, che godeva in quel momento una meritata fama in tutta Italia.
Il Fiasella nel 1653 tornò nella sua Sarzana ove dipinse i due grandi lunettoni della cappella delle Reliquie raffiguranti "La Strage degli Innocenti" e "Il Martirio di Sant’Andrea". Agli ultimi anni di attività del sarzanese è ascrivibile la bella tela "Madonna con il Bambino e Santi" che orna un altare laterale della chiesa parrocchiale di Lerici datata 1659.
Avanzato negli anni, Fiasella moriva in Genova il 19 ottobre 1669.
In città, di Fiasella, ci sono anche:
"I Santi Lazzaro, Nicola e Giorgio"
"Le Sante Apollonia, Lucia e Cecilia" (1626)
"La vocazione dei Santi Giacomo e Giovanni"
"La Madonna col bambino e i Santi Bernardino e Salvatore d'Orta" (1630)
Fonte: "Società, economia, avvenimenti, personaggi di Sarzana" Volume II di Lamioni, Salviati, Gastardelli Edito da Pubblica Assistenza "La Misericordia & Olmo" Sarzana e AISM - La Spezia