GUGLIELMO MARCONI ALLA SPEZIA

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[[File:GUGLIELMO_MARCONI_nave_san_martino.jpg|360px|right|thumb|Marconi sulla corrazzata "San Martino"]]
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Guglielmo Marconi arrivò per la prima volta alla [[:Categoria:LA SPEZIA| Spezia]] il 10 luglio 1897 proveniente da Roma dove era stato convocato dal Ministro della Marina Benedetto Brin, che aveva seguito con attenzione gli esperimenti di telegrafia senza fili effettuati in lnghìlterra dal giovane inventore, rimanendo impressionato soprattutto dai risultati di quelli svolti nel canale di Bristol, e richiamando così lo scienziato in Italia. Guglielmo Marconi era molto giovane: aveva a quel tempo soltanto ventitre anni, ma era già famoso per la sua scoperta ed aveva già ottenuto, nel 1896, in lnghilterra il brevetto del nuovo sistema di telegrafia senza fili. Era nato a Bologna infatti il 25 aprile 1874 da Giuseppe Marconi e dall'inglese Annie lameson. Ragazzo prodigio, rivelò subito un precoce talento da inventore, iniziando esperimenti e ricerche nel campo elettromagnetico nel 1887, appena tredicenne, nello stesso periodo in cui lo scienziato Hertz sulla falsariga della dimostrazione teorica dell'esistenza delle onde elettromaghetiche fatta nel 1865 dal matematico Clark Maxwell, era riuscito a produrle ed a studiarle. Affascinato, il ragazzo Marconi aveva cominciato a pensare come si sarebbe potuto utilizzare praticamente questa scoperta. Ormai catturato dall'idea dominante di trasmettere parole e suoni a distanza senza l'ausilio di cavi e fili, Marconi ventenne si trasferiva, nell'inverno del 1894, a Pontecchio, presso Bologna, nella casa di famiglia "ll Grifone", attrezzata con nuovissimi apparecchi finanziati dal padre. Qui nella primavera del 1895, con un rudimentale apparecchio trasmittente collocato nel granaio della villa ed un apparecchio ricevente posto dietro una collinetta a qualche chilometro di distanza, effettuava il celeberrimo esperimento che segnò la nascita della telegrafia senza fili invenzione accolta dapprima non molto bene in Italia: il Ministero delle Poste al quale Marconi l'aveva sottoposta, la rifiutò. Per nulla scoraggiato, il giovane inventore si recò accompagnato dalla madre, in Inghilterra, dove ottenne l'approvazione e gli aiuti di sir William Preece, ingegnere del Post Office britannico. Si iniziavano cosi gli esperimenti e nel 1897 si compivano prove positive nel canale della Manica e in quello di Bristol. Alla [[:Categoria:LA SPEZIA| Spezia]] Marconi venne per ripetere su più vasta scala gli esperimenti fatti il 2 luglio a Roma nel dicastero della Marina in via della Scrofa, alla presenza del Ministro Brin e di ufficiali dello Stato Maggiore; altri esperimenti furono eseguiti alla presenza di Re Umberto I. [[:Categoria:LA SPEZIA| La Spezia]] fu prescelta per la particolare conformazione geografica e gli esperimenti si svolsero dapprima entro l'area dell'[[ARSENALE MARINA MILITARE| Arsenale]] su breve distanza, poi tra l'[[ARSENALE MARINA MILITARE| Arsenale]] e S. Bartolomeo coprendo un tratto in linea d'aria di circa tre chilometri. Si passò poi agli esperimenti in mare: un grosso apparecchio ricevente dotato di un’antenna di diciotto metri di altezza venne imbarcato su un rimorchiatore che prese il largo; la stazione trasmittente fu invece collocata sulla banchina di San Bartolomeo che può cosi considerarsi a tutti gli effetti la prima stazione radiotrasmittente della Marina Italiana. I segnali si udirono chiaramente sino a cinque chilometri, poi andarono affievolendosi sparendo del tutto alla distanza di dodici chilometri. Successivamente l'apparecchio ricevente fu trasbordato sulla corazzata "San Martino" e qui potendosi alzare l'antenna alla sua massima estensione, i segnali furono captati sino a diciotto chilometri sulla costa.[[File:GUGLIELMO_MARCONI_cablogramma.jpg|360px|left|thumb|Il cablogramma inviato il 30 Novembre 1902]] Le prove, durate dal 10 al 19 luglio, si svolsero nel massimo segreto militare. Tuttavia, qualche notizia dell'eccezionale avvenimento trapelò: allo sbarco della "San Martino" la sera del 18 luglio, quando Marconi sulla lancia che lo portava a terra approdò al molo di San Bartolomeo, trovò ad attenderlo una folla festante che lo acclamò al grido di "Viva Marconi" e che, separatolo affettuosamente dal gruppo degli ufficiali di scorta, lo accompagnò esultante sino al trenino che da San Bartolomeo allora giungeva in città, Dopo alcuni collegamenti radio con la Corsica e la Sardegna fatti da San Bartolomeo, nel giorno successivo, Marconi il 20 lasciava [[:Categoria:LA SPEZIA| La Spezia]] rientrando a Londra. Sarebbe tornato nella nostra città soltanto l'11 settembre 1902, a bordo della corazzata "Carlo Alberto" messagli a disposizione dalla Marina Militare dopo il riuscito collegamento del 12 dicembre 1901, tra la stazione trasmittente inglese di Poldhu e la base ricevente di San Giovanni Terranova, che provò come le onde magnetiche potessero superare la curvatura terrestre. Il percorso coperto era stato di 3300 chilometri. Marconi si era imbarcato il 7 luglio l902 a Dover sulla "Carlo Alberto", per compiere la prima  campagna radiotelegraiica italiana nel Mare del Nord e nel Baltico. Erano stati installati a bordo della corazzata italiana i ricevitori del nuovissimo "detector magnetico" brevettato con il n. 10245 il 25 giugno. La crociera durò due mesi e il 3 settembre la "Carlo Alberto" lasciava Cadice per rientrare alla [[:Categoria:LA SPEZIA| Spezia]], dove arrivò l'11 settembre. Nei giorni successivi, sempre con Marconi a bordo, la nave ripartiva diretta a Sidney nella Nuova Scozia (Canada) dove giunse il 30 settembre. Marconi sbarcò per organizzare il collegamento tra il Canada e la Gran Bretagna. Pieno successo: dopo alcuni giorni di tentativi, finalmente il 20 dicembre 1902 Marconi poteva inviare alla stazione di Table Head alla stazione inglese di Poldhu due messaggi: uno al Re d'Inghilterra ed uno al Re d'Italia. Per una terza volta la Marconi fu alla [[:Categoria:LA SPEZIA| Spezia]], ma non si trattò purtroppo di una felice occasione. Fu a causa dell'incidente d'auto in cui rimase coinvolto, proveniendo dalla Toscana e diretto a Genova, sul [[:Categoria:PASSO DEL BRACCO| Bracco]], all'altezza di [[:Categoria:BORGHETTO VAL DI VARA| Borghetto Vara]], il giorno 25 settembre 1912. La collisione con la vettura guidata da un certo commendatore Antenore Beltrami causò gravi danni all'auto dell'inventore che era alla guida, e che rimase ferito al volto per la rottura del parabrezza. Ricoverato all'Ospedale Militare ed assistito dal direttore dottor Montani e da tutti gli ufficiali medici della piazzaforte, gli fu riscontrata una commozione cerebrale ed una grave contusione all'occhio destro che rese necessaria l'asportazione. Intervento fatto il 18 ottobre 1912, sempre alla [[:Categoria:LA SPEZIA| Spezia]], dal professor Fusch direttore della Clinica oculistica dell'Università di Vienna con l'assistenza del professor Bajardi, direttore della Clinica oculistica dell'Università di Torino. Guglielmo Marconi quel fatale 25 settembre proveniva da San Rossore dove era stato ospite del Re ed era diretto a Genova dove era atteso dal Marchese Solari. Immediatamente dopo l'incidente si recarono a visitarlo l'ammiraglio Bertolini, il Capo di Stato Maggiore Mingoni e l'assessore comunale signor Prati in rappresentanza del Sindaco assente. Dopo l'operazione ricevette la visita dei Sovrani d'ltalia  e del Duca degli Abruzzi Luigi di Savoia. Trascorse la convalescenza in lunghe passeggiate in carrozza sui nostri colli e per le strade, allora tranquille e salubri, della nostra città bordate da profumati aranci. Nel corso degli anni Marconi ancorò più volte nelle acque del Golfo la sua nave laboratorio "Elettra", e lo spettacolo della sagoma di quella che D'Annunzio definì "la nave bianca", divenne familiare agli spezzini che si abituarono quasi con affetto a scorgere in rada la "dimora-laboratorio" dello straordinario inventore. Marconi morì a Roma il 20 luglio 1937.   
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Guglielmo Marconi arrivò per la prima volta alla [[:Categoria:LA SPEZIA| Spezia]] il 10 luglio 1897 proveniente da Roma dove era stato convocato dal Ministro della Marina Benedetto Brin, che aveva seguito con attenzione gli esperimenti di telegrafia senza fili effettuati in lnghìlterra dal giovane inventore, rimanendo impressionato soprattutto dai risultati di quelli svolti nel canale di Bristol, e richiamando così lo scienziato in Italia. Guglielmo Marconi era molto giovane: aveva a quel tempo soltanto ventitre anni, ma era già famoso per la sua scoperta ed aveva già ottenuto, nel 1896, in lnghilterra il brevetto del nuovo sistema di telegrafia senza fili. Era nato a Bologna infatti il 25 aprile 1874 da Giuseppe Marconi e dall'inglese Annie lameson. Ragazzo prodigio, rivelò subito un precoce talento da inventore, iniziando esperimenti e ricerche nel campo elettromagnetico nel 1887, appena tredicenne, nello stesso periodo in cui lo scienziato Hertz sulla falsariga della dimostrazione teorica dell'esistenza delle onde elettromaghetiche fatta nel 1865 dal matematico Clark Maxwell, era riuscito a produrle ed a studiarle. Affascinato, il ragazzo Marconi aveva cominciato a pensare come si sarebbe potuto utilizzare praticamente questa scoperta. Ormai catturato dall'idea dominante di trasmettere parole e suoni a distanza senza l'ausilio di cavi e fili, Marconi ventenne si trasferiva, nell'inverno del 1894, a Pontecchio, presso Bologna, nella casa di famiglia "ll Grifone", attrezzata con nuovissimi apparecchi finanziati dal padre. Qui nella primavera del 1895, con un rudimentale apparecchio trasmittente collocato nel granaio della villa ed un apparecchio ricevente posto dietro una collinetta a qualche chilometro di distanza, effettuava il celeberrimo esperimento che segnò la nascita della telegrafia senza fili invenzione accolta dapprima non molto bene in Italia: il Ministero delle Poste al quale Marconi l'aveva sottoposta, la rifiutò. Per nulla scoraggiato, il giovane inventore si recò accompagnato dalla madre, in Inghilterra, dove ottenne l'approvazione e gli aiuti di sir William Preece, ingegnere del Post Office britannico. Si iniziavano cosi gli esperimenti e nel 1897 si compivano prove positive nel canale della Manica e in quello di Bristol. Alla [[:Categoria:LA SPEZIA| Spezia]] Marconi venne per ripetere su più vasta scala gli esperimenti fatti il 2 luglio a Roma nel dicastero della Marina in via della Scrofa, alla presenza del Ministro Brin e di ufficiali dello Stato Maggiore; altri esperimenti furono eseguiti alla presenza di Re Umberto I. [[:Categoria:LA SPEZIA| La Spezia]] fu prescelta per la particolare conformazione geografica e gli esperimenti si svolsero dapprima entro l'area dell'[[ARSENALE MARINA MILITARE| Arsenale]] su breve distanza, poi tra l'[[ARSENALE MARINA MILITARE| Arsenale]] e [[VIALE SAN BARTOLOMEO| S. Bartolomeo]] coprendo un tratto in linea d'aria di circa tre chilometri. Si passò poi agli esperimenti in mare: un grosso apparecchio ricevente dotato di un’antenna di diciotto metri di altezza venne imbarcato su un rimorchiatore che prese il largo; la stazione trasmittente fu invece collocata sulla banchina di [[VIALE SAN BARTOLOMEO| S. Bartolomeo]] che può cosi considerarsi a tutti gli effetti la prima stazione radiotrasmittente della Marina Italiana. I segnali si udirono chiaramente sino a cinque chilometri, poi andarono affievolendosi sparendo del tutto alla distanza di dodici chilometri. Successivamente l'apparecchio ricevente fu trasbordato sulla corazzata "San Martino" e qui potendosi alzare l'antenna alla sua massima estensione, i segnali furono captati sino a diciotto chilometri sulla costa.[[File:GUGLIELMO_MARCONI_cablogramma.jpg|360px|left|thumb|Il cablogramma inviato il 30 Novembre 1902]] Le prove, durate dal 10 al 19 luglio, si svolsero nel massimo segreto militare. Tuttavia, qualche notizia dell'eccezionale avvenimento trapelò: allo sbarco della "San Martino" la sera del 18 luglio, quando Marconi sulla lancia che lo portava a terra approdò al molo di [[VIALE SAN BARTOLOMEO| S. Bartolomeo]], trovò ad attenderlo una folla festante che lo acclamò al grido di "Viva Marconi" e che, separatolo affettuosamente dal gruppo degli ufficiali di scorta, lo accompagnò esultante sino al trenino che da [[VIALE SAN BARTOLOMEO| S. Bartolomeo]] allora giungeva in città, Dopo alcuni collegamenti radio con la Corsica e la Sardegna fatti da [[VIALE SAN BARTOLOMEO| S. Bartolomeo]], nel giorno successivo, Marconi il 20 lasciava [[:Categoria:LA SPEZIA| La Spezia]] rientrando a Londra. Sarebbe tornato nella nostra città soltanto l'11 settembre 1902, a bordo della corazzata "Carlo Alberto" messagli a disposizione dalla Marina Militare dopo il riuscito collegamento del 12 dicembre 1901, tra la stazione trasmittente inglese di Poldhu e la base ricevente di San Giovanni Terranova, che provò come le onde magnetiche potessero superare la curvatura terrestre. Il percorso coperto era stato di 3300 chilometri. Marconi si era imbarcato il 7 luglio l902 a Dover sulla "Carlo Alberto", per compiere la prima  campagna radiotelegraiica italiana nel Mare del Nord e nel Baltico. Erano stati installati a bordo della corazzata italiana i ricevitori del nuovissimo "detector magnetico" brevettato con il n. 10245 il 25 giugno. La crociera durò due mesi e il 3 settembre la "Carlo Alberto" lasciava Cadice per rientrare alla [[:Categoria:LA SPEZIA| Spezia]], dove arrivò l'11 settembre. Nei giorni successivi, sempre con Marconi a bordo, la nave ripartiva diretta a Sidney nella Nuova Scozia (Canada) dove giunse il 30 settembre. Marconi sbarcò per organizzare il collegamento tra il Canada e la Gran Bretagna. Pieno successo: dopo alcuni giorni di tentativi, finalmente il 20 dicembre 1902 Marconi poteva inviare alla stazione di Table Head alla stazione inglese di Poldhu due messaggi: uno al Re d'Inghilterra ed uno al Re d'Italia. Per una terza volta la Marconi fu alla [[:Categoria:LA SPEZIA| Spezia]], ma non si trattò purtroppo di una felice occasione. Fu a causa dell'incidente d'auto in cui rimase coinvolto, proveniendo dalla Toscana e diretto a Genova, sul [[:Categoria:PASSO DEL BRACCO| Bracco]], all'altezza di [[:Categoria:BORGHETTO VAL DI VARA| Borghetto Vara]], il giorno 25 settembre 1912. La collisione con la vettura guidata da un certo commendatore Antenore Beltrami causò gravi danni all'auto dell'inventore che era alla guida, e che rimase ferito al volto per la rottura del parabrezza. Ricoverato all'Ospedale Militare ed assistito dal direttore dottor Montani e da tutti gli ufficiali medici della piazzaforte, gli fu riscontrata una commozione cerebrale ed una grave contusione all'occhio destro che rese necessaria l'asportazione. Intervento fatto il 18 ottobre 1912, sempre alla [[:Categoria:LA SPEZIA| Spezia]], dal professor Fusch direttore della Clinica oculistica dell'Università di Vienna con l'assistenza del professor Bajardi, direttore della Clinica oculistica dell'Università di Torino. Guglielmo Marconi quel fatale 25 settembre proveniva da San Rossore dove era stato ospite del Re ed era diretto a Genova dove era atteso dal Marchese Solari. Immediatamente dopo l'incidente si recarono a visitarlo l'ammiraglio Bertolini, il Capo di Stato Maggiore Mingoni e l'assessore comunale signor Prati in rappresentanza del Sindaco assente. Dopo l'operazione ricevette la visita dei Sovrani d'ltalia  e del Duca degli Abruzzi Luigi di Savoia. Trascorse la convalescenza in lunghe passeggiate in carrozza sui nostri colli e per le strade, allora tranquille e salubri, della nostra città bordate da profumati aranci. Nel corso degli anni Marconi ancorò più volte nelle acque del Golfo la sua nave laboratorio "Elettra", e lo spettacolo della sagoma di quella che D'Annunzio definì "la nave bianca", divenne familiare agli spezzini che si abituarono quasi con affetto a scorgere in rada la "dimora-laboratorio" dello straordinario inventore. Marconi morì a Roma il 20 luglio 1937.   
Fonte: Cara Spezia vol. I
Fonte: Cara Spezia vol. I
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[[Categoria:STORIA MODERNA]]
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[[Categoria:CRONACA]]
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[[Categoria:LA SPEZIA]]
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Versione attuale delle 05:59, 12 ago 2011

Marconi sulla corrazzata "San Martino"
Guglielmo Marconi arrivò per la prima volta alla Spezia il 10 luglio 1897 proveniente da Roma dove era stato convocato dal Ministro della Marina Benedetto Brin, che aveva seguito con attenzione gli esperimenti di telegrafia senza fili effettuati in lnghìlterra dal giovane inventore, rimanendo impressionato soprattutto dai risultati di quelli svolti nel canale di Bristol, e richiamando così lo scienziato in Italia. Guglielmo Marconi era molto giovane: aveva a quel tempo soltanto ventitre anni, ma era già famoso per la sua scoperta ed aveva già ottenuto, nel 1896, in lnghilterra il brevetto del nuovo sistema di telegrafia senza fili. Era nato a Bologna infatti il 25 aprile 1874 da Giuseppe Marconi e dall'inglese Annie lameson. Ragazzo prodigio, rivelò subito un precoce talento da inventore, iniziando esperimenti e ricerche nel campo elettromagnetico nel 1887, appena tredicenne, nello stesso periodo in cui lo scienziato Hertz sulla falsariga della dimostrazione teorica dell'esistenza delle onde elettromaghetiche fatta nel 1865 dal matematico Clark Maxwell, era riuscito a produrle ed a studiarle. Affascinato, il ragazzo Marconi aveva cominciato a pensare come si sarebbe potuto utilizzare praticamente questa scoperta. Ormai catturato dall'idea dominante di trasmettere parole e suoni a distanza senza l'ausilio di cavi e fili, Marconi ventenne si trasferiva, nell'inverno del 1894, a Pontecchio, presso Bologna, nella casa di famiglia "ll Grifone", attrezzata con nuovissimi apparecchi finanziati dal padre. Qui nella primavera del 1895, con un rudimentale apparecchio trasmittente collocato nel granaio della villa ed un apparecchio ricevente posto dietro una collinetta a qualche chilometro di distanza, effettuava il celeberrimo esperimento che segnò la nascita della telegrafia senza fili invenzione accolta dapprima non molto bene in Italia: il Ministero delle Poste al quale Marconi l'aveva sottoposta, la rifiutò. Per nulla scoraggiato, il giovane inventore si recò accompagnato dalla madre, in Inghilterra, dove ottenne l'approvazione e gli aiuti di sir William Preece, ingegnere del Post Office britannico. Si iniziavano cosi gli esperimenti e nel 1897 si compivano prove positive nel canale della Manica e in quello di Bristol. Alla Spezia Marconi venne per ripetere su più vasta scala gli esperimenti fatti il 2 luglio a Roma nel dicastero della Marina in via della Scrofa, alla presenza del Ministro Brin e di ufficiali dello Stato Maggiore; altri esperimenti furono eseguiti alla presenza di Re Umberto I. La Spezia fu prescelta per la particolare conformazione geografica e gli esperimenti si svolsero dapprima entro l'area dell' Arsenale su breve distanza, poi tra l' Arsenale e S. Bartolomeo coprendo un tratto in linea d'aria di circa tre chilometri. Si passò poi agli esperimenti in mare: un grosso apparecchio ricevente dotato di un’antenna di diciotto metri di altezza venne imbarcato su un rimorchiatore che prese il largo; la stazione trasmittente fu invece collocata sulla banchina di S. Bartolomeo che può cosi considerarsi a tutti gli effetti la prima stazione radiotrasmittente della Marina Italiana. I segnali si udirono chiaramente sino a cinque chilometri, poi andarono affievolendosi sparendo del tutto alla distanza di dodici chilometri. Successivamente l'apparecchio ricevente fu trasbordato sulla corazzata "San Martino" e qui potendosi alzare l'antenna alla sua massima estensione, i segnali furono captati sino a diciotto chilometri sulla costa.
Il cablogramma inviato il 30 Novembre 1902
Le prove, durate dal 10 al 19 luglio, si svolsero nel massimo segreto militare. Tuttavia, qualche notizia dell'eccezionale avvenimento trapelò: allo sbarco della "San Martino" la sera del 18 luglio, quando Marconi sulla lancia che lo portava a terra approdò al molo di S. Bartolomeo, trovò ad attenderlo una folla festante che lo acclamò al grido di "Viva Marconi" e che, separatolo affettuosamente dal gruppo degli ufficiali di scorta, lo accompagnò esultante sino al trenino che da S. Bartolomeo allora giungeva in città, Dopo alcuni collegamenti radio con la Corsica e la Sardegna fatti da S. Bartolomeo, nel giorno successivo, Marconi il 20 lasciava La Spezia rientrando a Londra. Sarebbe tornato nella nostra città soltanto l'11 settembre 1902, a bordo della corazzata "Carlo Alberto" messagli a disposizione dalla Marina Militare dopo il riuscito collegamento del 12 dicembre 1901, tra la stazione trasmittente inglese di Poldhu e la base ricevente di San Giovanni Terranova, che provò come le onde magnetiche potessero superare la curvatura terrestre. Il percorso coperto era stato di 3300 chilometri. Marconi si era imbarcato il 7 luglio l902 a Dover sulla "Carlo Alberto", per compiere la prima campagna radiotelegraiica italiana nel Mare del Nord e nel Baltico. Erano stati installati a bordo della corazzata italiana i ricevitori del nuovissimo "detector magnetico" brevettato con il n. 10245 il 25 giugno. La crociera durò due mesi e il 3 settembre la "Carlo Alberto" lasciava Cadice per rientrare alla Spezia, dove arrivò l'11 settembre. Nei giorni successivi, sempre con Marconi a bordo, la nave ripartiva diretta a Sidney nella Nuova Scozia (Canada) dove giunse il 30 settembre. Marconi sbarcò per organizzare il collegamento tra il Canada e la Gran Bretagna. Pieno successo: dopo alcuni giorni di tentativi, finalmente il 20 dicembre 1902 Marconi poteva inviare alla stazione di Table Head alla stazione inglese di Poldhu due messaggi: uno al Re d'Inghilterra ed uno al Re d'Italia. Per una terza volta la Marconi fu alla Spezia, ma non si trattò purtroppo di una felice occasione. Fu a causa dell'incidente d'auto in cui rimase coinvolto, proveniendo dalla Toscana e diretto a Genova, sul Bracco, all'altezza di Borghetto Vara, il giorno 25 settembre 1912. La collisione con la vettura guidata da un certo commendatore Antenore Beltrami causò gravi danni all'auto dell'inventore che era alla guida, e che rimase ferito al volto per la rottura del parabrezza. Ricoverato all'Ospedale Militare ed assistito dal direttore dottor Montani e da tutti gli ufficiali medici della piazzaforte, gli fu riscontrata una commozione cerebrale ed una grave contusione all'occhio destro che rese necessaria l'asportazione. Intervento fatto il 18 ottobre 1912, sempre alla Spezia, dal professor Fusch direttore della Clinica oculistica dell'Università di Vienna con l'assistenza del professor Bajardi, direttore della Clinica oculistica dell'Università di Torino. Guglielmo Marconi quel fatale 25 settembre proveniva da San Rossore dove era stato ospite del Re ed era diretto a Genova dove era atteso dal Marchese Solari. Immediatamente dopo l'incidente si recarono a visitarlo l'ammiraglio Bertolini, il Capo di Stato Maggiore Mingoni e l'assessore comunale signor Prati in rappresentanza del Sindaco assente. Dopo l'operazione ricevette la visita dei Sovrani d'ltalia e del Duca degli Abruzzi Luigi di Savoia. Trascorse la convalescenza in lunghe passeggiate in carrozza sui nostri colli e per le strade, allora tranquille e salubri, della nostra città bordate da profumati aranci. Nel corso degli anni Marconi ancorò più volte nelle acque del Golfo la sua nave laboratorio "Elettra", e lo spettacolo della sagoma di quella che D'Annunzio definì "la nave bianca", divenne familiare agli spezzini che si abituarono quasi con affetto a scorgere in rada la "dimora-laboratorio" dello straordinario inventore. Marconi morì a Roma il 20 luglio 1937.

Fonte: Cara Spezia vol. I

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