LERICI
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- | Liguri per antonomasia nel carattere, che più ligure non si può, i lericini, duri, riservati pur aperti alle novità di pensiero, indomiti ed amanti della libertà a tal punto da rendere difficile la conquista delle loro terre ai Romani. Nel periodo delle guerre romano-liguri, tra il 238 e il 124 a.C. infatti le alture lericine furono teatro di scontri cruenti tra gli invasori romani ed i liguri, i più antichi abitanti dell’ Europa occidentale. Nel 193 a.C, ventimila Liguri scendono dal Caprione, il promontorio alle spalle di '''Lerici''' e dalle alture che circondano la vallata del [[MAGRA|Magra]] ed attaccano i Romani nella piana lunense, arrivando ad assediare Pisa. Nel 186 a.C. la più grande sconfitta romana contro i liguri. Il Console Quinto Marcio Filippo alla testa di un grosso esercito, formato da oltre 8.000 armati viene sconfitto sulle alture alle spalle di '''Lerici'''. Accerchiato dai Liguri in mezzo a fitti boschi e sconfitto perdendo ben 4.000 soldati. Il punto dove furono sconfitti fu chiamato da allora “Saltus Marcius”, Canale del Marzio, dal nome del Console. Antichissime le origini degli abitanti della [[:Categoria:LA SERRA|Serra]] di '''Lerici''', da sempre in quei luoghi, considerati tra le popolazioni più antiche della Liguria, eredi di quei combattenti per la libertà. | + | Liguri per antonomasia nel carattere, che più ligure non si può, i lericini, duri, riservati pur aperti alle novità di pensiero, indomiti ed amanti della libertà a tal punto da rendere difficile la conquista delle loro terre ai Romani. Nel periodo delle guerre romano-liguri, tra il 238 e il 124 a.C. infatti le alture lericine furono teatro di scontri cruenti tra gli invasori romani ed i liguri, i più antichi abitanti dell’ Europa occidentale. Nel 193 a.C, ventimila Liguri scendono dal [[MONTE CAPRIONE|Caprione]], il promontorio alle spalle di '''Lerici''' e dalle alture che circondano la vallata del [[MAGRA|Magra]] ed attaccano i Romani nella piana lunense, arrivando ad assediare Pisa. Nel 186 a.C. la più grande sconfitta romana contro i liguri. Il Console Quinto Marcio Filippo alla testa di un grosso esercito, formato da oltre 8.000 armati viene sconfitto sulle alture alle spalle di '''Lerici'''. Accerchiato dai Liguri in mezzo a fitti boschi e sconfitto perdendo ben 4.000 soldati. Il punto dove furono sconfitti fu chiamato da allora “Saltus Marcius”, Canale del Marzio, dal nome del Console. Antichissime le origini degli abitanti della [[:Categoria:LA SERRA|Serra]] di '''Lerici''', da sempre in quei luoghi, considerati tra le popolazioni più antiche della Liguria, eredi di quei combattenti per la libertà. |
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== GENOVA E SAN GIORGIO == | == GENOVA E SAN GIORGIO == | ||
- | Sin dal Medioevo, la leale Lerici, ha dato uomini e navi alla Repubblica di Genova, e ha contribuito a far grande la Marina Mercantile Italiana. La storia di Lerici sul mare è quindi indissolubilmente legata alla Superba, dai tempi della Repubblica marinara al ‘900 con i grandi transatlantici. Già nel 1277 si ha notizia di una galera lericina che trafficava nel Mar Nero e, all’epoca della battaglia della Meloria, nel 1284, la genovese Lerici contribuì alla sconfitta definitiva di Pisa fornendo 4 nocchieri e 120 vogatori; così nelle successive guerre contro Venezia. Sede di importanti trattative politiche, fu scelta dal Principe Andrea Doria quale base per le sue strategie. | + | Sin dal Medioevo, la leale '''Lerici''', ha dato uomini e navi alla Repubblica di Genova, e ha contribuito a far grande la Marina Mercantile Italiana. La storia di '''Lerici''' sul mare è quindi indissolubilmente legata alla Superba, dai tempi della Repubblica marinara al ‘900 con i grandi transatlantici. Già nel 1277 si ha notizia di una galera lericina che trafficava nel Mar Nero e, all’epoca della battaglia della Meloria, nel 1284, la genovese '''Lerici''' contribuì alla sconfitta definitiva di Pisa fornendo 4 nocchieri e 120 vogatori; così nelle successive guerre contro Venezia. Sede di importanti trattative politiche, fu scelta dal Principe Andrea Doria quale base per le sue strategie. |
- | Lerici fu, per centinaia di anni, uno degli approdi commerciali più importanti della Repubblica genovese e sicuramente il principale porto per il transito via mare di passeggeri da Roma e dalla Toscana per Genova e la Francia, ciò è confermato da vari documenti della Repubblica. La sua importanza è facilmente intuibile dalla ricchezza dei suoi palazzi e dal numero di viaggiatori transitanti, dalle sue locande ed alberghi già nel ‘500 e ‘600. | + | '''Lerici''' fu, per centinaia di anni, uno degli approdi commerciali più importanti della Repubblica genovese e sicuramente il principale porto per il transito via mare di passeggeri da Roma e dalla Toscana per Genova e la Francia, ciò è confermato da vari documenti della Repubblica. La sua importanza è facilmente intuibile dalla ricchezza dei suoi palazzi e dal numero di viaggiatori transitanti, dalle sue locande ed alberghi già nel ‘500 e ‘600. |
- | RISORGIMENTO. Notevole, proporzionato al numero di abitanti, il contributo lericino al Risorgimento, con ben due tra le prime società di Mutuo Soccorso, in realtà covi di democratici repubblicani; numerosi i garibaldini e i partecipanti alle varie imprese risorgimentali, alle varie spedizioni garibaldine, alle rivolte del 1849, alla spedizione di Sapri di Carlo Pisacane, con ben 9 lericini su 22 organizzatori e partecipanti iniziali. Tale libertà di pensiero può essere spiegata proprio per l’apertura alle nuove idee dovuta sia ai viaggi di mare verso terre più aperte come il il Nord America, l’Inghilterra, la Francia, sia alle frequentazioni continue di Genova, da sempre punto di riferimento dei lericini, nell’ ottocento fu il centro principale del pensiero risorgimentale italiano. Giuseppe Mazzini, aiutato più volte da lericini ebbe a dire” Primi fra i migliori erano gli uomini di | + | RISORGIMENTO. Notevole, proporzionato al numero di abitanti, il contributo lericino al Risorgimento, con ben due tra le prime società di Mutuo Soccorso, in realtà covi di democratici repubblicani; numerosi i garibaldini e i partecipanti alle varie imprese risorgimentali, alle varie spedizioni garibaldine, alle rivolte del 1849, alla spedizione di Sapri di Carlo Pisacane, con ben 9 lericini su 22 organizzatori e partecipanti iniziali. Tale libertà di pensiero può essere spiegata proprio per l’apertura alle nuove idee dovuta sia ai viaggi di mare verso terre più aperte come il il Nord America, l’Inghilterra, la Francia, sia alle frequentazioni continue di Genova, da sempre punto di riferimento dei lericini, nell’ ottocento fu il centro principale del pensiero risorgimentale italiano. Giuseppe Mazzini, aiutato più volte da lericini ebbe a dire” Primi fra i migliori erano gli uomini di '''Lerici'''”, mentre Garibaldi li definì ”La popolazione più forte ed energica d'Italia”. |
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== BORGO DI LUPI DI MARE == | == BORGO DI LUPI DI MARE == | ||
- | Lerici raggiunse il massimo fulgore tra la fine del settecento e la seconda metà dell’ottocento. All’epoca della costituzione della Società Marittima di Mutuo Soccorso (1852), Lerici annoverava numerosi armatori e capitani (nell’ottocento alcune centinaia) e tutte le varie tipologie di categorie di naviganti iscritti alle matricole della gente di mare (capitani, scrivani, nostromi e marinai). | + | '''Lerici''' raggiunse il massimo fulgore tra la fine del settecento e la seconda metà dell’ottocento. All’epoca della costituzione della Società Marittima di Mutuo Soccorso (1852), '''Lerici''' annoverava numerosi armatori e capitani (nell’ottocento alcune centinaia) e tutte le varie tipologie di categorie di naviganti iscritti alle matricole della gente di mare (capitani, scrivani, nostromi e marinai). |
- | L’ottocento fu l’epoca d’oro lericina; tutto il paese viveva e progrediva sui traffici marittimi: famiglie armatoriali, capitani, equipaggi, agenti marittimi, cantieri. Tutta l’economia lericina gravitava sull’attività marinara. Centinaia erano i velieri oceanici lericini che commerciavano su tutti i mari del Mondo. Velieri costruiti a Lerici per i propri armatori e per armatori di altre località rivierasche. I velieri lericini, centinaia, erano di casa nei porti del Mar Nero (il mare di casa; importantissima per l’economia ligure fu la Guerra di Crimea), in quelli sudamericani dell’ Argentina, del Cile, del Perù, nei porti del Nord America e nel Nord Europa; numerosi hanno trafficato nei mari Australi, doppiando i temibili Capi (Capo Horn e Capo di Buona Speranza). Grandi tragedie e grandi naufragi hanno funestato il borgo. | + | L’ottocento fu l’epoca d’oro lericina; tutto il paese viveva e progrediva sui traffici marittimi: famiglie armatoriali, capitani, equipaggi, agenti marittimi, cantieri. Tutta l’economia lericina gravitava sull’attività marinara. Centinaia erano i velieri oceanici lericini che commerciavano su tutti i mari del Mondo. Velieri costruiti a '''Lerici''' per i propri armatori e per armatori di altre località rivierasche. I velieri lericini, centinaia, erano di casa nei porti del Mar Nero (il mare di casa; importantissima per l’economia ligure fu la Guerra di Crimea), in quelli sudamericani dell’ Argentina, del Cile, del Perù, nei porti del Nord America e nel Nord Europa; numerosi hanno trafficato nei mari Australi, doppiando i temibili Capi (Capo Horn e Capo di Buona Speranza). Grandi tragedie e grandi naufragi hanno funestato il borgo. |
Tale tradizione è continuata con l’avvento del vapore, per tutto il ‘900, sino ai giorni nostri. Le maestranze e gli equipaggi lericini, per la loro competenza e serietà, sono stati da sempre i preferiti delle varie Compagnie di navigazione nazionali ed internazionali. Capitani, Direttori di macchina e macchinisti, i nostri equipaggi per tutte le tipologie di navi: Brigate di cucina e di sala dei grandi transatlantici italiani e delle navi da crociera ai nostri grandi Chef, cuochi, brigate di sala; facendo preferire ai provveditori di bordo e alle società di catering i nostri maestri di casa, i nostri cambusieri, ecc. a cui era affidata la responsabilità e l’organizzazione per mesi, in giro per il mondo, di “un’azienda” di centinaia di persone. | Tale tradizione è continuata con l’avvento del vapore, per tutto il ‘900, sino ai giorni nostri. Le maestranze e gli equipaggi lericini, per la loro competenza e serietà, sono stati da sempre i preferiti delle varie Compagnie di navigazione nazionali ed internazionali. Capitani, Direttori di macchina e macchinisti, i nostri equipaggi per tutte le tipologie di navi: Brigate di cucina e di sala dei grandi transatlantici italiani e delle navi da crociera ai nostri grandi Chef, cuochi, brigate di sala; facendo preferire ai provveditori di bordo e alle società di catering i nostri maestri di casa, i nostri cambusieri, ecc. a cui era affidata la responsabilità e l’organizzazione per mesi, in giro per il mondo, di “un’azienda” di centinaia di persone. | ||
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Versione attuale delle 23:01, 30 dic 2011
LERICI
| |
In Dialetto: | |
Nazione: | |
Regione: | Liguria |
Provincia: | LA SPEZIA |
Comune: | LERICI |
Coordinate: | 44°04′35″N 9°54′40″E |
Altitudine: | 10 mt s.l.m. |
Google Maps: | http://tinyurl.com/66bdvko |
Dialetti: | |
Abitanti: | 10.284 |
Densità: | 642,75 ab./km² |
Frazioni: | |
CAP: | 19032 |
Patrono: | Madonna di Maralunga |
Ricorrenza: | 25 MARZO |
Eventi: | |
Musei: | |
Parchi: | |
Links: | Comune |
Indice |
LIGURI INDOMITI
Liguri per antonomasia nel carattere, che più ligure non si può, i lericini, duri, riservati pur aperti alle novità di pensiero, indomiti ed amanti della libertà a tal punto da rendere difficile la conquista delle loro terre ai Romani. Nel periodo delle guerre romano-liguri, tra il 238 e il 124 a.C. infatti le alture lericine furono teatro di scontri cruenti tra gli invasori romani ed i liguri, i più antichi abitanti dell’ Europa occidentale. Nel 193 a.C, ventimila Liguri scendono dal Caprione, il promontorio alle spalle di Lerici e dalle alture che circondano la vallata del Magra ed attaccano i Romani nella piana lunense, arrivando ad assediare Pisa. Nel 186 a.C. la più grande sconfitta romana contro i liguri. Il Console Quinto Marcio Filippo alla testa di un grosso esercito, formato da oltre 8.000 armati viene sconfitto sulle alture alle spalle di Lerici. Accerchiato dai Liguri in mezzo a fitti boschi e sconfitto perdendo ben 4.000 soldati. Il punto dove furono sconfitti fu chiamato da allora “Saltus Marcius”, Canale del Marzio, dal nome del Console. Antichissime le origini degli abitanti della Serra di Lerici, da sempre in quei luoghi, considerati tra le popolazioni più antiche della Liguria, eredi di quei combattenti per la libertà.
IL NOME
Anche il nome ha un legame ancestrale con il mare. Prima del borgo infatti, il seno di Lerici era conosciuto come “Ericis Portus”. Erice era il figlio della dea Venere e di Nettuno, dio del Mare. Lo stesso Petrarca nel suo poema latino “Africa” chiama Lerici "Fortissima Erix": “Allungando il cammino a’ naviganti surge, in porto di Venere, già cara isoletta alla Diva, e a lei di fronte s’alza il fortissimo Lerici, che i nomi delle sicule spiagge anco ritiene” ricordando che di Erice ce ne sono due, in Liguria ed in Sicilia, in un’area che, non per niente, si pensa colonizzata da antichi liguri.. Nei documenti medievali il termine usato è invece Illicis: mons Illicis o Podium Illicis, presumibilmente da leccio, pianta tipica delle nostre zone, ciò che può essere confutato anche dalla lingua genovese, che chiama Lerici “Lerxo” o “Lerxe” (traduzione Lerso o Lerse) che vuol dire appunto larice o leccio.
LA STORIA
L’epoca romana ha lambito Lerici, fermandosi oltre le colline, anche in considerazione che il Carpione, all’epoca, era una promontorio più incuneato nel mare aperto essendo la foce del Magra notevolmente più all’interno. La storia conosciuta del borgo inizia con lo sviluppo del traffico navale e con l’acquisto nel 1152 da parte di Genova del “Mons Illicis”, di proprietà dei signori di Vezzano. Da questo momento Lerici ha seguito quasi ininterrottamente con lealtà e fedeltà la Superba; una storia millenaria, intervallata da fatti ed avvenimenti importanti della storia europea. Nel 1241, dopo la battaglia del Giglio, Lerici come altri borghi limitrofi, compreso Portovenere, fu conquistata dai Pisani, che iniziarono la fortificazione del paese e una prima parte del Castello. La dominazione pisana durò appena 14 anni circa, quando nel 1256 ritornò definitivamente alla Repubblica genovese. I genovesi portarono a termine il Castello e le mura.
GENOVA E SAN GIORGIO
Sin dal Medioevo, la leale Lerici, ha dato uomini e navi alla Repubblica di Genova, e ha contribuito a far grande la Marina Mercantile Italiana. La storia di Lerici sul mare è quindi indissolubilmente legata alla Superba, dai tempi della Repubblica marinara al ‘900 con i grandi transatlantici. Già nel 1277 si ha notizia di una galera lericina che trafficava nel Mar Nero e, all’epoca della battaglia della Meloria, nel 1284, la genovese Lerici contribuì alla sconfitta definitiva di Pisa fornendo 4 nocchieri e 120 vogatori; così nelle successive guerre contro Venezia. Sede di importanti trattative politiche, fu scelta dal Principe Andrea Doria quale base per le sue strategie. Lerici fu, per centinaia di anni, uno degli approdi commerciali più importanti della Repubblica genovese e sicuramente il principale porto per il transito via mare di passeggeri da Roma e dalla Toscana per Genova e la Francia, ciò è confermato da vari documenti della Repubblica. La sua importanza è facilmente intuibile dalla ricchezza dei suoi palazzi e dal numero di viaggiatori transitanti, dalle sue locande ed alberghi già nel ‘500 e ‘600. RISORGIMENTO. Notevole, proporzionato al numero di abitanti, il contributo lericino al Risorgimento, con ben due tra le prime società di Mutuo Soccorso, in realtà covi di democratici repubblicani; numerosi i garibaldini e i partecipanti alle varie imprese risorgimentali, alle varie spedizioni garibaldine, alle rivolte del 1849, alla spedizione di Sapri di Carlo Pisacane, con ben 9 lericini su 22 organizzatori e partecipanti iniziali. Tale libertà di pensiero può essere spiegata proprio per l’apertura alle nuove idee dovuta sia ai viaggi di mare verso terre più aperte come il il Nord America, l’Inghilterra, la Francia, sia alle frequentazioni continue di Genova, da sempre punto di riferimento dei lericini, nell’ ottocento fu il centro principale del pensiero risorgimentale italiano. Giuseppe Mazzini, aiutato più volte da lericini ebbe a dire” Primi fra i migliori erano gli uomini di Lerici”, mentre Garibaldi li definì ”La popolazione più forte ed energica d'Italia”.
BORGO DI LUPI DI MARE
Lerici raggiunse il massimo fulgore tra la fine del settecento e la seconda metà dell’ottocento. All’epoca della costituzione della Società Marittima di Mutuo Soccorso (1852), Lerici annoverava numerosi armatori e capitani (nell’ottocento alcune centinaia) e tutte le varie tipologie di categorie di naviganti iscritti alle matricole della gente di mare (capitani, scrivani, nostromi e marinai). L’ottocento fu l’epoca d’oro lericina; tutto il paese viveva e progrediva sui traffici marittimi: famiglie armatoriali, capitani, equipaggi, agenti marittimi, cantieri. Tutta l’economia lericina gravitava sull’attività marinara. Centinaia erano i velieri oceanici lericini che commerciavano su tutti i mari del Mondo. Velieri costruiti a Lerici per i propri armatori e per armatori di altre località rivierasche. I velieri lericini, centinaia, erano di casa nei porti del Mar Nero (il mare di casa; importantissima per l’economia ligure fu la Guerra di Crimea), in quelli sudamericani dell’ Argentina, del Cile, del Perù, nei porti del Nord America e nel Nord Europa; numerosi hanno trafficato nei mari Australi, doppiando i temibili Capi (Capo Horn e Capo di Buona Speranza). Grandi tragedie e grandi naufragi hanno funestato il borgo. Tale tradizione è continuata con l’avvento del vapore, per tutto il ‘900, sino ai giorni nostri. Le maestranze e gli equipaggi lericini, per la loro competenza e serietà, sono stati da sempre i preferiti delle varie Compagnie di navigazione nazionali ed internazionali. Capitani, Direttori di macchina e macchinisti, i nostri equipaggi per tutte le tipologie di navi: Brigate di cucina e di sala dei grandi transatlantici italiani e delle navi da crociera ai nostri grandi Chef, cuochi, brigate di sala; facendo preferire ai provveditori di bordo e alle società di catering i nostri maestri di casa, i nostri cambusieri, ecc. a cui era affidata la responsabilità e l’organizzazione per mesi, in giro per il mondo, di “un’azienda” di centinaia di persone.