ADRIANA PISANI
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"Poi arrivano gli anni della calma e della routine" - continua Falli - "lasciata Roma, Adriana arriva nella nostra città, e alla Spezia è assunta dall’Inam, una mutua dove -come d’uso nel tempo- si effettuavano anche prestazioni di pronto soccorso, terapie, applicazioni di medicamenti in vario tipo e forme…infine la pensione, alla fine degli anni Sessanta". | "Poi arrivano gli anni della calma e della routine" - continua Falli - "lasciata Roma, Adriana arriva nella nostra città, e alla Spezia è assunta dall’Inam, una mutua dove -come d’uso nel tempo- si effettuavano anche prestazioni di pronto soccorso, terapie, applicazioni di medicamenti in vario tipo e forme…infine la pensione, alla fine degli anni Sessanta". | ||
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Versione delle 22:34, 2 mar 2012
In Italia l'ordine professionale più numeroso è quello degli Infermieri (acronimo: IPASVI), immediatamente dopo quello dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO). Sono quasi 400mila gli iscritti IPASVI nel nostro Paese, e duemila quelli appartenenti al Direttivo della Provincia spezzina: pochi sanno che la più anziana Infermiera italiana ancora iscritta all'albo professionale appartiene a quello della Spezia ed è la signora Adriana Pisani, nata a Carrara nel 1916 e spezzina ormai da tantissimi anni.
Questa storia emerge nel 2005, quando il Collegio IPASVI spezzino festeggia i 50 anni dalla fondazione. La Legge 1049 del 1954 aveva infatti ripreso precedenti disposizioni pre-repubblicane e, riconosciuta la importanza di un controllo contro l'abusivismo professionale, aveva istituito i Collegi provinciali, custodi degli Albi autorizzanti l'esercizio della professione di Infermiera Professionale, di Assistente Sanitaria, di Vigilatrice di Infanzia (come allora le tre professioni erano definite). L'anno seguente anche alla Spezia si avvia la costituzione della sede provinciale,e prende il via una storia che attraverso diciannove consigli direttivi eletti ogni tre anni, arriva ai giorni nostri. Giunti, appunto, nel 2005, i consiglieri in carica decidono di cercare i dati relativi all'iscrizione più vecchia, e con sorpresa notano che la signora Adriana Pisani si era iscritta proprio nei mesi successivi alla fondazione della sede provinciale, nel 1955!
Così, decidono di contattare la signora che, da allora, ha sempre mantenuto attiva l'iscrizione benchè ormai in pensione da molti anni: va infatti ricordato che la professione sanitaria di Infermiere(come quella di Medico, Ostetrica, Tecnico Sanitario di Radiologia) sono permesse solo se la iscrizione al rispettivo albo è attiva; ma ovviamente, all'atto della cessazione dell'attività professionale, questa iscrizione assume la caratteristica di essere facoltativa.
Quindi, non solo Adriana Pisani era stata fra le primissime professioniste ad iscriversi ma aveva mantenuto la affiliazione anche molti anni dopo la pensione!....contattata e invitata in sede, la signora è stata premiata con una targa ricordo, fiori, e con una specialissima deroga personale che le permette di restare iscritta ad ogni effetto senza alcun onere economico.
Ma in cambio, la signora ha raccontato una storia fantastica, ed eccola come era apparsa sulla rivista nazionale della Federazione IPASVI di quel periodo:
'Il 10 maggio 2005, giorno del suo 89esimo compleanno, Adriana Pisani, dopo una breve telefonata e un invito, arriva al Collegio, con passo fermo e deciso, accompagnata dalla figlia Emilia.
Nonostante siano trascorsi 50 anni, la Signora Pisani mostra una spiccata curiosità e interesse verso la sede IPASVI. Qui ha modo di conoscere e in un certo senso "tornare" ai nuovi luoghi e i nuovi personaggi negli scenari infermieristici attuali. Viene festeggiata da tanti colleghi, alcuni nati dopo la sua collocazione a riposo, tutti emozionati, rapiti dalle sue parole.
Durante la piccola cerimonia di accoglienza rivede la sua documentazione originale, la stessa di quel giorno del 1955 nel quale si iscrisse, e le emozioni si susseguono nel ritrovamento di vecchie cose: la carta bollata da lire 100, la foto bianconero, la sua grafia familiare. Racconta di quel pomeriggio lontano, in quel 1955, quando si iscrisse,soffermandosi nei dettagli, nei dialoghi, nelle piccole incomprensioni burocratiche. Sono passati 50 anni, ma la memoria è precisa e la voce ritrova le emozioni e le battute dell’epoca.
Lo spirito di appartenenza alla categoria è tutt'oggi elevato tant'è che, nonostante l’età, dice di voler restare iscritta e vuole essere aggiornata sulle iniziative del Collegio.
Adriana regala a tutto lo staff un’oretta di appassionati vicende attraverso un viaggio nel tempo e nella storia del nostro Paese…
Francesco Falli, già allora presidente IPASVI la Spezia, racconta: "E' un piacere per tutti sentirla raccontare dei suoi turni di guardia durante il tirocinio presso la Scuola per Infermiere diplomate ‘Agnelli’ di Torino, e degli incontri con la stessa famiglia Agnelli, che considerava queste ragazze quasi di casa; e della Torino colpita dai primi bombardamenti; delle lunghe ore passate in servizio senza interruzione… senza cambiarsi la divisa, mangiando qualcosa: e poi il trasferimento a Roma, da diplomata, in più ospedali; è già l’estate 1943, cadono le bombe sui quartieri romani, Adriana non smette di lavorare per una settimana intera quando è colpita la zona dei Castelli romani;non smonta mai, al massimo si sdraia in lavanderia;i parenti di molti feriti portano dalla campagna mezzi di sostentamento per il personale, viveri, ortaggi, il pane ‘’perfino bianco’’, perché in città non si trova quasi più nulla… poi la grande paura del rastrellamento tedesco, dopo Via Rasella: il rischio di finire alle Ardeatine, ci dice Adriana, è sventato dalla divisa da Infermiera, abitualmente indossata anche fuori dall’ospedale, come un lasciapassare accettato anche dal tedesco occupante.
Poi l’arrivo degli Alleati nel Giugno 1944, e la risalita della penisola in pieno impegno professionale, con le truppe anglo-americane, per arrivare a Milano ai primi di Maggio del 1945.
E da qui, l’inizio di una straordinaria avventura come Infermiera di una squadra internazionale che, imbarcata da una organizzazione delle nascenti Nazioni Unite su una nave battente bandiera panamense, salpa da un porto olandese per raggiungere molte città di mare del mondo, in India, in Australia, in Cina, con lo scopo di curare e trasportare a casa molti soldati ex prigionieri, combattenti e civili dislocati, profughi, emigranti forzati.
Per 2 anni Adriana fa questa vita professionale e umana incredibile; aiuta anche contingenti di ebrei in rotta verso la Palestina, verso il nascente stato d’Israele.
Risalendo il Mar Giallo, in Cina, Adriana ricorda momenti di ansia; un gruppo di militari armati fino ai denti cerca di derubare il personale; loro hanno i soldi nelle scarpe, e si salvano dal sequestro cedendo delle medicine; Adriana riesce anche a salvare una bellissima bambola acquistata per la nipote in un porto malese…poi il rimpatrio, la esperienza a Sondalo, in un ospedale per reduci malati di tubercolosi; infine il ritorno a Roma, al Policlinico: nel 1948, per la precisione il 14 luglio, è testimone dell’attentato a Palmiro Togliatti, l’Italia è sull’orlo della guerra civile, la leggenda vuole che Bartali - vincendo una tappa al Tour de France - calmi la folla inferocita…Adriana quel giorno è in servizio in medicina, vede la barella con il leader comunista diretto verso la sala operatoria, il caos lo ricorda benissimo, anche la paura…Togliatti venne operato dal professor Valletta e dal professor Frugoni, nello staff del quale lavorava la sorella di Adriana, Andreina, anche lei Infermiera e, come Adriana, capo sala al Policlinico."
"Poi arrivano gli anni della calma e della routine" - continua Falli - "lasciata Roma, Adriana arriva nella nostra città, e alla Spezia è assunta dall’Inam, una mutua dove -come d’uso nel tempo- si effettuavano anche prestazioni di pronto soccorso, terapie, applicazioni di medicamenti in vario tipo e forme…infine la pensione, alla fine degli anni Sessanta".
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