SCIACHETRÀ
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Al momento della vendemmia, l’ uva presenta un’ elevata concentrazione di zuccherina e il colore dei grappoli ricorda le sfumature dell’ oro. | Al momento della vendemmia, l’ uva presenta un’ elevata concentrazione di zuccherina e il colore dei grappoli ricorda le sfumature dell’ oro. | ||
Dopo la vendemmia di settembre, l'uva migliore viene messa in graticci appesi in locali freschi al riparo dal sole ad essiccare per 3 mesi. Passato il periodo di essicauta l'uva viene poi portata nelle cantine per la pigiatura. | Dopo la vendemmia di settembre, l'uva migliore viene messa in graticci appesi in locali freschi al riparo dal sole ad essiccare per 3 mesi. Passato il periodo di essicauta l'uva viene poi portata nelle cantine per la pigiatura. | ||
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Prodotto nella zona delle Cinque Terre, splendido approdo turistico della provincia di La Spezia , lo Sciacchetrà si ottiene dalle uve dei vitigni di Riomaggiore, Monterosso, Coniglia, Menarola e Vernazza. | Prodotto nella zona delle Cinque Terre, splendido approdo turistico della provincia di La Spezia , lo Sciacchetrà si ottiene dalle uve dei vitigni di Riomaggiore, Monterosso, Coniglia, Menarola e Vernazza. | ||
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Versione delle 13:35, 28 giu 2011
Lo Sciacchetrà è uno dei vini passiti più celebri di tutto il patrimonio vitivinicolo italiano.
Lo sciachetrà, erroneamente chiamato sciacchetrà, è il celebre vino passito delle Cinque Terre famoso in tutto il mondo. Vino da meditazione dolce e vellutato abbinabile anche a formaggi o dolci, lo sciachetrà proviene dai soleggiati terrazzamenti tipici delle Cinque Terre che godono del clima della costa ricco di salubre aria salsoiodica marina.Il termine "sciachetrà", con cui il rinforzato è commercializzato e ormai ovunque conosciuto, è attestato soltanto verso la fine dell'Ottocento. Pare che uno dei primi a utilizzarlo sia stato il pittore macchiaiolo Telemaco Signorini, il quale, nel suo scritto di memorie Riomaggiore, ricordando le tante estati trascorse nel borgo delle Cinque Terre, afferma che «in settembre, dopo la vendemmia, si stendono le migliori uve al sole per ottenere il rinforzato o lo sciaccatras».L'etimologia del vocabolo è incerta. La più probabile è quella che lo fa derivare dal verbo «sciacàa» (schiacciare), utilizzato per indicare l'operazione di pigiatura dell'uva. Se questa ipotesi fosse vera, se ne potrebbe allora dedurre che la denominazione più antica e originaria sia proprio quella di «sciachetrà», sostituita poi in tempi più recenti da «refursà». Accade spesso, infatti, che le parole dialettali più antiche e più lontane dall'italiano vengano via via sostituite, a causa del predominio sociale e culturale della lingua nazionale, dai corrispondenti vocaboli toscani, se pur sottoposti a un processo di assimilazione fonetica alla lingua locale. D'altro canto, vi è da osservare che mentre il termine «refursà» indica una caratteristica propria del vino passito, il vocabolo "sciachetrà" rimanda invece a un'operazione, quella della pigiatura, compiuta per qualsiasi tipo di vino.
Lo Sciacchetrà è un vino raro, che si produce in piccole quantità. Identificato dalla Denominazione di Origine Controllata Cinque Terre, lo Sciacchetrà ha ottenuto anche il riconoscimento speciale del Presidio Slow Food, progetto per il recupero e la salvaguardia delle produzioni di eccellenza. La composizione dello Sciacchetrà è costituita da Bosco (60%), Albarola e Vermentino (40%). L'uva Bosco è particolarmente indicata in quanto la buccia degli acini è più resistente e quindi si presta meglio all'appassimento.
Al momento della vendemmia, l’ uva presenta un’ elevata concentrazione di zuccherina e il colore dei grappoli ricorda le sfumature dell’ oro. Dopo la vendemmia di settembre, l'uva migliore viene messa in graticci appesi in locali freschi al riparo dal sole ad essiccare per 3 mesi. Passato il periodo di essicauta l'uva viene poi portata nelle cantine per la pigiatura.
Prodotto nella zona delle Cinque Terre, splendido approdo turistico della provincia di La Spezia , lo Sciacchetrà si ottiene dalle uve dei vitigni di Riomaggiore, Monterosso, Coniglia, Menarola e Vernazza.
Lo Sciacchetrà si accompagna perfettamente ai dolci tipici della zona oltre che ad alcune specialità regionali sia italiane che francesi: il pandolce genovese basso, il panforte di Siena, il torcolo di Perugia e il pan di spezie tipico di Reims.
Caratterizzato da note olfattive fruttate e speziate che ricordano la mela, l’ albicocca, l’ anice, lo Sciacchetrà sembra avere il dono di sprigionare le stesse note salsoiodiche che gli regala il mare. Il colore dello Sciacchetrà acquista intensità nel processo di invecchiamento: giallo paglierino dorato lo Sciacchetrà più giovane, ambrato con note di oro intenso lo Sciacchetrà più maturo.
Caratterizzato da una gradazione alcolica minima del 17%, lo Sciacchetrà si presenta al massimo delle sue qualità se servito ad una temperatura di 14°.
Un vino dolce, dunque, ma non troppo. Un vino secco e al contempo vellutato, capace di migliorare nel tempo.
Fonti: Liguria Cinqueterre Bere Vino